Oliver alzò la testa. Se l'era immaginato o aveva avvertito un lieve sarcasmo nella voce di Emeline? No... Non poteva essere. Il suo incantevole sorriso illuminava la stanza.
"Già... Sono sicuro che c'è chi pensa che sono pazzo ad andarmene, ma ogni cosa finisce per raggiungere il suo limite naturale..."
"Anche un matrimonio?"
Lei lo guardò in un modo che gli fece salire la pressione sanguigna. Forse tutti i recenti cambiamenti la facevano sentire insicura.
"Finché morte non ci separi, amore mio. È l'unico limite naturale che riesco a vedere."
Lui la baciò sulla guancia.
Era una sua impressione o lei si era irrigidita appena quando l'aveva abbracciata?
"La morte, sì... Suppongo che tu abbia ragione."
I suoi occhi molto più verdi che blu lo studiarono con un'espressione leggermente sconcertante.
"Per fortuna non è un'eventualità imminente, ma suppongo che non si possa mai saperlo."
"Tesoro mio, stamattina sei di umore alquanto sinistro..."
Emeline alzò le spalle, con il pericoloso effetto di far tendere il tessuto sul suo seno generoso. Oliver soffocò il desiderio che gli sgorgò dentro.
"Be'... Sarà meglio che esca prima di lasciarmi distrarre, mancando così al mio appuntamento. Ciao, amore mio. Ci vedremo più tardi."
"Sai dove trovarmi, tesoro..."
Se fosse andato tutto bene, la sua nuova agenzia sarebbe salpata alla grande e lui avrebbe avuto modo di placare le paure di Emeline.
*****
Appena la porta si fu richiusa alle spalle di Oliver, Emeline vi si accasciò contro. Quella mattina non era riuscita a nascondere del tutto il risentimento e le paure benché si fosse vestita e truccata con cura e gli avesse servito la colazione con un sorriso incollato sulle labbra.
La sera precedente, fare l'amore... no, fare sesso... non era stato d'aiuto. L'intimità non era servita ad altro che a ricordarle tutto quello che avrebbe perso quando avesse escluso Oliver dalla propria vita.
Era stata felice da sola perché non aveva mai conosciuto niente di diverso. Adesso che era stata iniziata ai piaceri della vita di coppia, ne avrebbe sentito la mancanza. Milo le si strofinò contro le gambe.
"Lo so, cucciolone mio, è l'ora della pappa. Sai che tu sei sempre il mio primo amore... Non avrei dovuto chiedere di più. Tu e Duke dovevate bastarmi."
Emeline si chinò ad accarezzarne il morbido pelo.
"Quanto meno avrò sempre voi due quando lui se ne sarà andato."
Si liberò con un calcio di quelle stupide scarpe con il tacco alto che aveva messo per impersonare Miss Perfezione. Come aveva potuto farsi ingannare in quel modo? E adesso doveva recitare la parte della moglie perfetta ad una festa con tutti i suoi amici e colleghi?
Aveva voglia di piangere. Accidenti! Forse avrebbe dato libero sfogo alle lacrime. Che male c'era? Così, più tardi avrebbe potuto sorridere come una sciocca per tutta la sera al braccio di quel bugiardo di Oliver Alexander.
*****
Dopo il modo strano in cui Emeline si era comportata quella mattina, Oliver decise di andare a casa a prenderla, così da poter arrivare al party insieme. Si sentiva in colpa per averle annunciato la drammatica svolta nella sua carriera appena sposati.

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DECISAMENTE TU
ChickLitAttraente senza essere sfacciata, intelligente e riflessiva, ricchissima. Bastano queste doti per convincere Oliver Alexander, manager della 'Jameson Communications', che Emeline Dixon è l'aspirante ideale al ruolo di signora Alexander. L'incentivo...