~CAPITOLO 5: A VOLTE RITORNANO~

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Daphne non poteva credere ai suoi occhi: dopo anni si ritrovava davanti Blaise Zabini in persona. Senza pensare troppo, gli corse incontro e lo abbracciò.

"Blaise! Che bello rivederti!"

Blaise ricambiò l'abbraccio altrettanto contento: "Ti vedo in forma, signorina!" disse staccandosi da quell'abbraccio: "Come stai?"

"Insomma... ho avuto giorni migliori" alluse la donna: "Tu invece, da quanto sei qui?"

"Una decina di giorni... mia madre non è stata bene e ho pensato di tornare per un po' e starle vicino".

"Già, mi spiace... è strano, ma... sono davvero contenta di vederti" rispose Daphne in assoluta sincerità.

Blaise sorrise amaramente.

"Dopo... quello che è successo non ho avuto molta voglia di stare qui..."

Daphne a quel punto si incupì ancora di più. Sapeva a cosa, o meglio, chi alludesse e pensó a quello che era successo nei giorni precedenti. Come poteva dargli una notizia tanto dolorosa?

"Tu... non sai nulla, vero... degli ultimi sviluppi?" provò a chirdergli.

Blaise scosse la testa: "A cosa ti riferisci?"

Daphne cercó di non dare a vedere il sentimento di disagio e dispiacere che provava. Non poteva fargli questo, non in quel momento, dopo tutto quel tempo separati.

"Niente, non adesso... ora voglio solo passare una bella giornata con te, ti va?" propose prendendolo a braccetto, forzando un sorriso.

"Direi di si, mi devi raccontare molte cose!"

"Io?" chiese retorica Daphne incamminandosi insieme all'amico: "Sei tu che viaggi in giro per il mondo!"

"Ti racconterò, ma anche tu hai da dirmi cos'è successo in... otto anni?"

"Undici Blaise... undici" lo corresse lei: "Allora... che ne dici se sta sera tu ed io andiamo da Draco e gli facciamo una sorpresa?"

Blaise sembró rifletterci: "Non so se voglio tornare in quel Manor..."

Daphne si sentì tremare le gambe quando il ragazzo aggiunse.

"Come sta Astoria?"

La donna si fermò di colpo, guardando dritto davanti a sè. Non aveva idea di cosa rispondere. Come poteva dargli una notizia del genere? Si ripropose di aspettare, rispondere in modo vago, ma il pensiero della sorella la rese subito triste e le lacrime cominciarono ad accumularsi, velandole gli occhi. Non poteva mentire su una cosa del genere, non a lui.

"Blaise senti, Astoria... ti ricordi che fosse malata?" iniziò vaga.

L'uomo sembró intuire che qualcosa non andasse. Aveva una brutta sensazione. Annuì inquieto.

"Ecco... è peggiorata molto negli ultimi due - tre anni e... Salazar, non so come dirtelo, ma..."

Daphne si passò una mano sul viso, sospirando, cercando di respirare lentamente e non scoppiare a piangere.

"È... morta qualche settimana fa" confessò tradendosi con una gelida lacrima.

Blaise si sentí mancare. Per un attimo si convinse di non aver sentito bene.

"C-cosa?" balbettó trattenendo le sue emozioni.

"Ti prego Blaise, non farmelo ripetere" lo pregó Daphne, ma l'uomo ormai non l'ascoltava più.

Non sapeva cosa dire, cosa pensare. Si trovava in un turbine di emozioni senza precedenti. Com'era possibile? Perché così presto? Quale ingiustizia perseguitava le loro vite beffarde?
Daphne vide la reazione disarmata dell'amico e gli si spezzò il cuore piú di quanto già non fosse. Cosa poteva fare o dire in una situazione del genere?

 LASCIA CHE SIA || SEQUEL || DRAMIOMEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora