AVVERTO CHE SARÀ PRESENTE ANCHE UNA SCENA SMUT, AVVISERÒ QUANDO INIZIA E QUANDO FINISCE
Aran stava beatamente dormendo nella stanza che lo aveva ospitato durante le settimane olimpiche. Nei suoi sogni stava pregustando il tanto agognato ritorno alla normalità: allenamenti e partite con i "Tochibana Red Falcons", la sua corsetta mattutina lungo l'argine del fiume che costeggiava casa sua e, soprattutto, Shinsuke Kita. Lui e Shinsuke si erano messi assieme durante il loro ultimo anno di scuole superiori e non si erano più lasciati. Proprio mentre stava sognando di stringere il suo amato tra le braccia si svegliò a causa della porta della stanza spalancata con violenza e il suo telefono che iniziava a squillare. Dalla porta entrarono Miya Atsumu e Suna Rintaro, rispettivamente trattenuti da Sakusa Kiyoomi e Komori Motoya, mentre, dall'altro capo del telefono, c'era Miya Osamu. Non capì molto di quello che i suoi tre ex compagni di squadra del liceo gli urlarono contro. Il suo cervello riuscì a processare solo "Kita-san" e "male" prima che il suo compagno di stanza gli chiudesse la telefonata e che i due che stavano urlando incazzati venissero trascinati fuori dalla stanza dai poveri ragazzi che li stavano trattenendo. Cos'era successo al ragazzo che amava e che era considerato al pari di una divinità da tutta la sua vecchia squadra del liceo Inarizaki? il pallavolista avviò immediatamente una telefonata con l'amato, dato che era preoccupato per la sua salute. Il ragazzo attese qualche minuto prima che l'altro rispondesse. <<Aran, che succede?>> chiese con voce assonnata. <<Stai bene? É successo qualcosa?>> domandò preoccupato il ragazzo dalla pelle più scura.<<Sto bene, tranquillo.>> <<Sicuro?>> chiese ancora in pensiero. <<Aran, tesoro, hai fatto un incubo?>> <<No, perché?>> chiese spaesato. <<Amore, sono le 3:00 di notte, perché mi hai chiamato così preoccupato?>> solo all'udire quella frase il pallavolista guardò l'ora. <<Oddio! Scusami, non volevo disturbarti!>>. <<Aran cos'è successo?>> chiese pazientemente il ragazzo dai capelli chiari. <<Atsumu e Suna sono entrati in camera urlando e Osamu mi ha telefonato facendo la stessa cosa, poi Sakusa e Komori li hanno trascinati fuori dalla camera e Ushijima ha chiuso la chiamata. Di quello che hanno urlato ho capito solo "Kita-san" e "male" e mi sono preoccupato>> Shinsuke sorrise, sapeva bene quanto quei tre potessero essere totalmente fuori di testa. <<Stai tranquillo, io sto bene e non è successo niente>> cercò di rassicurare il pallavolista con questa frase. I due si riaddormentarono sussurrandosi dolci parole e, dopo due ore, la chiamata si chiuse automaticamente. Dopo qualche ora Kita si svegliò per andare a lavorare in risaia dove tutti parlavano di un pettegolezzo riguardante un giocatore della nazionale giapponese di pallavolo maschile. Sembrava infatti che il suddetto giocatore si fosse sposato e avesse creato una famiglia che teneva il più lontano possibile dai riflettori. <<Kita-kun - una sua collega gli si avvicinò - tu conosci Ojiro Aran?>> il ragazzo annuì. <<É vero che ha una figlia?>> Shinsuke aggrottò la fronte <<Cosa stai dicendo?>>. La ragazza gli fece leggere un articolo che era uscito quella notte in fondo al quale c'erano delle foto che ritraevano il, forse non più, suo Aran con in braccio una bambina di circa due anni e, di fronte a loro, una donna che li guardava dando le spalle al fotografo, Kita rimase impassibile ma, dentro di sé, era a pezzi. Fu bravo a mascherare il miscuglio di rabbia, umiliazione e dolore che provava. <<Non né so niente>> rispose ricominciando a lavorare. Poco prima di pranzo, non riuscendo a sopportare ulteriormente il dolore che gli corrodeva il petto, si prese mezza giornata libera e tornò a casa. Non appena chiuse la porta d'ingresso alle sue spalle si accasciò a terra e iniziò a piangere. Quando riacquistò un po' di forze si trascinò in doccia e poi si infilò sotto le coperte continuando a piangere.
Quando Aran scese a fare colazione si beccò diverse occhiatacce un <<Mi fai schifo!>> da parte di Atsumu e un <<Non ci credo che tu abbia veramente fatto questo a Kita-san!>> da Suna. A metà mattina, dopo un duro allenamento in cui tutti l'avevano guardato male, si avvicinò al loro preparatore atletico <<Scusami Iwazumi, per caso sai cos'è successo?>> il ragazzo lo incenerì con lo sguardo ed Atsumu urlò <<NON FINGERE DI NON SAPERE!>> a cui si accodarono anche gli altri compagni di squadra. Aran non capiva cosa stesse succedendo, i compagni di squadra ce l'avevano con lui e Shinsuke non gli rispondeva da quella mattina. Sakusa, notando la faccia stranita del ragazzo ed essendo forse l'unico con ancora un po' di sale in zucca, fermò gli altri e prese parola. <<Abbiamo letto l'articolo che dice che ti sei sposato segretamente con una donna e hai dei figli, il tutto è confermato da delle foto. Da qui deduciamo che tu abbia tradito Kita.>> Ojiro sgranò gli occhi <<Io non ho figli e non ho mai tradito Shinsuke!>> disse indignato. <<Ah si? E allora chi sono queste?>> chiese retorico Atsumu facendogli vedere la foto che era stata allegata all'articolo. <<Ma questa è mia nipote!>> disse vedendo la foto "incriminata". <<Tua nipote?>> chiese Suna. <<Si, mio fratello si è sposato quattro anni fa e lui e sua moglie hanno avuto una figlia.>> <<Provacelo>> ordinò Atsumu. Aran videochiamò il fratello e gli spiegò la situazione chiedendogli di inquadrare moglie e figlia. Appurato che Ojiro stava dicendo la verità i compagni di squadra capirono l'errore commesso dai giornalisti. Intanto Suna, che stava riprendendo la scena, scrisse sul gruppo dell'ex squadra dell'Inarizaki che Aran non aveva tradito Kita e allegò il video. Una volta salutato il fratello, Ojiro volle leggere l'articolo capendo il motivo per cui Shinsuke non rispondeva ai suoi messaggi. Era giunta la sera e i giocatori della nazionale giapponese di pallavolo maschile avrebbero rilasciato alcune interviste. A Ojiro vennero fatte diverse domane riguardo al presunto matrimonio e alla figlia ma lui smentì tutto.<<Ora dirò una cosa affinché in futuro non ci siano altri fraintendimenti come questo.>> iniziò Aran. <<A me non piacciono le donne, a livello di relazione amorosa, e ho un compagno da quasi dieci anni. Non posso neanche immaginare quanto lui sia stato male per il falso pettegolezzo pubblicato la scorsa notte. Quindi, per favore, se qualcun altro in futuro avrà dubbi o notizie riguardo la mia vita privata mi chieda pure, sarò ben felice di rilasciare interviste.>>