CAPITOLO 10

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Invece di strappare la sua prima lettera, l'aveva portata con sé dal giorno in cui l'aveva ricevuta. Non l'aveva detto a nessuno... Forse suo padre davvero non aveva capito quanto bene gli aveva voluto?

Non erano mai stati portati alle effusioni e alle manifestazioni verbali di affetto. Arrabbiato com'era per le scelte, no, gli stupidi errori che suo padre aveva fatto, avrebbe dato quasi tutto per vederlo un'ultima volta. Ma la vita e la morte non funzionavano così.

Piegò la lettera e la rimise nella busta insieme con l'anello, il brevetto, le foto e gli altri frammenti cartacei che commemoravano pietre miliari della vita di suo padre. Reagan Senior gli aveva dato il permesso, forse l'aveva incoraggiato, di lasciare il 'Powell Group', se voleva. Poteva trasferirsi e iniziare una nuova vita in una città diversa.

Fu percorso da un brivido freddo pensando all'infinita varietà di possibilità, alle molte strade che la sua vita poteva imboccare. E, in quel momento, l'unica cosa che voleva era vedere di nuovo l'incantevole sorriso di Madeline.

Fuori, sul terrazzo, Madeline era ancora al telefono, aspettando che RJ uscisse dalla stanza dove si era rifugiato per leggere la lettera del padre.

"Mad! Hai promesso di dirmi tutto!"

La voce di Sarah si alzò di tono, esasperata. Madeline scostò la cornetta dall'orecchio.

"Ci sto provando. Il weekend non è ancora finito. Sono seduta su una terrazza davanti ad un panorama di quella che deve essere l'intera catena montuosa delle Great Smoky Mountains."

Come poteva descrivere le esperienze degli ultimi due giorni?

"È soltanto un weekend romantico. Sai che cosa intendo."

Voleva minimizzare. Era il loro primo fine settimana insieme. Sì, era fantastico. Più che fantastico, ma non significava che RJ si sarebbe precipitato a comprarle un anello.

"Hai fatto sesso con lui?"

"No, abbiamo meditato insieme e poi ci siamo pettinati i capelli..."

"Oh, piantala! D'accordo, sono stata un po' rude. Siete andati a letto insieme."

"Abbiamo fatto anche quello. Oh, Sarah... Ha il sonno pesante e, quando è sul punto di svegliarsi, fa un suono adorabile, come se facesse le fusa."

Alla mente di Madeline si presentò l'immagine del suo torace possente che si sollevava e si abbassava. L'aveva osservato per più di un'ora... non osando muoversi per paura di svegliarlo, così rovinandole il piacere di guardarlo mentre dormiva tra le sue braccia. Aveva un aspetto così forte e vulnerabile al tempo stesso. Irresistibile.

"Oh, come un grosso gatto. Allora, quando lo rivedrai?"

"Suppongo domattina, quando gli porterò la posta."

Madeline deglutì. Sarebbe riuscita a conservare il consueto atteggiamento professionale adesso che sapeva com'era fatto sotto i suoi eleganti completi a righine sottili? Adesso che lui sapeva com'era fatta sotto i suoi severi tailleur?

Le formicolarono i seni mentre ricordava lo sguardo dei suoi occhi azzurri che la scrutavano e la bevevano con l'aria assetata di chi si è perso nel deserto.

"Hmm, amore appassionato e scatenato sulla scrivania dell'ufficio, con fogli che volano a terra e il telefono che squilla."

"Decisamente, no!" protestò Madeline, arrossendo.

"Mai dire mai, Mad. Una settimana fa avresti pensato che vi sareste baciati nel suo ufficio?"

"Neanche in un milione di anni. Non negherò di averci fantasticato, ma non ho mai creduto che potesse accadere."

AMORE SENZA FINE ( 3 LIBRO - LA SAGA DEI POWELL)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora