Ad un bar alle 17

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Distolgo lo sguardo perso nel vuoto per provare a rimettere insieme le idee senza farmi scoppiare il cervello.

Stanotte è stata una vera nottataccia, avrò dormito forse cinque ore. E stamattina l'allerta meteo non è servita un granché, dato ho passato due ore ad allenarmi.
E, per di più, c'era anche il sole.
Ovviamente,però, non andare a scuola ha sempre i suoi lati positivi.

Ricapitolando:

-Devo sparecchiare

-Devo lavarmi, se possibile

-Devo dare conferma per questo weekend a Matteo, prima che continui a tormentarmi dicendomi di comprare gli alcolici (dato che ha rimediato i passaggi sia all'andata che al ritorno  tra alcuni suoi amici e parenti, ha ordinato a tutti noi di fare e comprare qualcosa. Mi sembra anche giusto, assolutamente. Ma è insistente e oggi non reggo nessuno)

-Devo riportare a Chicca una carta prepagata che non so come ha dimenticato da me la sera della festa.

Più lunedì di così non si può.

Impreco silenziosamente, deciso ad alzarmi seppur controvoglia da questo divano tanto comodo.

<<tutto bene con mamma, tesoro?>>
Mi chiede nonna, intenta ad annaffiare una piantina sul davanzale.

<<Sisi, ieri siamo stati fuori Roma. Abbiamo pranzato in un posto carino e poi passeggiato fino a smaltire tutto>>

Sorride, assecondandomi.

<<Tua madre è così, ti tiene sempre attivo>> conclude con una veloce alzata di spalle.

<<Vero. Sono stato bene, è stato..bello>>> dico riflettendo su quale parola utilizzare. 

<<Sono felice per papà, sai?>> cambia argomento mentre mi passa vicino per superarmi e andare in non so quale stanza.

Conservo in silenzio dentro di me quella confessione, fino a quando non la vedo ritornare in cucina con uno smalto tra le mani.

<< Anita lo rende sereno, come non lo vedevo da anni>> aggiunge appoggiando il pennellino sottile delicatamente su un'unghia, forse l'unica che deve ripassare con quella roba chimica che emana un odore forte.

Decido di imitarla sedendomi a tavola anche io.

<<Si, stanno bene>> mi affretto a concludere, perso di nuovo nel vuoto dei miei sguardi.

La sento canticchiare sottovoce una melodia che non conosco, concentrata su ciò che sta facendo, mentre io ne approfitto per bere un goccio d'acqua.

<<Ah, tesoro, prova la maglia che ti ha preso papà. Ci tiene, spera ti stia bene. Prima di uscire me lo ha ripetuto per la decima volta>> alza gli occhi al cielo, sorridendo.

Ieri i due innamorati sono andati in giro per i mercatini domenicali di non so quale piccolo borgo, a fare compere stupide e da piccioncini.
A volte invidio il loro rapporto, ne sono geloso. Che assurdità. Se lo dicessi a qualcuno mi riderebbe in faccia.

Faccio come mi dice, afferrando la t-shirt e poggiandola sulla sedia, mentre mi sfilo velocemente la camicia oversize che indossavo.
Afferro il nuovo acquisto e, mentre sono intento a sbottonare il colletto per potermela infilare, sento lo sguardo di nonna su di me.
Alzo la testa d'istinto e vedo che sta soffiando distrattamente sul dito mentre i suoi occhi percorrono il mio torso nudo lentamente.

<<Non sapevo che i ragazzi fossero così aggressivi>> riflette con una risatina che non comprendo.

Mi acciglio e noto che capisce il mio disorientamento.

Un angelo con gli occhi scuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora