09- talking/dream a little dream

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"Ci sei andato piano con me." È la prima cosa che dice Thor una volta che siamo rimasti soli.
"Cosa?" Lo guardo, confuso. Non potevo certo massacrarlo, sempre che ci potessi riuscire. Non era in controllo delle sue azioni. So bene come ci si sente, e aggiungere danni fisici a quelli emotivi non può certo aiutare, anche se a volte si ha la sensazione di meritarli. So che per me è stato così.
"Nella battaglia." Aggiunge, riportandomi alla realtà e allontanandomi dai pensieri oscuri che avevano iniziato ad affollarsi nella mia mente. Mi volto verso di lui, e non mi sorprendo quando il movimento mi causa dolore.
"Sì, beh, non volevo farti del male. Non eri in te. Quando litigheremo davvero vedrai!" Aggiungo cercando di alleggerire l'atmosfera. Sorrido come se sapessi quello che faccio, fingendo sicurezza come molte volte prima di oggi. Per qualche ragione, sembra meno sbagliato, ora.
"Sì, beh, uno di questi giorni dobbiamo allenarci insieme, e magari avrò una dimostrazione della potenza del grande Dio dell'Inganno!" mi risponde Thor con un sorriso suo. Poi continua: "Loki, quello che ho detto prima... non lo pensavo, lo sai vero?"
"Thor.... -Esito. Come posso dirgli che in realtà è esattamente il contrario? - La Furia prende sempre spunto da pensieri che in qualche modo già esistono nella mente di una persona. Non sto dicendo che tu ne sia consapevole, o che credi fermamente a quello che hai detto. Dico solo che, ad un certo punto della tua vita, devi aver avuto dei dubbi. Non ti biasimo per questo. Anche se sinceramente, scegliere come primo insulto 'Ergi' è stato un po' ridicolo"- con un leggero ghigno penso al giorno in cui mi ha visto mentre mi dedicavo a qualche "prova"...- "ti ricordi la prima volta? Sei arrossito così tanto che pensavo ti sarebbe saltata via la testa!" Ormai sto riedendo, e lui mi lancia un'occhiata offesa.
"Non ti avevo mai visto... così! Ancora adesso mi sembra strano!" Spalanca gli occhi, cercando di correggere il tiro: "Voglio dire, ti voglio bene in ogni caso, lo sai!, ma mi disorienta che tu riesca a... cambiare così tanto. Ecco."
"Lo so, Thor. Però, sinceramente, devo dire che Ergi è un insulto davvero datato." Rispondo con un leggero sorriso. In realtà mi ha ferito che scegliesse proprio ciò che mi ha sempre fatto sentire così diverso e sbagliato, ma non posso lasciare che lo veda. Sei debole, Principino. Lo sei sempre stato e sempre lo sarai. Zittisco la voce nella mia mente appena in tempo per sentire quelle degli altri, che stanno tornando "dall'ispezione". Come se non avessi capito che lo hanno fatto solo per lasciarci un po' da soli. È  sicuramente servito, ma questo non vuol dire che siano stati anche lontanamente sottili al riguardo.
"A proposito, qualcuno mi dice che cos'è un Ergi?" Tony irrompe nella stanza, senza più armatura. Dietro di lui, arrivano le barelle. Non credo che mi servirebbe, ma temo che sarò obbligato a lasciarli fare.
"È un insulto norreno." Rispondo, sperando di lasciar cadere l'argomento. Ormai dovrei aver imparato che Stark non molla mai un osso.
"E cosa vorrebbe dire? Mi è sembrato che fosse una cosa piuttosto brutta." Tony ci fissa, in attesa di una risposta, ma Thor ha messo il broncio, e so che non parlerà mai, quindi tocca a me. Ovviamente. Perché?
"Sono un mutaforma. Posso assumere qualunque aspetto io desidero, a patto che sia un animale. Con questa utilissima capacità, che non uso almeno da qualche secolo, viene anche la... necessità, occasionalmente, di... presentarsi in modo diverso." Mi accorgo che sono io ad arrossire, stavolta, e maledico le Norne per avermi messo in questa situazione. È  già stato abbastanza imbarazzante la prima volta, quando eravamo almeno alleati, se non quasi amici. Adesso...
"E quindi?" Chiede Stark. La sua espressione manifesta chiaramente la più totale assenza di comprensione delle parole che stanno frullando nella sua testa.
"E quindi dovresti farti gli affari tuoi!" Risponde Natasha, dandogli uno scapellotto che lo fa sussultare. Sorrido, per un momento, perché ovviamente Romanov ha capito.
"Ehi! E questo perché? Stavo solo chiedendo!" Tony si poggia una mano sulla nuca, facendo smorfie come se sentisse già il bernoccolo crescere.
"Non hai letto i libri di mitologia che ti ho detto di comprare?" Lo sguardo di Natasha potrebbe incenerire, e Tony si dimostra più sano di quel che si potesse prevedere allontanandosi saggiamente di qualche passo da lei, prima di rispondere: "Li ho... scorsi, più o meno. Cosa? Dovevo andare a fare dei test sulla Mark 9!" Alza le mani in segno di resa.
"Va bene, Natasha. Non importa, tanto lo sanno già quasi tutti comunque. A parte voi, s'intende.- mi rivolgo a Tony- A volte assumo sembianze femminili. O... neutrali? È così che dite su Midgard? E ovviamente in una società come quella Asgardiana non poteva mancare un insulto per la mia "condizione"" Mimo le virgolette con le dita, cosa non facile dato che per parlare mi sono tirato su sui gomiti.
"Ah." Per una volta ho lasciato Stark senza parole. "O-okay, anche noi abbiamo persone così sulla terra. Il termine qui è genderfluid. Ma non è un insulto!" Si affretta a precisare quando gli lancio un'occhiata scettica.
"Non te lo avevamo mai detto, quando sei rimasto con noi la... prima volta?" Chiede Bruce, che è rimasto in silenzio dietro una barella, facendo dimenticare tutti quanti della sua presenza.
"Non è che vada proprio in giro parlarne con tutti!" Rispondo piccato, prima di ritrattare, con tono di scuse: "Immagino non ce ne sia stata occasione. Scusa, non volevo prendermela con te, Bruce." La verità è che subito dopo aver affrontato il problema per la prima volta, con mio grande sollievo, è scattato un allarme, e la cosa non è mai più stata discussa. Sospiro lasciandomi ricadere sul pavimento. La mia schiena protesta, ma me lo sono meritato. Spero solo di aver evitato un incontro fin troppo ravvicinato con Hulk.
"Non preoccuparti. Anche qui sulla Terra sono argomenti ancora difficili da trattare, anche se avremmo dovuto imparare ad accettare le persone per ciò che sono da molto tempo, ormai." Bruce scrolla le spalle, e lancia un'occhiataccia a Tony, che è rimasto a fissarmi con la bocca semiaperta tutto il tempo.
Cade un silenzio imbarazzato, non migliorato dal fatto che mi rifiuto di incontrare lo sguardo di chiunque di loro, Thor incluso, finché non arrivano finalmente anche Barton e Rogers, che, ignari di tutto, lavorano per caricarci sulle barelle e portarci in infermeria.

Nonostante le mie proteste, passo la notte lì con Thor, con l'unico risultato di decidere di non dormire per paura di avere degli incubi e tenere sveglio anche lui. Domattina aver bisogno di molto caffè. Penso con un sospiro.

Non so quando getto la spugna, ma ad un certo punto sto sognando, e non è il solito incubo.
'Madre!'
'Figlio mio, come sei cresciuto.' Frigga mi tende le braccia e io non esito un secondo prima di tuffarmi nel suo abbraccio, caldo e confortante come l'ho sempre ricordato. Mi scosto dopo qualche momento, sconcertato: 'Come... come può essere? Perfino le tue migliori illusioni...' Non concludo la frase, non so cosa dire.
'Figlio mio adorato, sei diventato così forte. È tutto merito tuo.' Il suo sorrido mi scalda come niente è mai riuscito a fare, e sento una lacrima scendermi sul viso, ma non mi vergogno. Con lei non ho mai dovuto nascondere il dolore, prima di sapere cosa ero davvero, e adesso ho una seconda occasione per essere sincero con la donna che ho amato di più in tutti i nove m0ndo, e non la sprecherò. Mai più, mi dico. Qualunque cosa accada.
'Sì, figlio mio. Saremo sempre insieme. Anche tu sei sempre nei miei pensieri.'
'Madre, io non sono il Loki che è andato via...'. Ho la sensazione che lo sappia già, ma devo dirglielo. Deve saperlo. Glielo devo.
'Lo so, cucciolo mio. Non preoccuparti, sei stato bravo. Presto ci rivedremo e ci abbracceremo davvero.'
Prima che possa chiederle spiegazioni, il sogno svanisce e io mi sveglio di soprassalto, con la sensazione di averla appena ritrovata e persa di nuovo.

What if...? Loki goes back in timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora