Capitolo 1

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"Il cigno nero resta tale anche se gli strappano le piume,
Il vero supereroe è quello sotto il costume."

Low low e Mostro - Supereroi Falliti

Percorriamo le strade dell'Inghilterra, io appoggiata al finestrino della macchina, guardando le gocce che si inseguono in una gara che si estingue quando si uniscono. Mio zio è alla guida mentre mio fratello è nel sedile accanto al suo, parlando di cose che non sento, a causa del suono della musica che trasmettono le mie cuffiette. Quando ho la mia musica mi dissocio da tutto, divento più calma e rilassata, mentre il mondo attorno a me si dissolve; prendo vita solo quando mi tolgo una cuffietta, ma molto spesso ci sto comunque senza una perché sono in una conversazione o in situazioni in cui devo ascoltare. La musica continua ad esserci. Mi pongono spesso la domanda 'ma non ti stanchi a stare con quella musica tutto il giorno?' e io continuo a dire di no, perché tra tutto quello che c'è in questo mondo, è la cosa più bella. Lo immaginiamo un mondo senza musica? Sarebbe terribile, triste e noioso.

Apro gli occhi quando la macchina sobbalza, chiaro segno che siamo arrivati. Non posso pretendere comunque tanto, infondo questa macchina è una Panda. Scendo e chiudo la portiera nera, togliendomi una cuffietta, per ascoltare il discorso di mio zio quasi in lacrime per noi.

-State attenti, niente fumo, niente canne e niente alcool. Divertitevi però, e fatevi sentire a volte. In questo college ci sono stato anche io, e potete ben vedere che mi ha reso meravigliosamente fantastico.- Ride mio zio mentre abbraccia prima mio fratello e poi me, che faccio un piccolo sorriso. Considero mio zio il padre che non ho mai avuto, è un uomo in gamba e ci ha sempre sostenuto, anche me, sebbene io abbia molti sbalzi d'umore e sia scortese a volte. Mio zio è sulla cinquantina ed è molto intelligente, sa conversare e far ridere; un po' una persona modello.

Mi guardo un po' attorno. Dire che il college è enorme è un eufemismo.  Il college è diviso in troppi blocchi di cemento che fanno pensare a dei manicomi da fuori e hanno delle finestre di un blu elettrico in contrasto con il grigio. Al centro c'è un edificio grande il triplo degli altri, che penso sia la scuola, mentre gli altri, sparsi per il cortile immenso, sono sicuramente i dormitori.

Mio fratello e mio zio hanno intanto tirato fuori le valige e mio fratello si sta già incamminando, così, con un ultimo saluto a mio zio, lo seguo verso la segreteria. Dietro il balcone c'è una donna sulla trentina, bionda e con l'aria stanca di fare la segretaria.

-Voi siete?- Ci rivolge la parola con fare annoiato appena ci avviciniamo.

-Ehm... io sono James Murphy e l... - La voce di mio fratello si affievolisce quando la segretaria, che dal cartellino si chiama Vanessa, lo sovrasta con una domanda posta a me.

-E lei è?- Mi indica con un'unghia finta smaltata di rosso acceso.

-Bianca Murphy.- Mi presento semplicemente e un po' intimidita.

-Ecco a voi.- Ci consegna dei fogli, uno con il suo e l'altro con il mio nome, nei quali c'è il numero della stanza e il programma delle lezioni. 81 B. Guardo quello di mio fratello: 132 E.
Saremmo lontani perché il blocco B è dalla parte opposta del E, il ché non è una buona cosa. James, o come lo chiamo io Jamie, è una delle persone più importanti per me. È un fratello meraviglioso, è più o meno il mio migliore amico, ma non sempre lo è stato; ha avuto i suoi momenti anche lui.

Entro nel lungo corridoio, guardando e cercando il mio numero, setacciando per venti minuti il primo piano, che arriva apparente fino al 75. Salgo quindi le scale e nel mentre riguardo il mio numero per sicurezza: 81. E proprio per la mia disattenzione inciampo su qualcosa, sull'ultimo scalino a metà, cadendo sul pianerottolo che divide la scala in due. Ma no, non c'è il principe che mi salva e che passa di lì per caso e la prende prima di cadere per terra. Infatti cado, ma appoggio le mani prima di rompermi il mento e respiro affannosamente. Alzo la testa dopo pochi secondi e vedo una ragazza che sta scendendo le scale, così mi rialzo subito imbarazzata. Ma prima che mi sia alzata del tutto, lei è già lì che mi tende la mano. Io la afferro, le sue dita calde stringono immediatamente la mia mano e mi da il sostengo per rialzarmi.

-Grazie.- Mormoro con le guance rosse e salgo subito le scale che portano al piano superiore. Trovo finalmente il numero della mia nuova camera, inserisco la chiave e entro.

YES BITCH, I'M AGAIN HERE.

Si, sono tornata con un'altra storia e sta volta con me una scrittrice secondo me bravissima che scrive in contemporanea una storia sul nostro amatissimo LORENZO OSTUNI. Sta scrivendo Demons|| Lorenzo Ostuni, che secondo me farà un gran successo. Come avete capito si, è una storia scritta contenporaneamente da due persone. Abbiamo già dei capitoli in sospeso e vedremo quando li pubblicheremo.

MARTEDÌ È IL SUO COMPLEANNO, FATELE GLI AUGURI.

Black Swan || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora