#Paura (S.K)

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A un certo punto la voce di Michele sparisce dalla mia testa. Cristina mi fa accomodare in sala da pranzo. Quando entro rimango stupito dalla bellezza e dalla serenità dei colori che quella casa mi infonde. Strano una casa così con quello che è successo e le energie che emanano i due abitanti dovrebbe crearmi molti problemi di ansia e paura, invece no. La sala da pranzo è come quelle americane, cucina lineare stile moderno bianco laccato con una penisola marmorea che divide la cucina dalla sala. Adoro questo tipo di cucine, mi infondono calore, e una sensazione di famiglia. Tutti pensano che il
colore bianco renda gli ambienti asettici, freddi, privi di personalità, insomma solo una nuova moda di questi tempi moderni. Per me no, per me il bianco è il colore della calma, del pulito, il colore che non ti permette di lasciare una macchia inosservata. Anche l'anima delle persone io la vedo bianca, poche persone hanno l'anima così pulita, da non vedere neanche una macchia, le mie missioni invece avevano enormi macchie nella loro anima. Sì, per me non erano persone quelle, nemmeno bestie, erano e rimarranno nella mia mente solo delle missioni, non darò loro la soddisfazione di avere potere, sono solo oggetti, burattini nella mani del Male.

La tavola è apparecchiata con una tovaglia bianca, dei candelabri in argento al centro della tavola e la luce delle candele danno un tocco di classe. I piatti di ceramica bianca, le posate in argento i calici di cristallo danno un'idea di maestosità, i posti sono posizionati molto lontani. Mi sembra di essere a casa di qualche nobile, diciamo una cena formale. Perfino i fiori gialli al centro della tavola sono posizionati in modo irreale troppo perfetto, mi vuole ingannare con questi effetti speciali.

Faccio finta di non essere turbato e prendo posto. Mi vengono servite tutte prelibatezze: champagne, caviale, ostriche e scampi crudi, la catalana, la torta è a tre piani con panna montata e frutti di bosco; una cosa inutile solo spreco visto che siamo solo in tre. Sembra tutto finto, irreale, perfino il suo dolore che racconta durante la cena è finto. Attrice, solo questo sei.

Penso a suo marito, mi fa pena si è fatto abbagliare da tutto questo, dalla donna perfetta, dalla madre perfetta come crede, si è fatto accecare povero uomo.
E adesso cosa hai ottenuto? Solo bene materiali e hai perso la vera luce: tuo figlio, un'anima pura e bianca.
Grazie a Dio, arriviamo presto al
caffè e dopo aver finto di farla partecipare in prima serata alle migliori trasmissioni che si occupano di true crime per parlare della sua storia per cercare il vero colpevole, e bla bla bla... posso andarmene da questa finzione, da questa irrealtà, da questo demone.
Mi accompagna alla porta ci salutiamo come vecchi amici. Sto recitando mia cara attrice, quanto vorrei dirti tutto, dirti che l'illusione che hai creato stasera per farmi vedere la tua innocenza non ha funzionato. Sento l'odore della menzogna anche a distanza, vedo i tuoi occhi colpevoli.

Finalmente ha smesso di piovere e il viaggio di ritorno sarà più tranquillo. Salgo in macchina, sto per inserire la chiave, una mano mi tappa la bocca: sussulto sono terrorizzato:
«Simone, se non urli lascio la mano, sono io Michele, devi avere fede, non urlare e girati così sai che non ti sto mentendo»
Sono spiazzato, è da tanto che non lo vedo, ma non sto dormendo sono sveglio. Deve essere lui, perché nessuno sa del mio mentore morto di nome Michele.

Mi giro è proprio lui, non è etereo come i fantasmi, ma lo vedo nitidamente come una persona vera. Mi spaventa. Ho dei dubbi sto impazzendo ? È un sogno?
La mia voce tremante gli chiede come sia possibile.

«Semplice, amico mio, i tuoi poteri stanno diventando sempre più forti, adesso posso manifestarmi anche con le mie fattezze umane per aiutarti e non solo tramite la voce, ma se mi vedi è perché hai bisogno di aiuto.»
«In che senso aiuto ?»
« A un certo punto stasera hai smesso di vedere il quadro della situazione, ti sei concentrato solo su Cristina e hai perfino provato pena e pietà per il marito»
«Ovvio, lui non era oggetto del mio sopralluogo, lui era solo la pedina per il mio alibi e tu dovresti saperlo meglio di chiunque!»
Adesso la mia voce è forte e mi rendo conto che per la prima volta ho urlato contro Michele.
«Appunto, Simone negli ultimi tempi sei diventato più forte a sviluppare certi poteri o doni chiamalo come vuoi, ma non vedi più come una volta. Hai già sbagliato con Alessandro, non ti permetterò di sbagliare ancora. Sei troppo importante per questa società crudele, non puoi tralasciare niente. Non hai pensato al coinvolgimento del marito, anche lui è colpevole»

«Ma cosa dici ? »
«Io posso vedere più di te da questa parte, il marito si era accorto che negli ultimi tempi Cristina non stava bene, non ha fatto niente per aiutarla e proteggere il bambino. Sapeva tutto, Cristina gli aveva detto di sentire delle voci di uccidere il bambino. Povera donna il male si è impossessato di lei, non è malata è solo corrotta, e sai che l'unico rimedio è la morte, ma devi uccidere anche il marito, lui non merita di vivere, e devi farlo subito. Domani Cristina uscirà di casa e ucciderà. Non hai bisogno di sapere il perché lo farà, e a chi lo farà,ma fidati che lo farà. Questa persona merita di vivere, devi intervenire subito»

«Ok scusa per prima, lo farò subito e non metterò più a rischio la missione, vado subito! Non permetterò ad altre vite di essere rovinate da quella famiglia!»

«Simone, calmati! Devi tornare a casa, cambiare auto, prendere una strada diversa dall'autostrada, accendere internet, fare una telefonata da casa tua, crearti un alibi, sei accecato dalla rabbia, non ti riconosco più!»
«No Michele! non c'è tempo, prova a fermarmi, non ci riuscirai! Tu puoi solo comunicare con me, ma non puoi toccarmi perché sei morto!»
«In realtà non posso farlo per il libero arbitrio e lo sai! Però sono tuo amico, e devo proteggere te e la missione...»
Non lo voglio più ascoltare. Scendo dalla macchina apro il bagagliaio, e prendo il cricket.
Suono il campanello, cerco di essere calmo, con una scusa banale mi faccio aprire.
Lui mi apre lei è dietro alle sue spalle, tengo il cricket ben nascosto, lo saluto con un cenno amico, non fa in tempo a proferire parole che gli sfondo il cranio con un colpo secco. Cristina cerca di urlare, ma mi sono già lanciato su di lei come un felino con la sua preda. L'atterro, sono sopra, comincio a stringerle le mani al collo, riesco a sentire un flebile suono:
«Perché ?»
Stringo più forte, non merita risposte. Quando vado via mi giro e guardo i due burattini.
Gli occhi di lei sono ancora aperti, anche se è morta, posso ancora vedere la paura nei suoi occhi. Chissà se anche suo figlio, le ha chiesto:
«Perché mamma?»
Esco dalla porta, salgo in macchina. Michele non c'è. Abbasso il finestrino e sento una piccola voce a me sconosciuta. È la voce di un bambino:
«Grazie»
«Di niente cucciolo, riposa in pace.»

Spazio Autrice:
Sono in una fase creativa quando è uscita la casella non ho potuto resistere tanto alla casella, perfino da dedicare due parti a S.K mancano poche caselle quindi ho pensato... eh niente penso che ci siate arrivati lo stesso, ma lo vedremo al prossimo tiro di dadi. In questa mia fase creativa, sto dicendo a me stessa One shot! Quindi non rileggo niente, scrivo e basta. So che ci saranno dei refusi, ma ho bisogno di avere più la trama in testa che la grammatica. Alla fine questo è il bello di wattpad 😍 e via di tag BlondeAttitude_  Wulkoff

S.KDove le storie prendono vita. Scoprilo ora