Parte 11 ~ un passo dalla vittoria ~

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Uno dei carri armati più piccoli si stava facendo largo attraverso quello che fino a qualche giorno prima doveva essere il soggiorno di una famiglia francese, travolgendo le pareti divisorie e le travi di sostegno, frantumando i mobili in mille pezzi.
Ma poi il Panzer si trovò bloccato da un grosso muro portante di pietra che non voleva saperne di andare giù, e ruggì rabbiosamente cercando invano di superare la barriera di macerie.

Appiattito contro un muro vicino, Miller notò la manovra e rivolse un cenno ai soldati Rice e Garrity, ordinando loro di partire all'attacco.

I due soldati si lanciarono fuori dal loro riparo, correndo a zigzag verso il Panzer bloccato, con le bombe appiccicose pronte all'uso.
Miller e Reiben corsero con loro per fornirgli fuoco di copertura.
Feci per scattare insieme a loro, ma Miller mi afferrò per un braccio per fermarmi e ributtarmi nella buca.

«No, Ryan! Tu stai giù» mi urlò.

Non posi resistenza e rimasi li nella mia postazione, non sapendo che il cannone del panzer si era girato verso di me.

«Sid!» sentii la forte voce di Reiben.

Mi affacciai e lo vidi correre verso di me, mi prese per la divisa e mi trascino via dalla buca da mortaio, portandomi al riparo dietro una casa diroccata prima che il panzer avesse potuto sputare fuoco su di me.

L'esplosione, susseguita dai detriti di terra mi fece cadere addosso a Reiben, che attutì la mia caduta.

«Beh... Pur essendo in pieno guerra, in questo momento non mi dispiace questa posizione» disse Reiben facendo un sorrisetto malizioso.

«Cazzo Reiben smettila!» tuonai io dandoli un colpetto sul petto.

«Lara!» sentii urlare anche il capitano, e subito dopo lo vidi arrivare nella nostra posizione.

Si bloccò per qualche secondo a guardarci, notando che ero ancora sopra Reiben.

«Stai bene Ryan?» mi chiese poi preoccupato.

«Si, anche io sto bene. Grazie capitano» rispose al posto mio Reiben, mentre mi aiutava ad alzarmi.

«Forza, spostiamoci» disse Miller prendendomi per il braccio trascinandomi via di li, seguiti da Reiben che continuava a sparare per coprirci.

Dovettimo passare davanti alla strada principale esponendoci al fuoco dei carri, che non tardarono a individuarci, e uno sparo sopra di noi.
Lo scoppio fu talmente assordante che caddi nuovamente atterra. Li ci rimasi un po fin quando non trovai la forza per rialzarmi, ma appena mi rimisi in piedi, notai un Tedesco che mi mirava.
Mi copri il volto con le mani, ma il colpo che sentii non era dell'M1 del tedesco, ma di uno Springfield... lo Springfield di Daniel.

Saving private Ryan Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora