08- save me

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La prossima cosa che so è che sono nella mente di Thor. L'istante dopo, sento il dolore. L'eco dell'agonia è abbastanza da farmi barcollare, e il mondo sembra inclinarsi attorno a me. Non so se sia davvero così, se siamo crollati o ancora in piedi, ma qui, nel buio più totale, tutto sembra in movimento, sfocato.

Thor sta urlando, da qualche parte all mia destra, ed è li che mi dirigo, pregando le Norne per un qualche miracolo che ci tiri fuori da questo incubo. Sono entrato con un incantesimo che richiede un'ancora all'esterno, un altro guaritore che usi il proprio seidr come un faro, e ora ho solo la pura disperazione a guidarmi.
"Thor!" Urlo, cercando di orientarmi. Mi sembra di camminare da ore, e, anche se so che non è così, mi sento stanco come se non dormissi da giorni. Il dolore si sta facendo sempre più acuto, il buio è come una pressione fisica proprio dietro i miei occhi.
"Loki! Sono qui!" La voce di mio- la sua voce mi risveglia dall'intorpidimento in cui sono quasi caduto, e mi volto per riavviarmi nella direzione da cui proviene, ricominciando a camminare.

"Thor!" Finalmente lo vedo, incatenato al pavimento. Mi inginocchio accanto a lui: sanguina, è ferito, ma sembra... normale. Beh, normale per lui.
"Cos'è successo?" Gli chiedo, cercando disperatamente un modo per aiutarlo, sapendo che la mia magia inservibile nella sua mente. Solo pochi sono in grado di viaggiare nelle menti altrui e continuare ad utilizzare i loro poteri. Quella che sta interagendo con Thor è poco più di un'immagine di me, e nessuno mi ha mai insegnato a guarire le malattie della mente, ad Asgard. Gli Aesir sono sempre stati convinti che, in mancanza della lucidità necessaria a servire in battaglia, le vite dei malati fossero inutili, le energie per curarli sprecate. Thor mi risponde dopo qualche momento, riportandomi al presente con l'agonia che risuona nella sua voce.
"Non lo so... mi stavo allenando con Hulk, e poi... sentivo tanto odio, fratello. - sussulto al sentirlo, e il suo volto si contorce in una smorfia. -Fa male, Loki. Aiutami." Non sentivo tanta disperazione nel suo tono da quando abbiamo combattuto sul ponte di arcobaleno. Mi sento male al ricordo.

"Lo so, lo so. Va tutto bene. Va tutto bene. Usciremo di qui. Te lo prometto." So che sa che non posso promettere nulla in questo momento, ma non mi contraddice e lo ringrazio silenziosamente. Per questo, più che altro, inizio a parlare a vanvera, mentre elaboro strategie su strategie, tutte destinate irrimediabilmente a fallire: "Thor, ascoltami, ti ricordi del giardino di Madre, ad Asgard? Ti ricordi di quando lo abbiamo quasi distrutto?"
"Certo che me lo ricordo! Perché?" Thor sorride, anche attraverso il dolore, e ricambio come posso, lieto di averlo distratto almeno un po'.
"Ti ricordi la fontana, quella con i pesci? Ti ricordi che volevi pescare uno dei pesci sacri?"
"Sì, è vero! -ride Thor- e tu mi hai detto che Madre si sarebbe infuriata..."
"Ma tu non potevi sentire un no come risposta, così lo hai fatto lo stesso!" Rispondo, sorridendo a mia volta.
"E tu hai detto a Madre che mi avevi assicurato che andava bene! Ti sei preso la colpa per me, fratello!" Thor mi poggia una mano sul collo, stringendomi piano, un gesto che gli ho visto fare così tante volte, ma che non ho sentito da così tanto tempo, che non riesco ad impedire che una lacrima sfugga al mio controllo.
Una luce accecante si sprigiona da tutto intorno a noi, e mi aggrappo con tutta la forza che ho a mio fratello, deciso a non lasciarlo più andare.

Un attimo dopo, sto cercando di scacciare il secondo Iron Man che infesta i miei occhi, finché piano piano le due figure diventano una, e sento la sua voce apostrofarmi: "Ben svegliato, bella addormentata!"
"Hai già usato questa battuta, Uomo di Latta." Rispondo usando lo stesso tono.
"Hai appena citato il Mago di Oz?"
"Perché? Ho letto parecchio."
"Hai letto il Mago di Oz. Tu."
"Beh? È parecchio impreciso riguardo la magia, ma è divertente vedere quanto i mortali siano ingenui!"

"Avete finito voi due?" Chiede il Capitano, con l'aria di chi ha già sentito anche troppo.
"Cosa è successo?" Questa volta è Banner a parlare.
"Mio fratello mi ha salvato." Risponde Thor. Non mi ero accorto che si fosse svegliato, e cerco immediatamente di alzarmi, per controllare come sta, ma il mio corpo la pensa diversamente.
"No. No, pavimento. Penso che resterò sul pavimento." Dico, digrignando i denti per il dolore.
"Fratello!" Nemmeno Thor si alza, accontentandosi di girare la testa nella mia direzione: "Come stai? Sei ferito?"
"A occhio direi che ho tre costole rotte, un polmone perforato e una vertebra incrinata. Un paio d'ore e sarò in forma smagliante!" Rispondo forzando un po' il tono. L'ultima cosa di cui ho bisogno è un Thor in versione mamma chioccia.
"Solo due ore? Ma come...? Aspetta un attimo, guarisci così in fretta da sempre?" Barton mi osserva, scettico.
"Velocemente?" Tossisco. "Se per te questo è veloce..."
"Allora come mai quando sei arrivato a New York stavi così male? Me lo ricordo, sei inciampato. Due volte." Dice, alzando due dita come se questo provasse il suo punto.
"Mi sembra di aver già chiarito che i seguaci di Thanos hanno dovuto convincermi a collaborare, Barton. Vorrei vedere te, dopo sei mesi nelle mani del suo comitato d'accoglienza." Rispondo, troppo preso a cercare di non sputare altro sangue per misurare davvero il tono delle mie parole, che risulta quindi un po' più velenoso e risentito del necessario. Sussulto quando me ne rendo conto, aspettandomi come minimo una freccia nello stomaco. Non arriva, alzo lo sguardo su di lui e vedo... comprensione?
"Pensavo di essermelo immaginato... la grotta, il mostro... era reale? Non era un tuo modo di tenerci in riga?"
Sgrano gli occhi, senza riuscire a trattenere il panico dal fare la sua comparsa nella mia voce: "Lo avete visto anche voi?" Clint si limita ad annuire, il dolore ora chiaro nel suo sguardo.
"Non ne avevi mai parlato." Dice Natasha, rivolgendosi a Clint.
"Pensavo di essere impazzito."
"Benvenuto nel club." Rispondo lascando ricadere la testa sul pavimento, lo sguardo puntato sul soffitto, mentre le memorie di quell'inferno mi tornano alla mente, fresche come se le avesse vissute pochi mesi fa invece che anni. In un certo senso è così, penso amaramente.
Inspira, espira... inspira, espira...

Qualcuno si schiarisce la gola, e vedo che Stark mi guarda con una nuova espressione negli occhi. Non capisco cosa sia, ma non è disprezzo, e mi basta.
"Dovremmo spostarvi dal salotto." Cap, come al solito, riporta tutti alla realtà.
"Va bene, andiamo a prendere delle barelle." Dice Vedova. Noto che si regge perfettamente in piedi e non sembra dolorante.
"Come stai?"
"Qualunque cosa tu mi abbia fatto, non sono mai stata così bene. Potrei correre una maratona!" Risponde Natasha con un sorriso stranamente gentile.
"Ti prego, non farlo. Ti ho curato, ma il tuo corpo avrà bisogno di un po' di tempo per riprendersi."
"Lo farò. Andiamo, Bruce?" Vedova fa segno a Banner: "Certo, arrivo."
"Ehi, Loki... grazie." Guardo Clint sorpreso, cercando di capire.
"Per cosa?"
"L'hai salvata. Non tutti lo avrebbero fatto. O potuto fare, per quel che vale."
"Non è che avessi scelta, no?" Rispondo, leggermente sconcertato. Crede che l'avrei lasciata morire sotto il mio sguardo?
"In realtà sì, eccome. - si intromette Tony. - E il fatto che tu non lo capisca dice più di quanto tu creda." Mi sorride con un'espressione che ho visto raramente sul viso di qualcuno: è... orgoglio?
"Adesso vi lasciamo riposare un attimo, va bene? Andiamo a controllare i danni, Steve. Clint, anche tu."

What if...? Loki goes back in timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora