T/N'pov
Una sensazione umida sul viso mi portò a strizzare gli occhi e battere le palpebre più volte, davanti ai miei occhi il musetto vispo di un già attivo e mattutino lupetto.
Sorrisi prendendo il corpicino e avvicinandolo al mio petto, mentre il mio sguardo si perdeva nella vista di cui potevo godere dalla finestra, tra l'arancione di alcuni, alberi rimasti di un verde brillante erano attraversati dalla luce fioca dell'alba.
Il sole è già sorto dunque...
Richiusi gli occhi beandomi di quella sensazione di quiete, del movimento del corpicino di Sif che sollevava e abbassava alternando inspirazione ed espirazione.
Un attimo.
Li riaprii di scatto ricordandomi dell'allenamento. Un guaito fu emesso giustamente da Sif una volta che sollevai il busto con irruenza mettendomi a sedere. Feci rapidamente mente locale e aspettao qualche secondo che il giramento di testa passasse.
Dannata pressione bassa...
Mi alzai rapidamente e afferrai il kimono abbandonato la sera prima sul mobile.
"Scusami Sif, lo so"
Il lupo mi voltò potrei dire con fare quasi imbronciato le spalle dopo essere stato fatto scivolare sul pavimento freddo dopo essere stato calorosamente abbracciato. Indossai la canotta bianca che avevo lasciato ad asciugare e subito sopra il kimono a mo' di giacca senza legarlo con l'intenzione di sistemarlo durante il tragitto. Velocemente poi passai davanti la piccola cucina per dirigermi in bagno ma il mio sguardo venne catturato da del cibo frugale messo sul tavolo. Non ebbi modi di accertarmi se fosse entrato qualcuno o se fosse stato già lì, la sera prima per la stanchezza non ebbi modo di fare ragionamenti di altro tipo se non agire macchinamente per potermi il prima possibile coricare, ad ogni modo, presi velocemente un po' di pane di segale e lo misi in bocca, chiamai Sif mentre prendevo la spada all'ingresso ed aprivo la porta per farlo uscire.
Ripensandoci ora fu un errore da parte mia non ipotizzare ciò che avvenne praticamente un attimo dopo. Guardai la maniglia chiudendo la porta dietro di me, il tempo di riportare il viso verso il portico e la stradina davanti casa che per poco non sbattevo contro degli abiti neri e delle braccia. Tra di loro trovai comodamente adagiato Sif.
"Sono le 7:30" mi squadrò, ressi lo sguardo alzando di poco il volto.
"Stavo venendo" risposi ingoiando il boccone di pane che continuai a tenere in mano mentre posavo il gomito sul braccio intorno alla vita.
"In questo stato?" chiese sorridendo beffardo e distogliendo lo sguardo dai miei occhi per poi riportarli su Sif mentre lo riportava a terra.
Si girò di spalle, da lì in poi fu un attimo. Vidi la parte destra del mantello muoversi, buttai il pane a terra ed estrassi la katana in tempo per parare il suo colpo.
"Niente riscaldamento, siamo già in ritardo" disse sorridendo tra la mia e la sua spada saltando poi indietro.
"Buona difesa"
Vedi un po' ... pensai, leggermente innervosita dal dover combattere con il kimono in quello stato, ma non sarebbe sicuramente stata della pelle scoperta ad ostacolarmi in uno scontro.
"Vediamo se la tua lo è altrettanto, ti va?" partii all'attacco e poco prima di scontrarmi con la sua spada cambiai direzione ritrovandomi alle sue spalle.
Era mio. Infilzai la spada nel mantello bianco ma sentii afferrare la lama da dietro il mantello il che mi portò a lasciare l'elsa prima di venirne attratta. Ero disarmata, passai alla lotta libera abbassandomi e facendo leva sulle braccia tirai un calcio basso mirando agli stinchi.
Saltò, aveva la lama della mia spada in mano, leggermente sanguinante, la fece volteggiare ritrovandosi l'elsa in pugno.
"I miei complimenti, ma non ti conviene sottovalutarmi" sorrisi alle sue parole notando il divertimento in quegli occhi caldi e vitali.
Leggermente titubante di ciò che stavo per fare agii ugualmente chiamando Sif che corse da me. Dovevo solamente toccare il pelo del lupo, nonostante il semplice gesto la mia mano prese a tremare. Che dovessi solamente lasciar correre? Allora perchè avevo paura? Sono solo ipotesi alla fine...allora perchè devo temerle?
Rengoku non aspettò giustamente i miei ragionamenti e tentennamenti, me lo ritrovai nuovamente davanti e mentre io perdevo tempo a riflettere sul da farsi sentii i lembi del kimono essere afferrati ed il mio corpo essere strattonato a terra e poi leggermente sollevato.Sovrapposi una mano al suo pugno chiuso. Ero arrabbiata, frustrata e nervosa.
"Non lo faccio, ma così mi fai dubitare delle idee che mi ero fatto" distolsi lo sguardo, sentendo il mio orgoglio da combattente ardere dopo essere stato ferito quelle parole.
Con la mano ancora a terra raccolsi del terriccio e glielo lanciai in viso. Quasi subito venni lasciata mentre si toglieva la terra dagli occhi ne approfittai per riprendermi la spada e saltare sul ramo di un albero.Strinsi l'elsa tra le mani mentre strinsi il tessuto del kimono tra le mani coprendo il petto, la leggera canotta era ormai passata dall'essere bianca al marrone terroso. Aveva capito che qualcosa non andava. Lo capii, era comprensibile, come non era difficile comprendere tutti. Lo sguardo era quello, come un marchio che ormai mi accompagnava da che ne ho memoria.
"Per oggi abbiamo finito" esclamò da terra portando una mano dietro la nuca. I capelli biondi gli coprirono parte del volto quando si voltò di lato ad osservare il lupo che nel frattempo era rimasto seduto a terra.
"Chi ti ha detto che non posso continuare a combattere?"
"Serve davvero ribadirlo?"
Strinsi i denti.
"Posso continuare, non sono stanca." ribattei fermamente scendendo dall'albero.
Si voltò e dandomi le spalle prese a camminare ignorando le mie parole. Non era colpa mia...almeno credevo, ma ogni pensiero che mi veniva in mente era come se non appartenesse a me stessa, era tutto così confuso, rarefatto. Odiavo quella sensazione. Odiavo non capire cos'è che pensassi.
Prima che potei continuare a parlare con la remota speranza di convincerlo, venni interrotta da...Giyu?
"Shinobu ti aspetta, continuerai lì" disse semplicemente il ragazzo dai capelli neri.
Riposi la katana nel fodero frustrata, inspirai profondamente e mi promisi che il giorno seguente avrei avuto la mia rivincita.
Tornai padrona dei miei pensieri mi sistemai il kimono e mi misi in cammino seguendolo verso la casa di Shinobu.Riuscivo a sentire lo sguardo di Sif addosso. Faceva uno strano effetto, dei brividi percorsero la mia schiena accompagnati dai pensieri di quella notte. Alzai il viso da terra, tutto intorno a me si colorò di un rosso cupo, di fumo grigio, le urla rarefatte delle persone che bloccate in casa non potevano scappare. Prese a girare tutto. Sfilai la katana e strinsi con il palmo la lama affilata fin quando il dolore non mi riportò alla realtà.
"Tomioka ti dispiace dare appuntamento a Rengoku per domani mattina?" chiesi voltandomi verso di lui ed ignorando il modo in cui in modo fulmineo osservò la mia mano sanguinante.
In risposta ricevetti solamente un segno di affermazione dopo che la sua attenzione ritornò su di me. Si voltò nuovamente verso la stradina davanti a noi e prima che se potesse continuare andare però disse qualcosa che mi diede da pensare da quel momento fino a sera.
"Prima di allora, impara a non avere paura".
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Io so chi sei
FanfictionDue persone distinte, due vite diametralmente opposte. Una con un passato poco chiaro alle spalle, l'altra alla continua ricerca di emozioni che lo facciano sentire vivo. Tra crisi di identità, combattimenti e incertezze nasce l'amicizia, che il lor...