D-DAY - Normandia 6 giugno 1944
Le barche alleate sbarcano sulla costa francese con l'obiettivo di impadronirsi della spiaggia, così da poter liberare la Francia dai nazisti.
Fra tutti quei soldati, due fratelli, di cognome Ryan, morirono lí, insie...
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Mi ripresi da quella botta, avevo ancora la vista annebbiata ma in poco tempo riuscii a riacquistarla quasi del tutto. La mia testa sembrava sul punto di esplodere, perciò mi portai una mano alla fronte, accorgendomi di un liquido caldo che colava da sopra il sopracciglio.
«Cazzo! Ho preso propio una bella botta» mi dissi in mente, guardando la mia mano con sopra il liquido rosso scuro. Successivamente mi guardai intorno... non vedevo nessuno dei miei compagni.
Mi affacciai dal muro in cui ero svenuta, per rendermi conto che ero vicina al nemico. Il Tiger con sopra l'ufficiale tedesco che guidava i soldati avanzava minaccioso.
Mi ritrassi. Il cuore aveva iniziato a battere in modo anomalo, trappoco sarebbe uscito dalla sacca toracica. Non sapevo cosa fare... ero spaventata e avevo perso la mia M1 garand durante l'esplosione. Ma... come ho già accennato nel corso di questa storia... quando non so che fare l'istinto agisce...
Mentre la mia testa girava in ogni dove, i miei occhi si posarono al fianco delle macerie di una casa dall'altra parte della strada, li attera c'era ancora l'innesco per gli esplosivi del ponte. Mi ricordai a quello che aveva detto Miller:
«L'ultimo in vita prende il detonatore e fa saltare il ponte»
Dovevo solo prenderlo e portarlo al ponte... o cazzo! Il ponte!
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(È consigliato mettere la canzone "Test driver" di How ti Trani tour Dragon per la miglior esperienza. Grazie)
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Mi guardai attorno, la polvere rilasciata dalle esplosioni mi rendeva scarsa la vista, ma fortunata se ne stava andando, così intravidi nella accumulo di polvere la sagoma del ponte.
Sarò stata a 9 - 10 metri da esso, con una corsa a velocità di un P47 ce l'avrei fatta. Ma prima avrei dovuto correre per prendere l'innesco degli esplosivi.
Respirai ed ispira, respirai ed ispira, respirai e... corsi! Corsi come non avevo mai fatto, sembrava che le mie gambe si sarebbero staccate dal corpo.
I tedeschi mi videro e iniziarono a spararmi dietro. Feci dei salti per evitare che potessero prendermi una gamba, quando arrivai ad un metro dalla casa mi lanciai come un sacco di patate, ma dovevo fare in fretta... non potevo aspettare più di tanto.
Presi in grembo l'innesco e cercai di regolare il respiro, chiusi gli occhi e mi appoggiai ad un muro diroccato della casa, ma dall'altra parte del ponte sentii:
«SID! SID!»
«Daniel...?»
Guardai incredula nella direzione del ponte con speranza. Poi iniziai a sentire la terra sotto di me vibrare, era segno che il Tiger si avvicinava, dovevo fare in fretta.