Alla fine l'amore è come se fosse una dannazione quasi quanto la morte, solo che tale sentimento viene sempre accostato all'ardore della passione e alla brama della lussura. Sentimenti apparentemente così piacevole da non far notare all'individuo le sofferenze alla quale dovrà andare in contro dopo che il fuoco di quella passione è stato consumato.

L'amore è esattamente come una rosa, dalla bellezza così abbagliante che la persona non si accorge subito delle spine che ornano quella bella corona finchè non si punge. E, analogamente a come avviene con la morte, l'individuo sanguina per amore, anche se metaforicamente. Eppure l'amore ci piace, lo cerchiamo in ogni cosa, mentre la morte, suo simile, è allontanata ed odiata dall'uomo durante la sua quotidianità solo perchè di quest'ultima non riesce a coglierne il lato poetico.

Questo fa riflettere molto. Due cose così simili vengono affiancate a due concetti etici e morali che sono praticamente gli opposti: l'amore con il bene e la morte con il male.
L'uomo è codardo per natura, basti pensare che la prima emozione che provò il primo individuo umano fu proprio la paura, e, spaventato dall'ignoto della morte, preferisce quell'ebrezza "certa" e leggermente monotona dell'amore diventato ormai quasi banale.
Ma alla fine cos'è questo "bene" e questo "male"? Non è forse il bene l'elemento più finto del male stesso?

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