Oliver la chiamò domenica per invitarla a visitare una mostra fotografica martedì sera. Disse di volere la sua opinione sull'opera dell'artista. Lei accettò, naturalmente. Per il vernissage, Emeline scelse un vestito aderente di un intenso blu, il cui taglio valorizzava la sua figura a clessidra e la sua statura. Per la prima volta in anni, scelse un paio di scarpe dal tacco alto, raggiungendo così il metro e ottanta di altezza.
Si era lavata i capelli usando soltanto il balsamo, per cui adesso erano una massa di riccioli lucenti. Mentre si truccava con parsimonia, usando i prodotti che Monica le aveva lasciato, si chiese come avrebbe reagito Oliver.
Alle sette in punto, udì bussare alla porta del suo studio. Con il cuore che batteva forte, attraversò il parquet con tutta la grazia di cui fu capace, in equilibrio sui tacchi, e l'aprì.
"Ciao, Emel..."
Oliver rimase a bocca aperta.
"Ciao, Oliver," sorrise lei. "Com'è andata oggi in ufficio?"
"Benissimo..."
Lui la scrutò con curiosità.
"Sembri... diversa."
"Solo un po'."
Emeline gli voltò le spalle e rientrò. Una parte di lei aveva voglia di girare per la stanza e ridere di felicità.
"Colpa del vestito... È nuovo."
"Be'... Ti sta d'incanto."
La voce di Oliver era più profonda del solito. Anche lui faceva la sua bella figura, in pantaloni neri e camicia bianca.
"Ti ringrazio. Prendo la borsetta."
Emeline si mise a tracolla la pochette vintage che era appartenuta a sua madre.
"Non vedo l'ora di andare alla mostra."
"Anch'io..."
Voltandosi, lei notò che la stava osservando con una ruga tra le sopracciglia.
"Va tutto bene, Oliver?"
"Oh, sì. Sì, va tutto molto bene."
Oliver abbassò lo sguardo, ammirando il modo in cui il vestito le fasciava i fianchi. Il suo era uno sguardo ardente che le fece formicolare la pelle.
'Mi trova attraente...'
Era una sensazione nuova, un'esperienza eccitante e strana. Emeline raddrizzò le spalle, cercando di mantenersi dritta come le aveva insegnato Monica, per nascondere il fatto che il cuore le batteva ancora forte e che le sudavano le mani. Oliver si schiarì la gola.
"La mia auto è di fronte... Andiamo?"
"Sì," aggiunse lei e uscirono.
Entrarono nella 'Storran Gallery' a braccetto. Con i tacchi, lei era più bassa di lui soltanto di quattro o cinque centimetri. Molti occhi si voltarono a guardarli. Ma quella volta non erano occhi femminili, indignati che lei, così anonima e insignificante, fosse al braccio di Oliver.
No... Quella volta erano gli uomini a guardare. Emeline gettò i riccioli dietro le spalle, come se, nel giro di una notte, si fosse trasformata in una versione sofisticata di sé stessa.
Osservarono con attenzione le fotografie. Grandi stampe digitali di persone, per lo più a party e in nightclub, dai colori puri e carichi.
"Mi sembra quasi di sentire la musica," commentò Emeline davanti alla foto di una coppia che ballava, con i corpi in abiti succinti velati di sudore brillante.
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DECISAMENTE TU
Literatura KobiecaAttraente senza essere sfacciata, intelligente e riflessiva, ricchissima. Bastano queste doti per convincere Oliver Alexander, manager della 'Jameson Communications', che Emeline Dixon è l'aspirante ideale al ruolo di signora Alexander. L'incentivo...