Sposami, Sigyn pt. 2

69 10 6
                                    

Capitolo 2 - Verranno a chiederti del nostro amore

"Devo baciarti, prima di andare via."

Glielo sussurrò tra i capelli, dietro il collo, e Sigyn vibrò al suo contatto. Non si sarebbe limitato a quello. Era una scusa per irretirla e farne, almeno per una notte, la sua amante, e la cosa peggiore era che anche lei lo voleva. Fu allora che capì. Aveva deciso di concedersi a Theoric per ripagarlo, in qualche modo, di un'attesa infinita, ma lei non lo amava né lo desiderava e anche per quello era stato un rapporto orrendo. Non aveva tremato al suo tocco, né era stata spinta da un'urgenza che nasceva direttamente dentro di lei a stringerglisi contro e carezzargli il mento appena ispido, i capelli neri e scarmigliati, le labbra beffarde tagliate da un segno bianco – il ricordo di un'antica battaglia, forse.

Mi basta un bacio, promette Loki. Solo che il dio degli inganni è un bugiardo nato e quando riuscirà ad assaggiarle la bocca non vorrà più lasciarla. Questo Sigyn teme e, allo stesso tempo, spera. Perché il desiderio, ora comincia a rendersene conto, è quella febbre strana che la fa sentire impaziente e leggera. La voglia di concedersi e la paura di soffrire ancora. Tutte cose che Loki capta, legge, intuisce. Se il profumo dolce della ragazza non lo inebriasse, se non fosse stupito della dolce morbidezza della sua pelle, si accorgerebbe che la tensione che la rende rigida come un fuso è dovuta al ricordo di una notte infelice e non a un pudico e verginale timore. Ma a Loki non interessa quello che è stato, l'alba è vicina: importa il presente troppo breve e il tempo con cui, all'improvviso, è tornato a fare i conti. L'unica cosa rilevante è Sigyn che si inarca tra le sue braccia, che non si oppone mentre la tira su per i fianchi e la solleva per poi adagiarla sul letto. L'inganno sta nel fatto che le labbra dell'Ase hanno indugiato sul collo della ragazza e sulle sue guance. Hanno sfiorato la fronte e il naso e assaggiato il mento fino a strapparle un sospiro, ma non si sono fermate sulla bocca. Solo che Sigyn non pare aversene a male per questa beffa crudele. Se ci fosse la grata della prigione, a gettare ombre tra di loro, lo rimprovererebbe senz'altro ma ora, tra le sue braccia, sotto di lui, non ne ha il coraggio né la voglia.

La mano dell'ingannatore scivola sulla gamba piegata della ragazza. Parte dalla caviglia nuda, scopre il ginocchio coperto dalla gonna, si insinua sulla coscia e arriva fino al fianco. Non credeva che avrebbe potuto toccare di nuovo gambe di donna, e le sue dita gustano ogni centimetro di pelle calda e tremante, snella eppure morbida. Aveva detto che non sarebbe finito a letto con lei, ma è incostante e volubile e Sigyn è bella e gli cinge con le braccia il collo. E non è più la ragazza che scendeva nei sotterranei e si lasciava corteggiare, è una donna e ha avuto prima di lui un altro: un dettaglio irrilevante che non avrebbe dovuto importagli e invece fa male. Perché? Non era forse un atteggiamento normale? Al suo posto qualsiasi ragazza non avrebbe fatto lo stesso? Certo, solo che.

Solo che accorgersene così, ora che era su di lei, aveva un retrogusto amaro. Mentre marciva nelle prigioni Sigyn aveva vissuto, amato, sperato, fatto progetti che ora Loki faceva del tutto per rendere vani, macchiare. Ma se quello della ragazza fosse un bisogno passeggero? Se, consapevole che quella sarebbe stata la loro prima e unica notte, avesse scelto di uscire fuori dal tracciato per il gusto di provare cosa volesse dire andare a letto con lui? Una parentesi breve che non avrebbe potuto più aprirsi con cui, in fin dei conti, Sigyn avrebbe dovuto convivere, non certo Loki.

Solo che l'Ase credeva di conoscerla ed era abbastanza convinto che non era con quel pragmatismo che lei ragionava, tutt'altro, ed è anche per questo che accorgersi che accoglieva con troppa naturalezza le sue carezze era doloroso come immaginarla con un altro. Solo che c'era qualcosa di bello e straziante anche in quella consapevolezza per quanto fastidiosa e ingiusta fosse, perché Sigyn ora aveva scelto lui: nonostante tutto era tra le sue braccia e avrebbe potuto scappare, gridare, maledirlo anziché guardarlo con occhi dolci e umidi e sospirare in attesa. Colpa di quello stupido gioco. Di una frase detta per vederla arrossire, gettata lì e pronunciata unicamente perché non avrebbe trovato aderenza nella realtà, ma che aveva alimentato in entrambi il desiderio fino a condurli su quelle coperte già spiegazzate. Solo che Loki, steso su di lei sul letto, inebriato dalla dolce morbidezza della pelle di Sigyn, nemmeno in quel frangente riuscì a chiedersi quanto sarebbe costato a lui appagare la sua voglia.

Lacci stretti tra Fedeltà e IngannoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora