Conoscere te è stato come guardare il cielo dopo una grigia giornata d'autunno.
Ti sdrai in mezzo al nulla guardando il passato,
assopito,
e poi dal nulla la trovi: la stella più bella di tutte in cui ritrovi una speranza;
un qualcosa di fragile ma di magnifico;
d'incredibilmente lontano ma che ti fa sentire a casa,
nonostante la distanza.

Quella maledetta distanza sconfinata che sembra distruggerti,
ma che ti fa realizzare quanto effettivamente sia bella ed importante quella stella.
E vuoi proteggerla, a qualsiasi costo, da tutto
anche da te stessa
in modo che la sua arte non venga scalfita in alcun modo
da nessuno.

Trovi un posto in cui non puoi stare
ma che ti fa sentire bene,
vivo,
che per un secondo fa uscire il lato migliore di te che non sapevi nemmeno di avere.
E alla fine di quell'incontro ti senti rinato,
come se quel grigiore non ti avesse mai assalito e divorato nell'anima,
nel profondo.
Quella stella è un self-place,
una cura dal mondo.

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