15 agosto 1998 (Francia - Normandia "cimitero militare" )Sono ormai una vecchia ma vissuta donnetta che se ne sta, come tutte le domeniche, seduta sull'erba fresca col sole cuocente sulle spalle curve mentre medita in silenzio i ricordi che le invadono il corpo come sangue.
«Mamma, la troup televisiva è arrivata!» alle mie spalle, una voce giovanile fa capolinea nelle orecchie, quella è la voce di mia figlia, Madison Dean Ryan.
«Va bene tesoro, arrivo!» rispose io ritornando a galla dal mare di ricordi in cui mi ero tuffata.
Cercai di issarsi in piedi con le braccia, ma presto mi ricordai che quest'ultime non erano più quelle forti e rigide braccia da ragazzina, ma invece, di una vecchia donna ormai rovinata.
Iniziai a sentire dei passi svelti provenienti dalle mie spalle, ciò indicava qualcuno dirigersi a gran velocità verso di me.
Girandomi mi ritrovai faccia a faccia con l'alto e snello Andy Doberman. Presentatore pubblicitario e giornalista di fama internazionale, quest'ultimo aveva appreso la notizia che la ormai famosa Sid Francis Ryan, avrebbe raccontato la sua storia al grande pubblico e davanti ad una videocamera, quella famosa storia che affascina molte persone già dalla fine della guerra. La famosa e unica ragazza ad essere sopravvissuta al ponte di Ramelle.«Oh, signora Ryan! Lei non sa quanto io sia felice di fare la sua conoscenza!» il giornalista iniziò a stringermi la mano magra e venosa con sorprendente forza e euforismo.
«Sono contenta anche io signor Doberman. Ma credo che con questa felicità mi potrebbe staccare la mano»
Doberman sorrise e subito allentò la presa, io ricambio il sorriso e poi senza ancora staccare le nostre mani, il giornalista mi fece segno di sedermi, li dove la troup aveva già montato tutta la attrezzatura per l'intervista.
«Ok, possiamo iniziare!» Informò un uomo.
«Perfetto!» Rispose lui prendendo un registratore a cassette e posandolo sul tavolo, dove vicino c'erano anche due bicchieri d'acqua.
«Però, prima di iniziare vorrei farle vedere alcune cose Sid» disse girandosi verso una donna della troup afferrando degli oggetti in un sacchetto, che successivamente appoggiò sul tavolo.
«Come le avevo accennato da telefono, dei nostri membri della troup erano andati a setacciare un po' il posto da lei indicato, come l'ultima battaglia per vincere la guerra contro i tedeschi, giusto?» Chiese per avere conferma.
«Sí è esatto!» Confermai analizzando gli oggetti posti sul tavolo.
«Ecco, e questo è tutto quello che sono riusciti a trovare, li abbiamo puliti e lucidati. Lo so, non sono come nuovi ma si riesce ancora a leggere qualcosa. Dia una occhiata, forse trova qualcosa di famigliare» disse Andy avvicinandomi i sacchetti con la mano.
Io abbassai lentamente il capo per scrutarli attentamente, e... sí, Andy aveva proprio ragione.
Riconobbe subito una borraccia di cui ricordo ancora adesso il gusto a berla, l'acqua metallica della borraccia era inconfondibile.
I militari la usavano quando erano in battaglia.
Un po' arrugginita ma ancora riconoscibile, pensai.Presi in mano il sacchetto e chiesi:
«Posso toglierla dal sacchetto?»
«Si, ovvio! Ma faccia attenzione, potrebbe rompersi da un momento all'altro» rispose
lui.Appruarsi con un segno di capo, e piano piano sfilai con così tanta cautela la borraccia dalla busta che quasi quell'azione duro due minuti.
La guardai incredula.
A gli occhi degli altri poteva sembrare solo una semplice borraccia di metallo, ma per me... per me era più di quello.La avvicinai al petto e espirai profondamente quasi ancora per sentire l'odore di quell'oggetto, e in un attimo...
«Tu Rayn andrai per prima!» urlò il capitano Getchok.
La voce del capitano si sentiva a malapena dato tutto il rumore causato dallo spostamento di aria dell'aereo.
«Gli uomini prenderanno coraggio e verrano con te! Intesi!?» tentò di urlare più che poteva ma la voce andava e veniva.
Allora al tempo una ragazzina, presi la borraccia di metallo e la portai alle labbra per berne il contenuto.
Odore di metallo...
Gusto metallico...
Quella borraccia era da cambiare.«VAI! VAI!» e il capitano mi spinse giù per l'aereo.
Avevo fatto molte prove per quello, ma ora c'ero dentro, l'obiettivo era atterrare sulla spiaggia sani e salvi, poi andare verso Vierville e aiutare gli alleati col supporto medico e militare.
Ma le esplosioni dei mortai folgorarono quei pensieri e me li buttarono via dalla mente.
Sentii un pensate peso e vuoto al cuore, come un buco. Non mi trattenni neanche più, e mi feci cadere dalla sedia in ginocchio per terra.
«Mamma! Tutto bene!?» Grido Madison avvicinandosi a gran velocità a me.
«Signora Ryan! Sid, stai bene?» Arrivó anche Andy.
«Facciamola sedere» intervenne nuovamente mia figlia.
Ormai i miei occhi chiedevano a tutti di essere ascoltati, di essere capiti, e di liberarsi da quello che avevano visto, non potevano più trattenere le lacrime, avevo troppi ricordi da cui liberarmi.
Mi fecero risedere e mi dettero un bicchiere d'acqua, ma io non ne bevvi neanche un sorso, volevo solo parlare.
«Sid se ora stai meglio...» ma non lo feci finire.
«Iniziamo!»
Andy si limitò a fare un cenno con la testa e poi partii con la registrazione.
Presi un grosso respiro a pieni polmoni ed iniziai a parlare, ma volgendo lo sguardo alle lapidi a forma di croce, li iniziarono i flashback...
~~~~ spazio autrice ~~~~
Ecco ragazzi!
Questa era la prima parte, spero che vi sia piaciuta! Domani pubblicherò la seconda.CIAO!!!! <3
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Saving private Ryan
Historical FictionD-DAY - Normandia 6 giugno 1944 Le barche alleate sbarcano sulla costa francese con l'obiettivo di impadronirsi della spiaggia, così da poter liberare la Francia dai nazisti. Fra tutti quei soldati, due fratelli, di cognome Ryan, morirono lí, insie...