<<BASTA! TI ODIO! TI DETESTO!>> Questo gli aveva urlato Shigeru Yahaba prima di uscire di casa sbattendo la porta. Lui e Yahaba avevano litigato per l'ennesima volta. Kyotani Kentaro sapeva di non avere un carattere facile ma neanche il suo fidanzato era semplice da capire. Su cosa aveva vertito il loro ultimo litigio? Shigeru era geloso del suo amato Kentaro. Ktotani era infatti un famoso giocatore di pallavolo e riceveva attenzioni da molti fan. Anche Kyotani era geloso di Yahaba perché, essendo un istruttore sportivo, attirava su di sé l'attenzione di molte donne. Nessuno dei due aveva mai dato motivo all'altro di essere geloso dato che rifiutavano tutte le advances, ma la gelosia persisteva comunque. Quella sera la lite era stata iniziata da Shigeru dopo che aveva guardato un'intervista in cui il compagno abbracciava alcuni fan per fare una foto con loro. Ciò che più l'aveva infastidito era che, in uno dei numerosi scatti, una fan gli stesse baciando una guancia pericolosamente vicino all'angolo della bocca. Da lì, solo per una stupida foto, era iniziato il litigio. I due ragazzi litigavano fin troppo spesso e cercavano o creavano dei pretesti per farlo. Forse questo accadeva perché i loro caratteri erano forti e diversi come il giorno e la notte. Un altro motivo di conflitto erano i loro lavori che li portavano, più spesso di quanto volessero, a trascurare i loro pochi momenti di intimità. Oppure i continui litigi potevano essere dovuti al fatto che, in quasi dieci anni di relazione, il castano non avesse ancora fatto coming out con i genitori, non mettendoli quindi neanche al corrente della sua decennale storia d'amore con l'ex compagno di squadra delle superiori che, puntualmente, veniva presentato come suo migliore amico. La lite durò un'ora buona. Kentaro non ricordava cosa si fossero urlati, sapeva solo che Shigeru era corso fuori da casa sbattendo la porta urlandogli di odiarlo e detestarlo. Il biondo si sedette sul divano ad aspettare il ritorno dell'amato. Era mezzanotte passata, Kyotani non riusciva a dormire perché il compagno non era ancora rientrato. Sapeva che il giorno dopo avrebbe avuto allenamento e che, quindi, si sarebbe dovuto riposare. Il "problema" era che, nonostante le continue liti, il pallavolista non riusciva ad addormentarsi facilmente senza il suo amato accanto. Dove si è cacciato quel cretino, pensò. Verso l'una e mezza il telefono del biondo squillò, sullo schermo lampeggiò il nome del mittente "Kōchō" (maestrino in giapponese). Il ragazzo rispose velocemente <<Shigeru dove sei? Dove vengo a prenderti?>> chiese quasi urlando. Dall'altro capo del telefono non rispose la soave voce dell'amato bensì quella di una donna. <<È lei il signor KyoKen?>> <<Si, sono Kyotani Kentaro. Lei chi è? Perché sta usando il telefono di Shigeru?>> chiese iniziando ad alterarsi. <<Sono un paramedico, ho chiamato lei perché è il contatto d'emergenza del signor Yahaba>>. Il pallavolista si pietrificò e impallidì <<Dov'è Shigeru?>> chiese in un sussurro <<Ospedale di Sendai>>. La signora non fece neanche in tempo a finire di rispondere che il ragazzo si congedò con un "Arrivo subito". Kyotani salì in macchina e sfrecciò verso l'ospedale di Sendai. Il tragitto fu interminabile. Mentre era fermo a un semaforo decise di avvisare il suo allenatore dicendogli che nei giorni successivi sarebbe mancato agli allenamenti. Informò anche i genitori dell'amato, svegliandoli in piena notte con una telefonata. Appena arrivato in ospedale si fiondò alla reception e chiese informazioni. Poté vedere l'amato solo due ore dopo. Era sdraiato su un lettino d'ospedale, pallido e con diverse parti del corpo fasciate. Era irriconoscibile. Gli avevano detto che una macchina l'aveva travolto e che era stato necessario operarlo. Adesso il ragazzo era in coma e non si poteva sapere se e quando si sarebbe svegliato. Kyotani si avvicinò all'immobile figura attaccata al respiratore e, con mano tremante e occhi lucidi, lasciò una tenera carezza sulla sua testa. Il biondo estrasse il telefono dalla tasca della giacca e fece partire una telefonata. <<Kentaro, hai notizie di mio figlio?>> chiese dopo uno squillo una speranzosa voce femminile. <<Salve signora Yahaba, purtroppo non ho buone notizie. Shigeru è messo parecchio male, l'hanno dovuto operare ed è in coma.>> rispose il biondo cercando di mantenere la voce ferma. Non udì nulla se non qualche singhiozzo e uno spostamento d'aria. <<Grazie Kentaro. Per caso sai cos'è successo?>> chiese il padre del ragazzo. <<Una macchina l'ha travolto, non mi hanno detto altro>>. L'uomo più anziano sospirò. <<Va bene, dacci il tempo di preparare le valige e comprare i biglietti del treno>> <<Certo. Non si preoccupi signor Yahaba, veglierò io su vostro figlio. Intanto un mio amico andrà a preparare la camera degli ospiti in attesa del vostro arrivo.>> <<Grazie di tutto Kentaro>> <<Arrivederci>> rispose chiudendo la chiamata. Mi ringrazierebbe ancora sapendo del nostro litigio e delle orribili frasi che gli ho vomitato contro? No, mi riterrebbe responsabile di ciò che è successo a Shigeru, pensò prendendo una sedia e sedendosi accanto all'amato. Kyotani rimase in ospedale per i successivi due giorni. Il ragazzo lasciava la stanza solo per andare in bagno e quando Kei Tsukishima o Kanji Koganegawa, da bravi compagni di squadra e amici, lo prelevavano dall'ospedale e gli davano il cambio obbligandolo a mangiare, fare una corsa per sfogarsi e una doccia calda per sbollire tensione e preoccupazione. Quando i genitori di Shigeru arrivarono la situazione si fece meno pesante. Il ragazzo andava agli allenamenti lasciando Shigeru nelle mani amorevoli dei genitori e poi faceva visita al fidanzato. I giorni si susseguivano maledettamente uguali tra loro. Kyotani si svegliava con la testa poggiata vicino al corpo bendato dell'amato, aspettava che i signori Yahaba arrivassero, andava a correre, si lavava, faceva colazione, studiava, dava il cambio ai genitori dell'uomo che amava, andava ad allenamento e poi si addormentava al capezzale del ragazzo ancora dormiente. Le uniche variazioni avvenivano nei giorni delle partite in cui riusciva ad andare in ospedale solo verso le 21.00.
Era una giornata soleggiata, anche se fredda, e Kyotani stava dando il cambio ai signori Yahaba. Le ore passarono lente, Kentaro aveva portato con sé il libro preferito dell'amato e glielo stava leggendo ad alta voce. Finito un capitolo il biondo chiuse il libro e volse lo sguardo verso il letto su cui il fidanzato giaceva immobile. Gli occhi del ragazzo si fecero lucidi. <<Ti prego, torna da me! Mi manchi Shigeru, mi manchi tanto!>> A quel punto il pallavolista iniziò a piangere e singhiozzare. Non si era mai fatto vedere così da nessuno, neanche dal compagno di vita. <<Prometto che se ti svegli farò tutto quello che vuoi!>> Il biondo si addormentò piangendo sulle gambe dell'amato. La mattina seguente trovò una piacevole sorpresa al risveglio Shigeru era sveglio e stava fissando la finestra da cui si intravedevano grossi nuvoloni carichi di pioggia. Il ragazzo era fermo immobile, probabilmente non voleva disturbare il suo sonno. Kentaro sorrise <<Finalmente ti sei svegliato!>> disse il biondo sollevato, fece per abbracciare l'altro ma si bloccò non appena sentì le parole che gli rivolse il castano. <<Mi scusi, ci conosciamo?>> <<Shigeru, per favore non prendermi in giro - iniziò ad alterarsi il biondo - sono Kyotani Kentaro, il tuo ragazzo, conviviamo da 5 anni e stiamo assieme da quasi 10. Sono "mad dog" o, come mi chiami di solito tu "KyoKen">>. Yahaba fece un sorriso triste. <<Mi dispiace, per quanto il suo viso possa sembrarmi familiare, non mi ricordo né di lei né di una nostra relazione>> <<Shigeru, i tuoi genitori al momento non sono qui. Non devi fingere di essere il mio migliore amico o di non conoscermi proprio>>. Il castano scosse la testa <<Le ho già detto che non so chi lei sia, mi dispiace>>. Disperazione. Questo era ciò che si leggeva negli occhi di Kyotani. <<Chiamo i medici e i tuoi genitori>>.
Dopo qualche ora, e diversi accertamenti, i medici dissero che il ragazzo si sarebbe ripreso fisicamente grazie a qualche seduta di fisioterapia ma che aveva perso una parte di memoria che, nel migliore dei casi, sarebbe tornata con il tempo. Kentaro dovette accettare la nuova condizione dell'amato ed era felice che avesse comunque chiesto il suo aiuto dato che i genitori erano ormai anziani. Il biondo era frustrato, teso e arrabbiato a causa di quella situazione ma manteneva la calma con il castano, per quanto il suo carattere glielo permettesse, e sfogava le emozioni negative durante partite e allenamenti.
Shigeru venne finalmente dimesso dall'ospedale, i suoi genitori tornarono nella prefettura di Miagy affidando il figlio a Kyotani. Il pallavolista spostò i suoi vestiti nella camera degli ospiti lasciando a Shigeru la loro stanza. Al castano servì del tempo per ambientarsi in quella casa ben arredata che a lui risultava sconosciuta. Passarono un paio di mesi e iniziò a riaffiorare qualche ricordo nel ragazzo che aveva subito l'incidente.
I due coinquilini stavano cenando in assoluto silenzio. Il castano aveva notato che, in quei momenti, il pallavolista aveva spesso gli occhi lucidi. <<Kyotani?>> <<Dimmi>> <<Quando mi sono svegliato in ospedale hai detto che siamo una coppia.>> Il biondo annuì non riuscendo a capire. <<Se lo siamo, perché dormi in un'altra stanza? Non dovremmo dormire assieme?>>. Sul viso del pallavolista comparve una smorfia. <<Perché avrei dovuto dormire con te se non ti ricordi di me, di noi? - sospirò - Se lo avessi fatto mi avresti visto come uno sconosciuto che invade i tuoi spazi e la tua privacy, mi avresti odiato e non ti saresti mai ricordato di noi. - Non che adesso se ne ricordi, pensò - È vero che tutt'ora non ti ricordi della nostra relazione ma sarò paziente e aspetterò che tu riesca a riavere la memoria.>> Non potendo dire niente per contraddire l'altro, Yahaba stette zitto per un po', poi prese coraggio e parlò di nuovo. <<Perché questa notte non dormiamo assieme?>> Kentaro strabuzzò gli occhi. <<Sei sicuro?>> Il castano annuì. <<Va bene, ma non so se riuscirò a rimanere in una parte del letto senza avvicinarmi a te.>> Dopo cena i due si fecero una doccia e si sdraiarono nello stesso letto. Kyotani cercava di trattenersi dal fare qualunque cosa ma il suo corpo agiva d'istinto sentendo quello complementare lì vicino. <<Posso abbracciarti?>> chiese il biondo, l'altro si limitò ad annuire incerto. Kentaro non se lo fece ripetere due volte, lo avvolse con le braccia, inspirò a fondo il suo profumo e poggiò la testa sulla sua spalla. Shigeru sentì il proprio corpo rilassarsi stretto tra le braccia dell'altro ragazzo. Dopo un po' sentì la propria maglia inumidirsi nel punto in cui il biondo aveva appoggiato la testa ma non disse niente, rispose solo al <<Buonanotte Kōchō>> che gli venne sussurrato. Kyotani si svegliò di soprassalto nel bel mezzo della notte perché Yahaba si era alzato di scatto a sedere urlando. Kentaro si girò subito verso l'amato. Il castano era sudato, aveva le ginocchia al petto; il viso, coperto da mani e braccia come la testa, era rigato di lacrime e il corpo del ragazzo tremava. Il pallavolista corse in cucina a recuperare un antidolorifico e un bicchiere d'acqua. Il biondo abbracciò l'amato da dietro, gli fece prendere il medicinale e lo cullò dolcemente lasciandogli dei baci sul capo. Quando Yahaba si calmò un po' Kentaro lo prese in braccio e lo porto in bagno dove riempì la vasca di acqua calda e bagnoschiuma. Spogliò il ragazzo e lo fece immergere. Il castano non aveva ancora smesso di piangere e ricominciò a tremare. <<K-Ke-Ken-Kentaro>> <<Ahh! Rilassati Shigeru>> disse il pallavolista accarezzandogli i capelli. <<Vieni qui?>> <<Devo entrare in vasca?>> Il biondo sentì solo una forte stretta sulla mano e si spogliò posizionandosi dietro al corpo dell'amato e stringendolo tra le braccia. A quel punto Shigeru si rilassò completamente e si addormentò tra le braccia dell'amato, nonostante i numerosi sensi di colpa che gli gravavano sul petto. Il ragazzo era finalmente riuscito a ricordare tutti gli avvenimenti degli anni precedenti fino al momento dell'incidente e stava male per ciò che aveva detto al fidanzato durante il litigio. Quando Kentaro si accorse che Yahaba si era addormentato sorrise prendendolo in braccio, lo asciugò, gli infilò un paio di boxer e lo mise a letto. Anche il pallavolista, dopo essersi coperto la parte inferiore del corpo, si sdraiò a letto vicino al compagno con un sorriso. Aveva capito che l'altro ricordava tutto. Il biondo abbracciò l'amato e si addormentò istantaneamente sapendo che, dopo poche ore, si sarebbe dovuto alzare per andare ad allenamento. Il primo a svegliarsi fu Yahaba a causa della sveglia che il fidanzato non aveva sentito. Kentaro si svegliò sentendo una serie di baci lasciati sul viso e la voce di Shigeru ridacchiare chiamandolo dolcemente. Il ragazzo pensò cose come "Se è un sogno non svegliatemi" o "Se sono morto questo è il Paradiso". <<KyoKen, è ora di alzarsi, non vorrai arrivare tardi ad allenamento? E poi io e te dobbiamo recuperare tutto il tempo perso>> Diceva il castano tra baci e carezze.