01- beginning

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Il cielo grigio, le forme inutilmente indefinite e la quasi totale assenza di qualunque suono farebbero dubitare chiunque della propria sanità mentale, dopo un po'. Sono su questa roccia inaridita troppo tempo perché mi importi davvero.

È esclusivamente per questo, e non perché sono assolutamente terrorizzato all'idea di incontrare per la prima eppure ennesima volta il gruppo di eroi che sto aspettando da settimane, che quando credo di sentire il lontano rollio dei retrorazzi di un Quinjet, mi dico che devo averlo immaginato. Dopo tutto è già successo, ho già avuto delle allucinazioni. Certo, le circostanze erano ben più... spiacevoli, ma ciò non significa che non possa succedere di nuovo. Ero ben consapevole del fatto che la stanchezza avrebbe avuto la meglio sulla mia mente prima o poi. I ricordi legati a questo posto infernale, aggiunti agli eventi accaduti più recentemente, non hanno certo aiutato.

Eppure, qualcosa mi dice che questa volta potrebbe essere diverso. Una volta mia madre -ridacchio pensando a come, dopo tutto questo tempo, ancora pensi a lei come mia madre- mi disse che gli esseri magici più dotati potevano percepire il cambiamento nella linea temporale, come le persone, i mortali, possono percepire il cambiamento nella direzione del vento o nella pressione atmosferica. Non so se sono abbastanza potente, forse è solo istinto, ma in qualche modo, mentre il rumore del rollio aumenta, la mia sicurezza si accresce con esso.

Sono arrivati. Finalmente.
Mi alzo, il mio corpo protesta ma ignoro fermamente ogni gemito. Non so quanto tempo sono stato seduto ad aspettare, a malapena protetto dal vento nella rientranza che mi sono creato nella roccia viva di questa sottospecie di montagna, ma non ho intenzione di lasciare che qualche giorno di immobilità consenta al mio corpo di decidere ciò che posso o non posso fare. Evoco appena un po' di magia, quanto basta per ripulirmi tanto quanto per ristorarmi, e anche se so che è solo temporaneo e che la pagherò molto cara in qualche ora, mi sento bene come non mi sentivo da tempo, e sono pronto per affrontare gli Avengers.

Uscire nella luce del sole, per quanto pallida essa sia, mi fa ricordare che a Jötunheim è sempre notte. Mentre fatico per adattarmi all'ambiente, sento il distinto rumore di metallo su roccia e capisco che gli eroi sono vicini.
Troppo vicini, non sono pronto. Come hanno fatto ad arrivare tanto in fretta?
Ma ormai è tardi. Sento il Capitano urlare ordini, mentre passi concitati e ruggiti mi dicono che la squadra mi ha visto e sta reagendo di conseguenza. Mi volto, trovandomi faccia a faccia con i cosiddetti eroi, e allargo le braccia in un gesto che può essere sia di resa che di benvenuto. Non mi sfugge l'ironia di un'azione del genere, in un posto che non ha mai accolto nessuno, se non per causare dolore e sofferenze senza fine.

"Vengo in pace!" Urlo, e non posso fare a meno di sorridere alle loro espressioni scioccate. Un po' di teatro non ha mai ucciso nessuno, mi dico, anche mentre analizzo con attenzione le varie emozioni- sconcerto, confusione, rabbia- che scorrono sui loro volti.

"Potenti Avengers,-riprendo- io, Loki di Asgard, vengo a voi portando doni!"

Per un momento, sento solo il vento soffiare, in qualche modo più forte di prima. Posso quasi immaginare i grilli frinire attorno a noi.
Poi: "PENSI CHE TI CREDEREMO SOLO PERCHÉ NON CI HAI ANCORA ATTACCATO ALLE SPALLE?"
Thor, ovviamente, che evidentemente non ha ancora imparato a regolare il volume della sua roboante voce. "NON CADRÒ PIÙ NELE TUE TRAPPOLE, LOKI!"

"Thor, se solo volessi ascoltare, una buona volta..." Sospiro, sapendo che è una causa persa. Ho le braccia ancora sollevate, e iniziano ad intorpidirsi, quindi senza rifletterci troppo fletto appena le dita. Un momento dopo, vengo fulminato. Il suono assordante del tuono, dopo tutto quel silenzio, basterebbe a stordirmi, ma ovviamente arriva anche l'energia del fulmine, che mi scaglia ad alcuni metri di distanza. Rotolo alcune volte prima di rimettermi in pedi con un balzo, che sarebbe stato molto più d'effetto se i miei vestiti non stessero fumando. Ignoro l'odore di cuoio bruciato e peli carbonizzati, sperando che le sopracciglia siano ancora al loro posto, e spazzo via un po' di polvere immaginaria dalle braccia, prima di parlare di nuovo: "Va bene, va bene!" Alzo di nuovo le mani, stavolta con un significato ben chiaro: mi arrendo.
"Non voglio combattere contro di voi!" Dico, camminando verso il gruppo, che nel frattempo si è avvicinato al cratere che ho formato atterrando.

"Ti ripeto la domanda di tuo fratello: ti aspetti che ti crediamo?" La voce metallica di Stark risuona dagli altoparlanti della sua tuta.
"Certo, Stark, che me lo aspetto! - rispondo sarcastico - Perché non dovreste credere al dio delle menzogne? NON RISPONDERE" Indico Barton, che prevedibilmente aveva appena aperto la bocca.
"Come facevi a sapere..."
"Oh, per favore, Clint! Ti conosco meglio di quanto credi!" Clint sussulta, e se avessi qualcosa contro cui sbattere la testa lo farei volentieri. Idiota.
"Non intendevo... non importa."
Prendo un respiro, e ricomincio: "Vi conosco tutti, vi ho conosciuti in un tempo e in una realtà che non esistono più, e che se i miei sforzi sono valsi a qualcosa non esisterà più." Ormai sono un fiume in piena e nessuno può fermarmi. Thor, da bravo fratello adottivo, cerca di fulminarmi ancora, ma creo un semplice scudo di energia per fermare il suo lampo, che ne viene assorbito senza sforzo. Non mi sfugge che tutti gli altri si sono fermati, aspettando di capire cosa sta succedendo.
"Loki! Che trucco è mai questo? Non sei mai stato in grado di farlo..."
"Sì, beh, ho imparato, fratello!" Thor sussulta, e comprendo che in questo punto della linea temporale la nostra relazione non è positiva. Distolgo lo sguardo da lui e lo punto su Stark: "Stark, l'autorizzazione per disassemblare la tua armatura è: tonystarkèilmigliore." Dico, un sorrisetto che mi si allarga sulle labbra alla sorpresa dipinta sui volti del gruppo, mentre sento la voce del computer rispondere prontamente: "autorizzazione accettata." prima di disassemblare l'armatura e lasciarne cadere i pezzi sul suolo secco e polveroso di questa roccia dimenticata da tutti gli dei dell'universo eccetto il sottoscritto.
"Non credevo che avrebbe funzionato!" Esclamo, onestamente sorpreso.

Beh, se non altro adesso ho la loro attenzione. Stark mi fissa sconcertato per un momento, prima di ritrovare la parola: "Non ho mai detto a nessuno quel codice."
"L'ho indovinato in un mese!" Rispondo prontamente. "Era piuttosto prevedibile, in fondo, no?" Stark si limita a fissarmi, pallido come un lenzuolo.
"Chi ci dice che non hai semplicemente letto la sua mente?" Dice Barton, una freccia ancora puntata alla mia testa.
"Non è facile quanto immagini, Barton. Lo scettro faceva tutto il lavoro." Mi irrigidisco parlandone, ma era inevitabile. "A proposito, mi dispiace." Faccio un leggero inchino nella sua direzione, infondendo tutta la sincerità che mi riesce nelle mie parole. Barton mi osserva per un lungo istante, visibilmente sconvolto, prima di annuire appena. Non mi ha perdonato, non ancora. Probabilmente non lo farà mai, ma sorprendentemente ha accettato le mie parole. È un inizio.

Prendendo un respiro profondo, prima di ricominciare a parlare: "Bene, ora che ho la vostra attenzione, lasciate che vi spieghi perché vi ho fatto viaggiare fino a questo... pianeta." Faccio una smorfia all'idea di mettere sullo stesso piano questa specie di asteroide e Asgard, o Midgard, ma tant'è.
"Aspetta, quindi il segnale era il tuo?" Bruce, che si è de-hulkizzato in non so quale momento degli ultimi dieci minuti, mi osserva, più curioso che spaventato. Comprensibile, considerando che è l'unico che sia mai riuscito a usarmi come clava contro il pavimento di Stark. Sussulto appena al ricordo.
"Esattamente. Ora, non voglio farla più lunga del necessario, quindi..." invece di finire allungo una mano, piegando l'atmosfera fino a creare un'apertura nella mia dimensione -tasca personale, ed estraendo una delle cose più disgustose che ci abbia mai dovuto infilare: la testa del Titano Pazzo in persona, il potente, famigerato Thanos.
"Ta-dah!"

What if...? Loki goes back in timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora