Capitolo 7

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"Your secrets are mine, close your eyes
And I'll make you melt."

5 Seconds Of Summer - Mrs all american

Le sue labbra sono calde e morbide quando si posano sulle mie, ma le mie labbra sono come sigillate, non si muovono. Non so esattamente cosa sta facendo, il mio cevello è disconnesso, non capisco più un cazzo in pratica. In che universo sono? Quando realizzo, dopo un bel pezzo di tempo mentale, non so quanti secondi siano passati in realtà, mi collego alle mie labbra, ancora in contatto con le sue e mi stacco, per quanto ci si possa staccare intrappolata tra una porta e un ragazzo ancora sudato. Poi d'un tratto mi sveglio; mi sta molestando. Di prepotenza gli tiro un calcio sulle palle, forte e diretto, e in un secondo lui è ai miei piedi. Manuale per come far cadere gli uomini ai propri piedi: Bacio, calcio sulle palle ed è fatto. Uscendo mi ritrovo a sbattere contro Beth, con un'espressione che madonna, le peggio cose. La sua faccia è preoccupata, in ansia e pure stanca. Cosa le è successo? Quando mi vede, mi abbraccia di colpo ed io, non essendo un'essere che ama i contatti fisici ed essendo appena stata molestata non ricambio proprio subito l'abbraccio, ma per farle capire che in un qualche modo ci sono la stringo debolmente.

-Dov'eri?- Mi chiede ansiosa.

-Andiamo in camera.- La guardo supplicante. Voglio sfogarmi e dirle tutto, anche se questo non è da me.

-Non siamo in camera assieme.- Mi ricorda. Giusto è vero.

- Allora bho, andaimo a cercarci un posto dove poter stare in tranquillità.- Propongo.

- Dopo un anno che sto qui non saprei proprio dove andare.- Dice pensierosa.

-Dove non piace andare ai ragazzi?- Le domando.

-In biblioteca.-

-Bene, andremo dietro a quest' ultima, così che possiamo sfogarci senza stare in silenzio.- A volte mi sorprendo della mia intelligenza. Lei mi sorride caldamente. Mi guida verso la biblioteca, che si presenta come un'enorme edificio dalle molteplici finestre dalle quali pendono numerosi e graziose tendine.

All'interno ci sono millemila scaffali con altrettanti libri dentro, ecco circondano dei tavoli in legno laccato che riflettono la luce del led appesa sopra. Attraversiamo l'edificio e giungiamo sul retro di esso, che consiste in un piccolo corridoio con qualche erbetta sparsa qua e là fra i ciottoli di ghiaia.

Superiamo il corridoio ed eccoci dall'altra parte della biblioteca e dell'istituto, in un'enorme distesa di prato con qualche staccionata qua e là.

Mi siedo sull'erba e Beth fa lo stesso, di fronte a me; con i suoi occhi da cerbiatta mi chiede di dirle che cosa è successo, quindi prendo un bel respiro e con molta difficoltà le inizio a spiegare.

-Hai presente il capitano della squadra rossa di basket?- Lei annuisce.

-Dici Ostuni?- Mi chiede ed io sbuffo.

-Non so come si chiami, ma mi molesta da qualche giorno.- Sentenzio. Ma lei non ha nessuna reazione. Ou, ti ho appena detto che mi molestano, mica mi offrono un gelato! -Non...non sei stupita nemmeno un po'?- Le chiedo io. Non voglio farmi passare come la vittima di turno, ma se una mia conoscente, o in questo caso una mia amica, mi dicesse che è molestata da un tipo io andrei là e lo pesterei a sangue.

Beth scuote la testa. -Da Ostuni ce lo si aspetta un comportamento così, da quante volte l'ho sentito ormai non mi stupisco più di niente che riguardi lui.- Mi risponde con un'alzata di spalle. Io tardo a rispondere, riflettendo sulla cosa.

-Ma senti,- Inizio. -lui non mi interessa, sia chiaro. Lo detesto. Ma sapresti dirmi qualcosa di lui?- Bethany si passa una mano fra i capelli come per riordinare le idee.

-Non so molto, ma intanto iniziamo col nome. Si chiama Lorenzo Ostuni, ha ventuno anni ed è il capitano della squadra del college di basket.- Le faccio cenno di andare avanti.
-Viene da genitori abbastanza agiati... Non è proprio una cima a scuola ma se la cava.- Sembra aver finito le informazioni, quindi intervengo io.

-Da quello che so non è proprio un gentiluomo.- Alzo gli occhi al cielo.

-Già- Si riprende. -in effetti da quando tre anni e mezzo fa si è lasciato con Estelle non ne ha più voluto sapere di avere una storia seria.- Si avvicina di più a me. -Sembra che sia stato lei a lasciarlo.- E mi si riallontana.

-Da quel giorno non è più stato lo stesso, non ha più avuto amiche femmine perché tutte hanno paura di finire stuprate... ma so che non ne avrebbe mai il coraggio.- Termina lei con una nota di malinconia.
Tento di fare un ragionamento che costa al mio cervello sottosviluppato una fatica immonda e parlo.

-Non sarai stata sua amica spero.- Lei mi guarda e annuisce con un debole sorriso.

-Era una amico splendido finché quella troia di Estelle non lo lasció. Smettemmo di frequentarci da quando lui mi chiamó "puttana" perché non volevo mettermici insieme.-

Mi serve aria.

NAH AH
Ringraziamo un momento Avril. Che bho io le scrivo alle 2 di notte mentre sto al cesso una cosa tipo:
[01:41 12/07/2015] Sabrina 卌: AVRIL
[01:42 12/07/2015] Sabrina 卌: Lo so che sono quasi le due di notte
[01:42 12/07/2015] Sabrina 卌: E che probabilmente immaginerai che sto al cesso
[01:42 12/07/2015] Sabrina 卌: Senti
[01:42 12/07/2015] Sabrina 卌: Ho fatto un po' di capitolo

E lei la mattina, oggi tipo ha fatto. CIOE. IO NON SO COSA FAREI SENZA DI LEI MA BHO. La amo.

Black Swan || Lorenzo OstuniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora