03- let him in

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Mi sveglio in una stanza bianca, troppo illuminata, fredda e decisamente umana. Sono debole, stanco, affamato e assetato. Cerco di capire se stavo urlando anche al di fuori dell'ormai consueto incubo, mi schiarisco la gola e fa male, ma potrebbe essere la sete.
Cerco di alzarmi e noto due cose. Primo: i miei vestiti sono spariti, sostituiti da un camice di carta da ospedale. Umiliante ma prevedibile. Secondo, sono ammanettato. Manette Asgardiane della migliore fattura, con rune di ogni genere incise ovunque. Di nuovo, umiliante ma prevedibile. Il fatto che non siano così stupidi da fidarsi di me anche dopo la mia toccante confessione mi fa sperare per il loro futuro. Prendo un respiro, e, anche sapendo che quanto sto per fare è inutile, picchietto appena nel punto del mio petto dove percepisco il mio seidr. Ovviamente, è bloccato, ma sospiro di sollievo nel sentire la sua familiare energia riscaldarmi appena. Lascio ricadere la testa sui cuscini, rilassandomi appena. Inspira, espira; inspira...
"Come stai?"
"Ciao, Stark. Alla perfezione, come sempre." Sorrido, voltandomi verso la porta, o dove credo sia la porta, notando una parete di vetro alla mia destra.
"Non rifilarmi le tue solite scemenze, Loki!" Scatta. "Svieni nel bel mezzo di un monologo, poi ti metti a urlare come se ti stessero scuoiando vivo..." Sussulto, e Stark si interrompe, sbiancando. "Scusa." Cosa sia successo, tra il Santuario e la Terra, perché Stark sia così pronto a scusarsi con la persona che lo ha lanciato fuori dalla sua stessa finestra, non voglio immaginarlo.
"Non importa. Sono passati anni." Rispondo, secco. Non lo sto più guardando. Non ho bisogno di farlo per leggere la pietà nella sua voce. Umiliante, ma non propriamente prevedibile, tutto considerato. Immagino che dovrei essere toccato, contento, o almeno sollevato, considerando che probabilmente il suo sarà uno dei pochissimi voti a sfavore del rispedirmi direttamente di fronte al Padre di tutti.
Ma poi: "Non per il Loki di qui. Per lui sono passati solo pochi mesi. Non deve essere stato facile."

Sbuffo, seccato da quel tentativo di estorcermi informazioni, ma lo indulgo. Tutto sommato, è il minimo, dato che sono ancora vivo e apparentemente in miglior stato di quando sono collassato: "È stato meno difficile di quanto credi. Il "Loki di qui" come dici tu... sono io, ma non sono io. Ho ricordi di un anno fa e sono di me stesso in una biblioteca a Knowhere e so che ero io, ma so anche che un anno fa ero a Sanctuary. È il nome del pianeta su cui vi ho incontrato."Aggiungo, vedendo lo sguardo confuso di Stark.
"Sai, non sono abituato a questa versione di te. Controllato, il più delle volte, e... sincero. Sei stranamente diretto." Stark ridacchia sottovoce, come se non potesse credere alle sue stesse parole. Lo capisco perfettamente.
"Quindi mi credi?" Chiedo, sinceramente (di nuovo, che strana parola) curioso.
"Siamo giunti alla conclusione che se fosse un tuo piano sarebbe terribile, e comunque hai già fatto il trucco del prigioniero docile." Risponde Stark.
"Capisco. In effetti è stranamente ragionevole, da parte vostra." Inclino la testa, riflettendo, poi scuoto le manette che mi incatenano ai due lati del letto: "Queste per cosa sono, allora?"
Stark esita. "Quando sei svenuto ti abbiamo ammanettato per precauzione, giusto nel caso fosse tutto uno strano trucco... poi le abbiamo lasciate perché pensavamo che avresti potuto farti del male se le avessimo tolte." Non mi guarda, ma capisco che devo aver avuto una brutta crisi mentre ero incosciente. Sapevo che sarebbe potuto succedere, a causa della fusione, ma questo non migliora le cose. Debole, patetico, inutile Principe del Nulla...
"Quanto sei stato sul pianeta?" Noto il cambio di discorso e alzo nuovamente lo sguardo, cercando di capire dove vuole andare a parare. A cosa gli servono tutte queste informazioni? Vuole riportarmi lì? Sapere quanto potrei sopravvivere senza rifornimenti? No, scarto l'idea, è folle.

"Un mese, prendere o lasciare." Tralascio i dettagli della mia 'permanenza'. Anche se pensano di aver capito qualcosa, non starò certo qui a farmi compatire. Ho svolto il mio compito, punto. Ero pronto a morire lì, dopotutto. Me lo aspettavo. Era programmato.
"E da quant'è che non mangi, di preciso?" Tony fa un passo avanti, le braccia conserte sul reattore Arc che vive al posto del suo cuore.
"Non fare l'infermiera con me, Stark." Lo fulmino, ma lui non fa una piega. Anzi, sorride, un ghigno di chi sa che ha toccato un nervo scoperto. Sospiro, mi sto stancando velocemente e voglio riposare, o almeno tentare. Non so cosa mi aspetti nei prossimi giorni, o mesi.

"E va bene! Un mese, circa. Ho finito le provviste un paio di giorni dopo l'arrivo." Mi infastidisco perché ci ha messo cosi poco a tirarmi fuori la verità, e ancora di più perché so che l'ho fatto perché ho bisogno di lui e della sua pietà per ottenere da mangiare e un posto dove stare. Sempre che tutta questa commedia serva a qualcosa, alla fine. "In ogni caso sono un dio, non ho bisogno di nutrimento come voi mortali!" Ribatto, giusto per darmi un tono. So che non lo sto convincendo, ma al momento mi interessa di più mantenere la facciata.
"Lo sapevi che ci avremmo messo un po' a captare il segnale, perché non hai portato più scorte?" Ovviamente, Stark il genio deve mettere insieme tutti puntini. Beh, quasi tutti, mi dico.
"Pensavo che avrebbero avuto qualcosa li, e comunque dovevo viaggiare leggero." Mento spudoratamente, ormai, ma a che pro essere il Dio delle Menzogne se non posso sfruttarlo almeno un po'? E poi, so già che Stark ci sta arrivando da solo, non vedo perché dovrei aiutarlo lungo il percorso.

"Sputa il rospo, Loki! Cosa pensavi di fare, davvero?" Stark è alterato, e mi chiedo quanto abbia capito, se hanno fatto un sopralluogo, se hanno trovato la bomba. Che cosa credono che volessi farci. Pensano che fosse una trappola per loro? Sarebbe difficile convincerli che si sia trattato solo di una coincidenza...
"Sì, certo che abbiamo trovato la bomba. Che cosa credevi di fare? Avrebbe polverizzato il pianeta, con te sopra!" Mi legge nel pensiero. Da quando sono diventato così trasparente?
"Era una precauzione. Nel caso avessi fallito. Non sarebbe stata la prima volta." Rispondo con un sorriso d'intesa. Cerco disperatamente di suonare rilassato, mentre dentro sento le voci che urlano debole, stupido, non sei nemmeno riuscito a farci morire come si deve, adesso sapranno chi sei davvero!, debole, fallimento, nullità, MOSTRO.
"...Avrebbe distrutto tutto il pianeta. -Stark lo ripete, come se non lo avessi sentito la prima volta, come se avessi bisogno di lui per capirlo. - Ma tu lo sapevi, vero? Contavi su questo. Credevi che non ne saresti mai uscito vivo."

"Non era quello il piano, no." Riesco a dire.
"Lo sai cosa ha passato Thor, la prima volta che ha creduto che fossi morto. E adesso questo... lo sai in che stato lo hai ridotto?" Stark fuma di rabbia, ma non mi importa. So che ha ragione, so che Thor deve essere stato devastato, ma so anche che avrei fatto la cosa giusta se fosse stato necessario e non mi pento di nulla.
"Se dovessi scegliere tra salvarti la vita e salvare l'universo, Stark, so quale scelta faresti. L'hai già fatta. E io ho potuto solo stare a guardare mentre morivi per niente! E poi ho continuato e continuato perché l'unica cosa che potevo fare era portare avanti il tuo lavoro, la tua eredità, perché era tutto ciò che mi era rimasto! Eravate tutti morti!" Sto urlando. Stark mi guarda, sorpreso e, sì, anche un po' sconvolto. Prendo un respiro, rendendomi conto di ciò che ho detto, dell'espressione che devo avere. Mi lascio ricadere sul letto, fissando il soffitto. Passa un momento di silenzio, poi un altro. Sento ch prende fiato per parlare, poi si interrompe. Alla fine, Stark sospira. "Ti porto qualcosa da mangiare."
Quando torna, con quella che sembra pizza e dell'acqua, mi prendo ancora un momento per parlare, spiegare. Almeno questo glielo devo. So che mi sta fissando, e lo ringrazio silenziosamente per non cercare di tirarmi fuori nient'altro, anche se certamente vorrebbe farlo.
"Non prevedevo di sopravvivere. - inizio.- Lo sapevo, lo sapevamo entrambi e ad entrambi andava bene. Era una missione suicida, ma in entrambe le versioni avevo perso tutto e non avevo nulla da perdere. Non ho mai pensato di arrivare a Thanos, volevo solo portare con me quanti più dei suoi scagnozzi mi fosse riuscito, guadagnare tempo affinché scoppiasse la bomba. Il segnale... non ci ho pensato finché non ho capito che ero sopravvissuto. A quel punto, dovevo inventarmi qualcosa."
Inizio a mangiare senza guardarlo, e non posso che lasciarmi sfuggire un sospiro di apprezzamento nel gustare la pizza più buona che abbia mai assaggiato.
"E adesso va in brodo di giuggiole per la pizza! Devo dirtelo Rudolf, sei proprio uno strano tipo!"
Gli scocco un'occhiataccia significativa: "Chiamami di nuovo Rudolf e ti trasformo in una renna con tanto di naso rosso luminoso. Sei avvertito."
Per tutta risposta, Stark si mette a ridere di gusto, e non posso fare a meno di sogghignare anche io.

What if...? Loki goes back in timeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora