Tre

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Rosie esce dall'aula del suo corso di Inglese Avanzato con uno sorriso a trentadue denti dipinto sulle labbra, trattenendosi dal non saltellare per i corridoi della scuola.

La professoressa Clarke le ha chiesto di fermarsi dopo la lezione per parlare del suo "eccellente lavoro" degli ultimi mesi. La ha lodata per i suoi temi argomentativi ben scritti e interessanti e per le sue capacità narrative, ma più di tutto, la ha elogiata per la sua creatività, incoraggiandola a scrivere di più; dal momento che è piuttosto raro che qualcuno si prenda del tempo per incoraggiarla a fare qualcosa, Rosie la ha presa piuttosto sul personale.

«Hai una gran voce, Rosie — le ha detto la professoressa — Si tratta di una qualità difficile da acquisire»

Le è quasi venuto l'istinto di abbracciarla, ma con non poco autocontrollo, è riuscita a trattenersi.

Sa che il fatto che riceva la maggior parte dell'approvazione di cui ha bisogno dai suoi insegnanti è una cosa abbastanza triste, ma al momento, è così felice da non importargliene affatto.

Entra nel bagno delle ragazze per lavarsi le mani, e fortunatamente, visto che la pausa pranzo è ormai agli sgoccioli, non è particolarmente affollato.

«Ciao Rosie!» la saluta una voce dietro di sé, facendola sobbalzare.

Lexi Howard la guarda con i suoi grandi occhioni da cerbiatta, un sorriso timido e la solita aria innocente.

Si conoscono praticamente da sempre, vista l'amicizia tra Cassie e Rosie, ma non hanno mai avuto più di tanto a che fare l'una con l'altra. Certo, da piccole giocavano insieme e quant'altro, ma non hanno mai sostenuto una conversazione che andasse più in là delle semplici domande di cortesia o di circostanza.

«Ciao Lexi» ricambia educatamente il saluto, continuando a lavarsi le mani.

«Come stai?»

«Piuttosto bene. Tu?»

«Solito» le risponde, e Rosie non sa che altro dire per portare avanti una conversazione. Si limita a sorriderle, prendendo un pezzo di carta.

«Senti, andrò dritta al punto — incalza, il tono concitato — Ho sentito quello che ti ha detto Mrs. Clarke. Non volevo origliare, è che dovevo chiederle un chiarimento e sono stata fuori dalla porta ad aspettare che uscissi. Sto scrivendo uno spettacolo e mi chiedevo se avessi voglia di aiutarmi. Volevo fare tutto da sola, ma mi sono resa conto che un altro paio di mani mi farebbero comodo» spiega a macchinetta, concludendo con una risatina nervosa.

Rosie ci pensa su: in effetti, in giro per la scuola ha visto dei volantini riguardanti lo spettacolo annuale del club di teatro, ma non è che ne fosse particolarmente incuriosita.

Di solito quegli spettacoli non sono granché, e Oklahoma non sembra da meno.

«Stiamo parlando di Oklahoma?» domanda infatti la rossa, finendo di asciugarsi le mani.

«Sì, cioè, no — scuote la testa, spostato una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio — Sto rivisitando il copione, ecco»

L'altra sospira, riflettendo: in effetti, Mrs. Clarke la ha incoraggiata a scrivere di più, e questa potrebbe essere una buona occasione per mettere in pratica il suo consiglio. In più, passare del tempo con qualche sua coetanea più "al suo livello" non sembra poi così male.

Mirrorball - 𝘕𝘢𝘵𝘦 𝘑𝘢𝘤𝘰𝘣𝘴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora