Capitolo 15

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*Pov's Jace*
Dopo che Chry mi ha lasciato, Isabela ha continuato a girarmi intorno ed io, da naturale stupido, le ho dato corda. Adesso sto di nuovo con lei. Non che io sia felice, però. Mi sta sempre addosso, non si stacca mai, neanche quando ho le scatole girate.
La lascio da sola al ristorante e torno a casa.  
Mi pento di averle picchiato il fidanzato che, nonostante fosse Luke Miller, la persona al mondo che odio di più, è pur sempre il suo compagno. Per quanto sia geloso e pazzamente innamorato di lei, devo voltare le spalle e andare avanti, d'altronde lei non ha intenzione di perdonarmi.
Mi arrivano molti messaggi. Controllo chi è. È sempre Isabela. Uffa, che rottura di scatole che è!
*Inizio chat*
Da "Isa🙄🙄":
"Jace caro, torna da me ti prego!"
"Jace io ti amo non come quella gallinella!"
"Tesoro, domani sera vieni a casa mia, ti aspetto!"
"Ti devo dire una cosa, domani!"
A "Isa🙄🙄":
"Non verrò, lasciami in pace!"
Da "Isa🙄🙄":
"Ma dai, vieni!"
A "Isa🙄🙄":
"HO DETTO DI NO, OK?!"
*Fine chat*
La blocco e poso il telefono.
Sbuffo sonoramente e vado in bagno a farmi una doccia. Vado a dormire. Un altro giorno è passato.

*Il giorno dopo*
È domenica. Mi sveglio  più tardi del solito orario.
Esco presto e vado in un posto che conosco solo io. È un parco sperduto in mezzo alla campagna. Mi viene un'improvvisa voglia di urlare. Lo faccio. Urlo talmente forte che anche gli uccelli sugli alberi volano via. Mi inginocchiò per terra e scoppio a piangere. Ma perché? Perché? Perché ho fatto quella stupida scommessa? Perché, cavolo? Perché devo fare soffrire inutilmente Chry? Cosa devo fare per farmi perdonare?
Mi porgo tutte queste domande, all'ultima, purtroppo, non riesco a trovare una risposta. Però, devo trovare un modo. Costi quel che costi.
Mi butto per terra e continuo a piangere. Osservo il cielo e chiudo gli occhi. Immagino Chry. La immagino qui, affianco a me, e io l'abbraccio. Però, sfortunatamente, non stiamo più insieme.
Torno a casa. Mi chiudo in camere tutto il giorno. Si fa sera ed esco di nuovo.
Faccio una lunga passeggiata lungo un viale quando, all'improvviso, da un vicolo cieco, sento qualcuno, o .eglio una ragazza urlare. Mi avvicino e noto una ragazzo, di circa 23/24 anni, che sta cercando di violentare una ragazza di 18/19 anni.
"LASCIAMI, LASCIAMI!"
Urla in preda al panico la ragazza.
"No, piccola, lasciami fare, ti piacerà vedrai!"
Afferma il ragazzo bloccandola al muro e iniziando a baciarla avidamente.
La giovane cerca comunque di liberarsi ma non riesce.
Ma come si può fare questo a una ragazza? Che razza di uomini si è?
Mi avvicino lentamente e sposto con violenza il ragazzo dalla ragazza. Lo butto per terra e gli tiro un pugno in faccia.
"MA CHE RAZZA DI UOMO SEI?!"
Gli urlo in faccia.
"MA CHE CAVOLO FAI, RAGAZZO?!"
Urla lui.
"DIFENDO UNA POVERA RAGAZZA INDIFESA CHE STAVI PER VIOLENTARE, STUPIDO!"
Urlo ancora.
Si alza e mi dà un pugno in faccia. Sento che inizia a saglnguinarmi il naso. Gli do un altro pugno e una ginocchiata dove non sbatte mai il sole. Si piega in due. Gli do un altro pugno e lo stendo per terra.
Mi giro verso la ragazza e le chiede:
"Come stai?"
"B-b-bene...g-grazie per avermi aiutata!"
Afferma balbettando.
"Di nulla! Non so che uomo è uno che violenta una ragazza così bella!"
Esclamo.
Le strappo un sorriso.
La osservo bene ed è veramente una bella ragazza: ha lunghi capei biondi e occhi azzurri, labbra carnose e un bel fisico.
"Posso sapere qual è il tuo nome?"
Le chiedo.
"Clarisse. Tu?"
Chiede.
"Che bel nome! Io sono Jace Norman!"
Le rispondo.
"Aspe...proprio quel Jace Norman?"
Chiede stupita.
"Si, proprio quello!"
Affermo.
"Sono molto felice di averti incontrato!"
Esclama Clarisse.
"Piacere mio!"
Dico allungando la mano.
La stringe sorridendo.
"Vieni, andiamo via!"
Affermo.
Annuisce silenziosa e mi segue.
"Se posso sapere, chi era quello?"
Chiedo con garbo.
"Era un ragazzo, Julius, di 24 anni, con cui uscivo!"
Mi risponde.
"Non uscirci più!"
Le consiglio.
Annuisce.
"Quanti anni hai, Clarisse?"
Le chiedo.
"19."
Risponde.
Annuisco.
"Ti riaccompagno a casa. Dove abiti?"
Le chiedo nuovamente.
"In quella casa là in fondo a sinistra!"
Afferma.
"Ok, andiamo!"
Dico.
Dopo una lunga e piacevole passeggiata arriviamo sotto casa sua.
Mi sorrise e mi chiede con tono gentile:
"Se vuoi possiamo conoscerci meglio. Sempre se a te fa piacere!"
"Certo, va bene!"
Affermo.
"Allora vediamoci domani pomeriggio alle 16:15 al bar in centro!"
Esclama.
"Va benissimo! A domani Clarisse!"
Affermo salutandola.
Mi avvio verso casa.
Non so per quale cavolo di motivo ho accettato la sua proposta. Amo ancora Chry.
Ma se lei vuole voltare le spalle io non posso correre dietro tutta la vita. Basta. Ho deciso. Proveró anche io ad andare avanti e a dime toccarla, a che se non sarà così facile.

*Il giorno successivo*
Mi alzo presto, faccio velocemente colazione e vado a scuola.
Arrivo all'entrata e vado a saluta Sean, Riele ed Ella.
"Ciao ragazzi!"
Affermo.
"Ciao Jace!"
Dice Sean fraddamente.
"Ciao!"
Mi saluta Ella distaccata.
Riele,invece, mi guarda solo negli occhi e non mi saluta.
"Ah, ho capito, ce l'avete con me e penso di sapere anche perché. Come se l'unica a rimanerci male fosse stata Lei. Come pensate mi sia sentito, eh?! Bene?! No, non di certo. Mi si è spezzato il cuore!"
Esclamo arrabbiato.
"Penso che Lei ci sia rimasta più male perché ci teneva veramente a te, non come te!"
Afferma adidata Riele sottolineando la parola 'veramente'.
"Ho provato moltissime volte a chiederle scusa, ma è lei che non accetta, è lei che non vuole capire. Ma basta, mi sono rotto di correrle dietro se tanto non mi dà retta!"
Esclamo ad alta voce.
Silenzio. Completo silenzio. Non parlano.
"Ah, neppure voi mi credete. Bene. Ciao!"
Affermo voltando loro le spalle e andandomene.
Suona la campanella ed entriamo in classe. Mi siedo al mio solito posto e iniziano le solite lezioni. Mi sto annoiando e sono assente. La mia mente è in un altro mondo.
"Signorino Norman, signorino Norman!"
Sento qualcuno chiamarmi.
Mi sveglio dal sogno ad occhi aperti e noto che la prof mi sta guardando.
"Mi dica prof!"
Dico.
"Le ho chiesto se sta bene, sembra assente!"
Afferma la prof.
"Eh...oh...sí, sto bene!"
Esclamo.
"Vada in bagno, vada!"
Dice la prof.
Annuisco ed esco in silenzio.
Vado in bagno e mi sciacquo la faccia.
Poi, dopo cinque minuti, torno in classe.
Tutti mi guardano ma io non dico niente, me ne sto zitto ad ascoltare.
Passano le ore e, finalmente, finisce la scuola.
Torno a casa e faccio i compiti fino alle 16:15. Poi mi vesto e vado al bar in centro.
Aspetto fuori che arrivi Clarisse.
Dopo 10 minuti arriva e ci sediamo ad un tavolo.
Iniziamo a parlare del più e del meno. Ho scoperto che frequenta la mia stessa scuola, solo che fa la quarta superiore.
"Jace, ti posso fare una domanda?"
Chiede.
"Certo!"
Rispondo.
"A scuola ti vedevo sempre in compagnia di una ragazza, ma chi era?"
Chiede.
A quella domanda mi si stringe il cuore.
"Ehm...lei...era la mia ex fidanzata."
Le dico.
"Ex?"
Chiede curiosa.
"Sì, è una storia lunga. Preferirei non parlarne!"
Affermo.
"Scusa l'indiscrezione!"
Esclama abbassando la testa.
"Tranquilla, non preoccuparti. D'altronde tu non ne sapevi niente. Non è colpa tua!"
Afferma strappandole un sorriso.
Le sorriso a mia volta.
"Che ne dici di scambiarci i numeri? Così ci teniamo in contatto!"
Esclama.
"Va bene, dai!"
Affermo.
Ce li scambiamo.
"Sai una ragazza molto bella e simpatica, Clarisse!"
Le dico.
"G-grazie!"
Dice lei balbettando e diventando tutta rossa.
Ci avviamo verso casa sua.
"Ci vediamo a scuola, forse! È stato un piacere uscire con te, Jace!"
Afferma tutta rossa.
"Piacere mio. Ci vediamo!"
Affermo.
Prima che me ne vada, mi abbraccia.
Ricambio.
Dopo entra in casa e anche io torno a casa mia.
Dopo una lunga giornata, faccio una doccia e mi metto a dormire.

*Spazio autrice*
Ciao ragazzi. Come potete ben vedere, questo capitolo è interamente scritto dal punto di vista di Jace. L'ho fatto volontariamente. Spero vi piaccia. Al prossimo capitolo!😊🙃

❤️Tutta colpa di una stupida scommessa!❤️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora