Chiusi nelle nostre gabbie mentali
cerchiamo un modo per volare
ma si sono sciolte le ali
come secoli fa successe a Vicare.
Forse è la luce che porta al disastro
rompe l'anima in mille pezzi
mentre l'oscurità prova a ricomporli con un nastro
sottile ma resistente come i fili nei terrazzi.
Mondo fatto di invenzioni
di persone e soldi
ma ci spariamo iniezioni mentre ascoltiamo le nostre canzoni.
E gridiamo chiedendo aiuto ma son tutti sordi.
Ci sentiamo soffocare in aria e non dentro il mare,
proviamo solo disprezzo gli uni per gli altri.
Continuo a suonare ma non mi riesco a calmare,
stiamo diventando tutti matti.
Si dissolve la coerenza
come polvere nel vento
mi guardo allo specchio e cosa rimane? un corpo senza volto.
Ci siamo persi, succubi di odio
e saccenza
aspiriamo al primo posto del podio
solo per avere un po' d'importanza e valenza.
La gente si riunisce per fare pettegolezzi
persone vuote
senza argomenti e con pregiudizi
elogiano le persone sono quando sono morte.
Succubi di noi stessi,
a tratti depressi
troviamo pace in oggetti
e in una Moretti.
Se sono sola mi sento cattiva
un po' schiva.
Della famiglia mi sento la pecora nera
ma almeno penso di essere un po' più vera.

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