CAPITOLO 1

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'Oh, cielo... E adesso cos'altro c'è?' disse Emeline sottovoce, sorridendo imbarazzata.

Suo padre, Arthur Dixon, le fece cenno con la mano dal lato opposto della sala. Un gesto infastidito per dirle che tutti li stavano guardando. Lei si irrigidì vedendolo avvicinarsi a passo di marcia tra la folla di gente elegante. Aveva lasciato il loro tavolo appena terminato il dessert, con l'intenzione di vedere e farsi vedere, come al solito.

Come sua consuetudine, Emeline si era accomodata su una poltrona per ascoltare la musica, aspettando impazientemente la fine della serata. Era intervenuta soltanto perché l'incaricata della raccolta di fondi operava per conto di una delle sue opere di beneficenza preferite.

Alzò lo sguardo con diffidenza mentre suo padre si avvicinava, con la testa di capelli argentei che spiccava sotto le luci. Subito dopo notò l'uomo alto che lo seguiva.

'Oh, no... Accidenti, papà... Non un'altra volta.'

Pensava che avesse rinunciato a presentarla a tutti gli scapoli più appetibili di San Francisco.

"Em, mia cara, vorrei farti conoscere una persona."

Un ritornello a dir poco familiare. L'aveva udito spesso nei suoi ventinove anni, e di rado aveva portato a qualcosa di più impegnativo di un primo e impacciato appuntamento. Ciononostante, si alzò in piedi e si incollò un sorriso sulle labbra.

"Oliver, lei è mia figlia, Emeline. Em, ti presento Oliver Alexander. È un dirigente della 'Jameson Communications', una nota agenzia pubblicitaria."

Oliver Alexander tese la mano. Lei gliela strinse educatamente.

"Piacere di..." iniziò lei alzando la testa, ma il suo cuore rischiò di fermarsi.

'Oh, santo cielo... Okay... respira, Em...'

Era l'uomo più affascinante che avesse mai visto in tutta la sua vita... Folti capelli neri pettinati all'indietro su una fronte alta. Un velo di barba poneva in risalto i lineamenti marcati, che incorniciavano una bocca generosa e sensuale. Era di una bellezza strepitosa...

"Di conoscermi?"

Un lampo divertito illuminò gli occhi grigi.

"Ehm... sì. È un vero piacere."

Emeline ritrasse di scatto la mano. Aveva il palmo sudato... letteralmente. Suo padre doveva essere pazzo se credeva che un uomo come quello potesse interessarsi ad una donna come lei.

"Ultimamente, la 'Jameson' ha fatto alcune campagne veramente buone. Gli opuscoli pubblicitari per le 'Scarpe Atlantis' erano veramente azzeccati."

'E forse potrei usare la parola 'veramente' qualche volta di più in rapida successione... Giusto per mostrarti quanto vasto sia il mio vocabolario...' pensò lei, sentendo di arrossire come un peperone.

"Ti ringrazio moltissimo... Ho contribuito a quella campagna."

Un sorriso rilevò una dentatura perfetta. Il mento era segnato da una lieve fossetta. Emeline cercò di non svenire di fronte a tanta perfezione maschile.

"Ho saputo da tuo padre che sei una fotografa..."

Gli occhi di Emeline si puntarono sul padre. Gliel'aveva detto? Era sorpresa, ma anche piena di orgoglio. Lui non si preoccupava mai di accennare al suo 'hobby', come l'aveva definito una volta, in una delle loro discussioni.

"Sì... Mi diverte scattare fotografie."

"Ha appena vinto un premio," annunciò suo padre, raggiante. "ha un nome che mi sfugge adesso."

DECISAMENTE TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora