Arresto 4.

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Arresto 4.

Se dovessi trovare un termine per il mio stato d'animo in quel momento, sarebbe stato sicuramente "confuso". Non era proprio nel mio stile decapitare qualcuno senza sapere nemmeno il perchè delle sue azioni, motivo per cui sorvolai sulla katana che era stata spostata pefino con troppa grazia per la situazione in cui si trovava. Non era agitata? Sanemi, differentemente da me, non perse tempo, Apprezzai come non le punto contro armi ma no si poteva chiedere tutto nella vita, mentre infatti camminava velocemente per raggiungerci prese ad inveire contro la ragazza la quale nel frattempo si era chinata per accogliere tra le sue braccia un lupacchiotto grigio cenere.
Notando il grado di attenzioni che la giovane gli stava rivogendo, cambiò soggetto di imputazione.

"Che diavolo ti salta in mente? Non abbiamo idea di chi sia e te ne stai così? Non so, vuoi anche del tè?!"

"È tuo?" chiesi incuriosito dal muso che si nascondeva tra il tessuto nel cappuccio e il suo collo.

"Sì, anche lui è tuo? Esiste un tasto per spegnerlo?" rispose abbassando il cappuccio rivelando così degli occhi neri e ciocche di capelli marroni leggermente mossi con dei riflessi rossastri accentuati dalla luce del sole.
La risposta di Sanemi non ci mise nulla ad arrivare, lo lasciai fare totalmente impigrito da uno scontro del genere. Sbuffando un sorriso l'afferrai per un braccio consapevole del fatto che pur essendo ora in pericolo di vita, Sanemi non l'avrebbe potuta far fuori senza il consenso degli altri pilastri e del Maestro.

"Dobbiamo andare" dissi.

"Non sei nella posizione adatta per fare la simpatica" rise beffardo sequestrandole la katana che portava in vita. Un fodero blu con dei dettagli argentei, particolare.

"Credevo che la parte di quello simpatico la stessi provando tu" rispose piccata, visibilmente infastidita.

Sospirai arreso all'idea che quei due avrebbero continuato il botta e risposta per ancora molto tempo. Quale gioia...

Mi volsi verso Sanemi guardandolo e fortunatamente sembrò capire limitandosi ad accelerare il passo verso il luogo d'incontro che solitamente usavamo con gli altri pilastri per le comunicazioni.

Il sole era alto ormai, poche nuvole lasciavano chiazze bianche qua e là nell'azzurro, nel silenzio naturale in cui eravamo immersi, il suono dei nostri passi nella ghiaia venne interrotto da un fruscio tra gli alberi.

"Guarda, guarda, guarda" leggiadra prese lo slancio dal ramo, toccando con estrema dolcezza il suolo. La manica del kimono colorato copriva parte del viso lasciando fuoriuscire solamente delle dita davanti le labbra. "Chi abbiamo qui Rengoku?"

Mi volsi nella direzione della giovane, così tranquilla e in qualche modo con lo sguardo assente nonostante la situazione in cui si trovava.

"Non ne abbiamo idea, la stavamo portando dal Maestro per poterla interrogare con gli altri pilastri, ti unisci a noi Shinobu?" chiesi riportando lo sguardo sul nuovo pilastro che ci aveva appena raggiuunto riprendendo la camminata.

Notai Shinobu guardare curiosa la giovane per poi aggiungere poco dopo un "Vi anticipo".

Non ebbi il tempo di rispondere che era già sparita. Dall'aria divertita sembrava quasi che non vedesse l'ora di scoprire quale sorte toccasse alla nuova arrivata. In cuor mio speravo non dovesse esserci un ulteriore spargimento di sangue, in fin dei conti eravamo riusciti a recuperarla prima ancora che si addentrasse tra le abitazioni.

*

Il pilastro dal kimono colorato non aveva perso tempo. Quando arrivammo, dinanzi il pergolato ligneo vi erano il resto dei pilastri, chi seduto, chi in piedi, ad attenderci.
Tomioka e Obanai, rispettivamente appoggiato ad una trave e accovacciato sulla scala, osservarono in silenzio il nostro arrivo.
Muichiru si degnò di svegliarsi dal sonno mentre Tengen e Mitsuri cercavano di sviare le idee apocalittiche da Gyomei che aveva cominciato ad elencare insieme all'ennesimo rosario.

In procinto di parlare mi feci avanti ma la vista del Maestro mi portò solamente a dar l'ordine agli altri di allinearsi. Ci inchinammo salutando.

"Abbiamo trovato questa ragazza all'interno dei nostri confini, l'arresto è avvenuto prima che entrasse all'interno delle abitazioni, è munita di una katana sequestratale da Sanemi e da un lupo" concretizzai alzando il viso e con mia sorpresa vidi il Maestro...sorridere?

"Ridatele la katana, offritele una dimora, da domani parteciperà ai vostri allenamenti."

Ci fu immediatamente un comprensibile sgomento generale di alcuni, me compreso. Non compresi il perché degli ordini del maestro e la mia confusione fu accentuata dal vedere disorientata persino la ragazza mentre riprendeva in mano la katana che decisamente controvoglia le era stata resa da un Sanemi furibondo.

"Maestro ma-" Tengen spezzò il discorso a metà vedendo il Maestro voltato di spalle fermarsi dal rientrare nell'abitazione.

"Bentornata T/C" semplici parole, che nonostante la radiosa giornata che ci
circondava, ci colpirono tutti come un fulmine a ciel sereno mentre la figura del
Maestro spariva nell'ombra della sua abitazione.

Io so chi seiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora