In your dearest memories, do you remember loving me?
Was it the fate that brought us close and now leaves me behind?
(Final Fantasy X soundtrack)
Love is a burning thing
And it makes a fiery ring
Bound by wild desire
I fell into a ring of fireI fell into a burning ring of fire
I went down, down, down
And the flames went higher
And it burns, burns, burns
The ring of fire, the ring of fire(Ring of fire, June Carter)
La notte accoglie sussurri, segreti, sospiri. È seta nera che copre ogni cosa rendendola diversa, oscura, stregata. È la testimone di incontri clandestini, di promesse irripetibili, di decisioni che lasciano con la testa leggera e il cuore pesante. Si racconta che nelle sere senza luna o stelle non si debbano pronunciare incantesimi o giuramenti. Lo si sostiene per quello che accadde al tempo in cui Odino regnava su Asgard e gli uomini credevano ancora negli dèi.
Alcuni dicono che un bianco irreale avvolgeva le dimore degli Æsir come fosse un mantello, altri che si trattava della pioggia che, incessante e furiosa, lavava i tetti aguzzi del palazzo dove dimorava il dio delle forche: quale che fosse lo sconvolgimento capace di oscurare la luna e le stelle, nonostante l'ora le ampie stanze del dio dell'inganno erano illuminate da un fuoco che ardeva nel camino.
"Farei di tutto per non innamorarmi di te."
"Mai più," la corresse accarezzandole la schiena nuda, esposta, fino a risalire alla nuca graziosamente lasciata scoperta. La treccia d'oro di lei, ormai sfatta, penzolava, assieme alle molte ciocche che erano sfuggite all'acconciatura, sulle spalle bianche, sulla pelle morbida e ancora calda d'amore. A quel contatto, ritenuto sfacciato e inopportuno, Sigyn represse un brivido e lo guardò da sotto le ciglia scure. Avrebbe potuto dirgli molte cose. Che i rimpianti non si addicevano a nessuno dei due, per esempio, oppure che cercarsi con l'urgenza che li aveva travolti solo pochi minuti prima rappresentava un errore che solo la consapevole decisione presa di comune accordo rendeva tollerabile. Invece non rispose, limitandosi a sostenere il suo sguardo freddo e verde, terribile.
Ci incontreremo e non succederà più niente. Ce lo siamo promesso, si disse, tentando di ignorare un fatto inoppugnabile: l'effetto di quel tocco leggero sulla sua schiena, il modo in cui il suo corpo reagiva quando l'ingannatore la sfiorava, la toccava, la baciava. Le tornò alla mente qualcosa che avrebbe dovuto – voluto – dimenticare. Un bacio che lei gli aveva dato dopo avergli cinto il collo con le braccia ed essersi alzata in punta di piedi per sfiorargli quelle labbra insolenti e sottili, splendide da baciare, sempre pronte a piegarsi in un sorriso sardonico e beffardo. Per zittirlo, pur sapendo che dopo le avrebbe fatto notare l'incongruenza di quel gesto spontaneo e necessario. Ma affondare le dita nei capelli scuri di Loki e premere il proprio corpo sussultante contro quello di lui, mentre nessuno poteva vederli, era qualcosa a cui Sigyn non aveva saputo rinunciare né quella notte né in molte altre di quelle seguenti. Questa era stata la sua colpa.
Si rivestì senza fretta, di fronte a lui, come se stesse sfidandolo. E Loki la guardava con quei suoi occhi chiari e quasi trasparenti, come se l'osservarla allacciare e infilare quegli abiti che le aveva tolto di dosso facesse parte del piacere appena gustato. Sigyn sapeva che, se si fosse voltata o affrettata, Loki avrebbe riso della sua improvvisa pudicizia. Esponendosi, in realtà, gli si negava, perché privava l'amore appena consumato con lui di ogni ombra scabrosa, di qualsiasi tipo di pentimento. Che la guardasse pure, suggeriva il suo atteggiamento fiero. A lei non importava – e, presto, non lo avrebbe ricordato nemmeno, si consolò. Vide Loki incurvare le labbra in un ghigno secco e breve, e in quel momento ebbe la certezza che lui non le credeva. Non era caduto nella sua trappola intrisa di esibita noncuranza. Era troppo bravo a scovare le menzogne nei visi altrui, per lasciarsi incantare da lei. Nei gesti misurati di Sigyn, nel suo modo di sistemarsi la gonna sulla vita stretta o allacciare il corsetto vietandogli la vista della sua pelle chiara e delicata, delle curve su cui lui aveva posato le labbra e le dita, lui aveva letto le sue vere intenzioni. Il tentativo di proteggersi esibendo un'indifferenza finta. L'aveva contemplata mentre si rivestiva e, nel farlo, era riuscito a scorgere, una volta di più, le sfumature della sua anima appassionata, con i suoi sussulti, le sue incertezze, i suoi pensieri nascosti. Gli occhi grigi di Sigyn sostenevano alteri il suo sguardo, ma il dio dell'inganno in essi leggeva l'amore disperato, soffocato a stento sotto il peso della ragione. Le labbra morbide di Sigyn erano serrate in un'espressione severa, ma le sue guance erano tinte di rosso. Come quelle di una ragazza che ha appena trascorso la notte con colui che ama.
STAI LEGGENDO
Lacci stretti tra Fedeltà e Inganno
FanfictionUna serie di shot con protagonisti loro: Loki e Sigyn. L'inganno e la fedeltà si scontrano e incontrano in altri luoghi, tempi, spazi, realtà. Ma forse, è solamente l'ennesimo incantesimo tessuto da Loki in persona...