9. Misterioso

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Bonnie

Giusto il tempo di posare il telefono in tasca, che sentì il rumore di una tazzina infrangersi contro il pavimento, con il susseguirsi di imprecazioni "Joshua non si dicono le parolacce" la bambina lo rimproverò.
Con gli occhi stretti in due fessure ritornai in cucina e mi ritrovai davanti a due paia di occhi spalancati nella mia direzione, e sotto di loro si trovava, quella che poco tempo fa, era una tazzina, rotta in mille pezzi, e il pavimento macchiato di caffè.
"è stato lui!" "è stata lei!" dissero entrambi all'unisono puntandosi il dito contro.

Sospirando presi uno straccio e cominciai a pulire, buttando i pezzi di ceramica della tazzina nell'apposito cestino.
Joshua si passò la mano nei capelli "Mi dispiace per la tazzina", scossi la testa "Fa niente".
"È colpa tua" lo sentì sussurrare a lei.

Diede uno sguardo veloce all'orologio, che portava al polso "È ora di andare Nina, salta in groppa!" Joshua si abbassò abbastanza in modo che Nina riuscisse a saltargli sulle spalle. Una volta fatto si aggrappò saldamente con le braccia al collo del cugino.
Feci faticare a reprimere un sorriso guardandoli e li accompagnai alla porta.
Mi appoggiai allo stipite incrociando braccia e caviglie.
"Dovrò aspettarmi altre visite inaspettate in futuro?" chiesi ironicamente.
Girandosi dalla mia parte mi fece l'occhiolino "Ci puoi giurare Blondie".

Alzai gli occhi al cielo "Mi chiamo Bonnie idiota" lo insultai.
Le sue sopracciglia si alzarono e la sua bocca formò un ghigno malizioso, senza dare segni di essersi offeso.
"Oh ma lo so benissimo; è che Blondie mi piace di più"
Detto questo senza che io potessi controbattere si incamminò con la bambina sulla schiena.
Li fissai fino a quando non furono fuori dalla mia portata visiva e quindi feci per chiudere la porta, ma una macchina nera con un rombo potente, passò davanti a casa entrando poi nel vialetto di casa Hill.
Pensai che potesse essere il famoso Justin Hill che avevo incontrato al bar settimane fa, ma notai che la macchina era diversa. Ed ebbi la conferma che non fosse lui, solo quando dal veicolo scese un ragazzo.

Lo osservai meglio incuriosita: indossava una felpa nera con dei pantaloni eleganti, un paio di occhiali da sole e delle semplicissime scarpe bianche.
Alla sua vista mi accaldai. Non so perché,  ma mi attraeva nonostante non lo avessi neanche  visto da vicino.
Aveva capelli corvini portati in un ciuffo non troppo lungo e gli occhiali da sole mi impedivano di scorgere i suoi occhi.

Lo guardai in trance e mi ripresi solamente quando vidi Nina scendere dalle braccia di Joshua e corrergli  in contro.
Abbracciò forte le sue gambe, visto la sua  bassa statura, sorprendendo il ragazzo misterioso.
La vidi parlare a vanvera senza mai fermarsi e solo poco dopo  sollevò lo sguardo nella mia direzione e mi sorprese sulla soglia a fissarlo.
Sgranai gli occhi e richiusi la porta alle mie spalle in fretta.
Fu solo allora che mi accorsi che ero rimasta a osservarlo come una stalker.
Volevo sotterrarmi.

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The Hill brothers Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora