La Capitale

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Da Nolus, la banda si spostò a Neapol, dopo essersi riposati e aver mangiato una fantastica Lasagnus preparata da Pasquandoro, si inoltrarono nei numerosi vicoli e strade di Neapol, andarono a casa di un amico di Mattinar, Vincenzimus, un fabbro conosciuto a Neapol per i suoi metalli pregiati. In dialetto Neapolitano, Mattinar e Gionun fecero forgiare tre armi a Vincenzimus per quelli che non avevano un equipaggiamento. Per Arcangis una daga con una magia congelante, per Mattinar un'ascia da combattimento e per Riccarodus una spada a doppio taglio. Usciti da casa di Vincenzimus, a Pasquandoro servivano gli ingredienti per i suoi piatti strepitosi, quindi andarono in un emporio-panetteria chiamato "La panetteria di Paolone" dove c'erano tante cose da mangiare, Mattinar cercò di rubare qualcosina ma grazie a Arcangis mise le mani apposto. Pasquandoro prese quel che doveva prendere e uscirono, fuori li aspettavano sette brutti ceffi poco raccomandabili, che aggredirono i nostri ragazzi per rubare lo gnomo, che avrebbero usato per portare le patate dentro gli scantinati. La banda si difese grazie anche alle armi nuove di zecca, Riccarodus trovò una mappa nella tasca del capo scugnizzo (così si chiamano i cattivi ragazzi da quelle parti) segnava un tesoro nascosto nell'arcipelago di Iscarumis là vicino. Dietro la mappa però c'era scritto "oltre a noi c'è un altro uaglione in cerca del tesoro, fai attenzione Ciro!".

Il Viaggio di RiccarodusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora