Asahi era nella boutique in cui lavorava seduto alla sua scrivania mentre svolgeva diligentemente il lavoro che il suo capo gli aveva assegnato. Il gigante buono stava aspettando con ansia la fine del suo turno per andare a un incontro con la sua ex squadra del liceo che si svolgeva ogni secondo venerdì del mese. Guardò l'orario per l'ennesima volta quel giorno, erano solo le 17:00, mancavano ancora due ore alla fine del suo turno e poi avrebbe finalmente potuto rivedere gli amici. Alle 18:55 il suo telefono vibrò, sullo schermo che si era illuminato lesse un messaggio da parte di "Suga" "Io e Daichi ti aspettiamo in macchina Asso!" Azumane digitò velocemente un messaggio in risposta "Va bene, grazie. Cerco di scendere il più velocemente possibile". Il suo turno finalmente finì, spense il suo PC, chiuse i suoi quaderni di bozzetti adagiando il tutto nella sua ventiquattrore e recuperò le stampelle che aveva poggiato a terra. Il ragazzo salì in macchina esattamente 10 minuti dopo lasciando di sasso i due amici. <<Scusate per il ritardo ragazzi ma, come potete vedere, ho qualche difficoltà a camminare>> disse imbarazzato. <<Asahi che hai fatto?>> chiese Daichi mentre Sugawara ragionava ad alta voce dicendo <<Il solito sbadato!>>. Dopo delle rassicurazioni fatte dall'ex asso, Sawamura mise in moto la macchina e si diressero al solito locale. Nel frattempo tutta l'ex squadra di pallavolo del Karasuno aspettava l'arrivo dei tre più vecchi. Quando videro entrare i tre dalla porta iniziarono ad applaudire e fischiare, non era da loro arrivare in ritardo. <<Ciao ragazzi, scusate il ritardo ma dovevamo andare a recuperare un infortunato.>> scherzò l'ex capitano. Dopo quella battuta tutti si zittirono e gli sguardi si focalizzarono su Asahi che, non smentendosi, era avvampato. L'ex asso aveva un piede fasciato e si reggeva in piedi grazie alle stampelle. <<Asahi-san, giuro che non passerò più un pomeriggio con te se questo servirà a tenerti al sicuro!>> disse Nishinoya tra il dispiaciuto e il divertito. <<Tranquillo Yuu, non è colpa tua. Sono io che sono scivolato>>.
Si sedettero tutti a tavola e ordinarono la cena. La serata passò tranquillamente. I ragazzi più giovani non si erano certo tranquillizzati ma, almeno, erano maturati e avevano imparato a darsi un contegno. Il gruppo di amici dialogò amabilmente, parlarono delle loro vite, dei loro lavori e dei progetti futuri. Hinata continuava a lanciare occhiate di fuoco a Kageyama, i due erano una coppia dichiarata sin dal liceo, tutti loro sapevano bene che, quando questo succedeva, c'era di mezzo un litigio o una sfida. Tsukishima e Yamaguchi erano sempre più uniti e avevano da poco reso pubblica la loro, quasi decennale, relazione. Tanaka continuava invece a lodare e osservare Shimizu con la quale si era sposato e che aspettava il loro primo figlio.
Verso fine serata Sugawara porse una domanda all'ex libero <<Noya, cosa ci facevi con Asahi quando si è fatto male ?>> <<Oh, niente di che - ridacchiò l'interpellato - mi stava aiutando con il trasloco ed è caduto dalle scale>> rispose il ragazzo dal ciuffo biondo. Nessuno disse qualcosa riguardo a quello che il ragazzo aveva detto e ricominciarono a chiacchierare tranquillamente. Verso le 23:00 uscirono dal locale, Daichi e Sugawara lasciarono Asahi nelle mani di Nishinoya non pensando che, forse, l'ex libero non fosse la la persona più adatta a cui affidare l'amico infortunato. <<Forza sali in macchina!>> disse Yuu. Il ragazzo dall'imponente stazza fisica salì titubante nella piccola auto dell'amico, chiuse la porta e allacciò la cintura proprio poco prima che Nishinoya partisse a tutta velocità verso casa dell'ex asso dove, a breve, avrebbe abitato anche lui. I due ragazzi erano una coppia già da qualche mese ma avevano preferito non dire niente agli amici. Magari può sembrare strano che andassero a convivere dopo pochi mesi di relazione ma si conoscevano bene da anni e si amavano. Poi, quei due, si completavano in tutto. Uno era timido, introverso, alto, imponente, dall'aspetto quasi minaccioso che faceva in modo che gli altri avessero paura di lui, anche se era la persona più dolce e paziente del mondo. Invece l'altro amava socializzare, era molto estroverso ed espansivo, l'esile corporatura e il non arrivare al metro e sessanta lo rendevano tenero ed adorabile agli occhi degli altri quando, in realtà, era un concentrato di pura energia, poco paziente, una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. I due ragazzi si erano completati anche al liceo sul campo di pallavolo. Asahi era l'asso, era colui che attaccava, segnava più punti e veniva murato. Nishinoya era un libero, si buttava da ogni parte del campo pur di non far segnare la squadra avversaria facendo cadere la palla a terra e guardava sempre le spalle ai suoi compagni di squadra, soprattutto al suo asso.