Pasquandoro e Matten si incamminarono lungo la strada che portava alle capanne dei nani non pericolosi. Lì c'erano 3 amiche di Pasquandoro: Laurins, Aurorin e Omaym, facevano parte della "Associazione Accoglienza Nanesca" che serviva a far stare al sicuro i visitatori. Lì c'era anche un'altro amico di Pasquandoro, Fernandis, un cartografo che in passato lo aiutò a provare a dialogare con gli indigeni, che di tutta risposta lì hanno inseguiti per 2 giorni. Fernandis poteva aiutare i 4 a fuggire dalle isole e farli così combattere contro il Signore Del Buio. Così decisero di farsi prestare una barca per cercare Riccarodus e Gionun che nel frattempo erano appesi come salami e venivano flagellati da pezzi di fango e escrementi di scimmia. Navigarono per tutte le isole fino a quando da una di queste provenì un urlo molto familiare, era Gionun, stava venendo torturato con una tecnica psicologica chiamata "Freestyle". I due corsero a raggiungere l'isola e armati di diplomazia e buone intenzioni, si inoltrarono timorosamente alla tribù degli indigeni, la tribù "Cervinarj" la più aggressiva e pericolosa. Arrivati all'ingresso tre nani molto minacciosi e arrabbiati iniziarono a urlare e intimidire i due che spiegarono la loro presenza nel villaggio, se non li avessero fatti entrare Pasquandoro avrebbe sguainato l'ascia e li avrebbe messi k.o.
I tre nani però scambiarono Pasquandoro per un nano di buon sangue (perché era barbuto e peloso) e Matten per il suo schiavo umano. Li fecero entrare senza problemi e subito una scena raccapricciante parve ai loro occhi: Riccarodus e Gionun che stavano per entrare in un pentolone pieno di acqua bollente per essere mangiati. Il Re Nano si accorse del nano non nano (Pasquandoro) e gli offrì un banchetto con la sua amata figlia, Pameryn, per avere un soldato in più e anche un futuro nipotino. Pasquandoro, che era un birbantello, accettò e rimase da solo Matten a pensare ad un piano per salvare i compagni che stavano per diventare uno spezzatino. Elaborò un piano che consisteva nel rovesciare il calderone sul re o su la figlia così da distrarre i nani e liberare gli amici per poi fuggire. Lo spiegò a Pasquandoro e lo misero in atto, Matten senza farsi vedere spinse il calderone facendolo traballare e Pasquandoro gli tirò una pietra con la scusa del "quando è pronto?". Il calderone era sull'orlo di cadere, Matten fece finta di urtare su un nano che per non cadere si appoggiò al calderone. Il calderone cadde perfettamente sulla capanna del re e tutti andarono a controllare. Pasquandoro e Matten così, liberarono Gionun e Riccarodus e scapparono fino alla spiaggia dove trovarono la barca distrutta e una lettera:"chigghiuni nun semu stupidi, 'n saluto da Franceschin, da Piuccio e da Clementin" erano i nani dell'entrata che per precauzione avevano distrutto la barca. Il quartetto cercò in fretta e furia della legna e delle corde per ripararla ma in neanche 5 minuti arrivò l'intera tribù con torce, lance e mazze pronti a maciullarli. Matten con un incantesimo riparò la barca anche se un pò tremolante e creò uno scudo protettivo per evitare danni dalle lance scagliate. Arrivati all'isola principale l'AAN (Associazione Accoglienza Nanesca) regalò una barca ai nostri eroi e Fernandis una mappa nautica per attraversare il mare.
STAI LEGGENDO
Il Viaggio di Riccarodus
Fantasyil viaggio del guerriero Riccarodus nelle terre di Siculiaron,di Calambris e l'arcipelago di Iscarumis, dove affronterà abili nemici per proteggere i propri compagni e per salvare la propria terra.