Care ragazze , buona sera, sono riuscita a fare un aggiornamento al volo. Che ve ne pare della storia? Vi esorto a lasciare un commento ed una stellina , è una storia nuova e per me è importante capire se sia o meno di vostro gradimento.
Baci🥰Glenda e Maria, accompagnate dalle corrispettive famiglie, si accingevano a raggiungere l' immenso atrio della villa. Il parco intorno era incantevole , illuminato dalla luce argentea della luna mostrava il suo volto migliore. Quella sera di metà settembre era tiepida, placida.
" Odio i tacchi!" Esclamò stufa Maria . Le sue scarpe tendevano ad affondare nel terreno appena annaffiato e questo arrestava costantemente la sua camminata.
Le due ragazze procedevano a passo cadenzato, avvolte nei loro abiti lunghi , mentre i loro familiari le precedevano di poco.
Glenda rise all' esclamazione di sua cugina
" Dai mari, ci siamo quasi" rispose di rimando
" Forza ragazze, siamo in ritardo" Le esortarono i loro parenti con espressioni divertite.
Giunte presso la dimora , due camerieri porsero immediatamente alle donzelle un flûte di champagne, per poi condurremmo ospiti presso il salone principale . Dalla sala si udiva musica di sottofondo del tempo . In quell' ambiente borghese e raffinato, fra persone influenti e vestiti d' alta moda, sembrava essersi persa la cognizione del tempo. La guerra appariva lontana, sfocata.
"Giselle , Eugenio è sempre un piacere avervi qui con noi" Esclamarono i padroni di casa rivolti ai genitori di Glenda . Al quadretto si aggiunsero anche i coniugi Addante, genitori di Mariuccia.
" Glenda, tesoro , come sei bella" Commentò la signora Caterina D' Amato. La donna adorava Glenda: la ragazza era bellissima , educata , di buona famiglia, una perfetta fidanzata per suo figlio.
" Alberto mi scrive spesso di te, in ogni sua lettera c' è sempre il tuo nome" Proseguì la signora.La giovane sorrise in imbarazzo e ringraziò timidamente . Alberto... quanto le mancava! La donna poi , rivolse attenzioni altrove iniziando a confabulare con le altre signore.Mariuccia , invece, era estasiata. Adorava quegli ambienti raffinati , si sentiva una privilegiata. Iniziò ad osservare sognante quei giovani in divisa. Erano tutti così affascinanti... un uomo la osservò un po' più intensamente e lei si sentì avvampare. Francesco , di contro , era già seccato. Odiava quel quel genere di eventi e specialmente quel tipo di invitati. Era costretto a presenziare a quelle noiosissime feste, ma lui era più il tipo da serata semplice , magari steso su un prato ad ammirare la notte stellata.
Glenda, invece, sembrava indifferente alla situazione, era stata cresciuta in quell' ambiente e quindi non le faceva alcun affetto. Se ne stava lì, incurante, in compagnia dei suoi famigliari.L' immenso salone in cui si stava svolgendo la festa era un tripudio di pregiatissimi marmi bianchi, quadri e sculture. Gli stucchi rendevano l' ambiente suggestivo, quasi solenne, la sensazione era quella di essere immersi in una fiaba.
"Permettetemi di presentarvi qualcuno" Aggiunse il coniuge D' Amato ai suoi ospiti , richiamandone L' attenzione. Glenda si voltò distrattamente osservando le persone che la circondavano. La ragazza li squadrò ad uno ad uno, erano cinque uomini in divisa. Alzò lo sguardo per inquadrare meglio i loro volti, quando , inaspettatamente, notò di nuovo quello sguardo su di lei. Di nuovo lui. La stava osservando con la stessa brama di quel pomeriggio al Gran Cafe. Stephan L' aveva rivista ed era rimasto con gli occhi fissi su di lei. Il kommandant osservò i suoi capelli biondi raccolti in un morbido chignon, la pelle candida, gli occhi acquamarina che brillavano sotto le luci della sala. Sembrava una dea fasciata in quel meraviglioso abito turchese. Lo sguardo di lui accarezzava morbido ogni curva della figura di lei.Come poteva una donna essere così bella? La guardò di nuovo in volto , incatenandola . Per la seconda volta, Glenda senti i suoi occhi bruciarle sulla pelle. La studiava attentamente, con una tale intensità da metterla in soggezione.
Il signor D' Amato, intanto, proseguì con le presentazioni
" Eugenio , ti presento il vossignoria Stephan Hoffman, comandante delle SS -annunciò il padrone di casa, rivolgendosi al suo amico- lui è Eugenio Ferraro, magistrato presso la corte di Cassazione",spiegò poi al Kommandant. Il padre di Glenda strinse la mano all' uomo che gli rivolse uno sguardo cortese, ma al contempo di sufficienza. Con la solita postura regale ed autoritaria, Stephan sembrava il padrone del mondo. Lui si sentiva tale ed , in effetti, lo era. In quel momento il suo potere era inimmaginabile. Le loro vite erano nelle sue mani.
"La signora Giselle è la moglie di Eugenio e questi sono i loro figli Francesco e Glenda" Prosegui Antonio D' Amato. Glenda, Glenda ripetette il kommandant nella sua mente.Poi sorrise , finalmente sapeva il nome di quella ragazzina.
" Lieto di fare la vostra conoscenza" Esclamò Stephan . Dispensò un educato cenno del capo a Giselle , per poi rivolgersi a sua figlia. Glenda era immobile, rigida sotto lo sguardo insistente di Stephan. Lui le fece sfacciatamente il baciamano, sempre guardandola dritto , sempre occhi negli occhi. Sembrava volerle leggere nell' anima.
"Permettetemi di presentarmi :sono l' Obersturmbannfürer Stephan Hoffman, incantato di conoscervi signorina" Si presentò.
"Piacere mio, signore" Si trovò costretta a rispondere la giovane. La voce di lei suonava così dolce e timida che il kommandant sorrise.Quella ragazzina gli faceva uno strano effetto . Stephan ancora non accennava a lasciare la mano di Glenda. La teneva stretta e fragile, fra le sue più grandi e forti. Sentiva il bisogno di mantenere quel contatto.
Rimasero così per qualche secondo. Lei provava un forte imbarazzo, lui ,invece, non voleva proprio saperne di lasciarla andare. Ad interrompere quel lieve contatto fu Mariuccia che allontanò sua cugina da quell' uomo tenebroso, dicendole che doveva parlarle.
Stephan la guardò allontanarsi, ondeggiando nel suo abito turchese, mentre veniva raggiunto dal suo collega Friedrich. Lui e Friedrich ancor prima di essere colleghi erano buoni amici.
" Chi è quella ragazza?" Domandò curioso Friedrich, notando lo sguardo di Stephan costantemente indirizzato al cospetto di Glenda. Era palese che la stesse fissando, ma a lui non sembrava importasse. Proprio non riusciva a rivolgere il suo interesse altrove
"Chi?" Rispose il Kommandant , fingendo di non aver capito
" La ragazzina, quella bionda, ho notato come la guardi, come mai tanto interesse?" Lo stuzzicò il suo amico. Stephan fece un sorriso sinistro
"Nessun motivo particolare, è solo una ragazzina come tante Friedrich" Rispose asciutto lui.
In realtà non era una ragazzina come le altre. L' aveva vista pochi minuti in un bar e da quel momento non aveva fatto altro che pensare a lei, a quanto fosse bella. Ed ora che l' aveva di nuovo davanti se ne sentiva attratto come fosse un magnete. Non aveva mai provato interesse verso alcuna donna, se non per una notte di piacere, ma ora sembrava diverso... lei era diversa.Quel viso d' angelo stava diventando la sua ossessione. Lo sarebbe diventata eccome.
Glenda nel mentre fu richiamata da Mariuccia, la quale cercava le attenzioni di sua cugina .
" Guarda che bello quell' ufficiale, prima ci siamo scambiati uno sguardo" Disse mari indicando un giovane biondo, dagli occhi chiari ed il fisico atletico.
Glenda pensò che fosse un bel ragazzo, ma rimaneva un nazista. Come poteva sua cugina provare attrazione verso quel genere di soggetti?
" Se a te piace..." Commentò la ragazza perplessa. Le fanciulle chiacchierarono del più e del meno, ridendo e scherzando . Quelle due erano legate da una complicità incredibile, si completavano a vicenda. Il loro legame era unico.
Mariuccia era vigile, a lei non sfuggiva mai nulla. E quella sera, con sguardo vispo teneva d' occhio tutti gli ufficiali. Così non poté fare a meno di notare i costanti sguardi che il kommandant rivolgeva a sua cugina. Stephan se ne stava in piedi, circondato dai suoi colleghi e da alcune donne d' alta società . Queste erano di classe, ricche e smorfiose. Si trovarono incredibilmente attratte dal fascino del kommandant, dalla sua aurea misteriosa e dai suoi finti modi gentili. Ma lui aveva occhi solo per lei. E la cosa risultava così evidente, Stephan la palesò al punto che lo notarono in molti in quella sala.Ma nessuno osò parlare:lui era il Kommandant ,lui decideva, chi lo avrebbe mai fermato?.
" Glenda!guarda quell' ufficiale , il comandante , non ti stacca gli occhi di dosso, ti sta letteralmente mangiando con lo sguardo" Le fece notare sua cugina. Ma Glenda non voleva saperne nulla di quell' uomo. Lo sentiva il suo sguardo addosso, eccome se lo sentiva, ma ora che le era fatto stato notare, risultava ancora più inquietante.
" Che dici mari? Lascia stare, perché non raggiungiamo gli altri?" Propose Glenda, riferendosi ai loro amici, evitando l' argomento. Non voleva nemmeno parlare di lui, la intimoriva .
I coniugi D' Amato avevano due figli , di questi uno era Alberto, il ragazzo di Glenda ,che in quel momento si trovava a combattere al fronte di guerra, l' altro era Luigi. Le due cugine e Luigi erano amici fin da piccoli, quei ragazzi erano cresciuti insieme. Avevano frequentato lo stesso liceo e vivevano nello stesso quartiere, a Rione Monti.
"Signorine buonasera, sempre più belle!" Le salutò Luigi da vero gentiluomo, facendo un inchino al cospetto delle ragazze . Queste gli sorrisero ed a loro si unirono anche altri ragazzi, sempre ex compagni di liceo e di avventure. Glenda si sentì immediatamente a casa, ritrovandosi finalmente nel suo micro ambiente , nella sua realtà ovattata. Ovattata si, ma felice.
" Guardate il signor Russo, un sessantenne ciccione accompagnato da una bellissima trentenne" Disse Giulio, facendo scoppiare i suoi amici a ridere. Glenda rise davanti a quella scena , più che altro per la circostanza, mentre si scambiava occhiate complici con Giulio. I due erano amici e quegli sguardi d' intesa erano innocenti , per nulla maliziosi. Dall' altro lato del salone Stephan li captò immediatamente . Non la perdeva di vista nemmeno per un secondo. E quella complicità, per qualche strano motivo, lo stava infastidendo. Lei rideva, sembrava felice e lui stava davvero iniziando ad irritarsi.Osservò la scena a distanza, con sguardo glaciale, mentre buttava giù con stizza lo Champagne che gli era stato appena versato.
La serata , ad ogni modo, proseguì a gonfie vele, senza alcun intoppo. I ragazzi danzarono e si divertirono tra una risata e l' altra.
" Qui fa troppo caldo, vado a prendere una boccata d' aria" Annunciò Glenda
Aveva bisogno di una passeggiata nel parco, quel caldo asfittico le iniziava a dare fastidio.
" Vuoi essere accompagnata?" Le chiese premuroso Giulio.
" No , gentleman, tranquillo , starò qui davanti" Rise la ragazza strappando un sorriso al suo amico .
"Come desidera , principessa" Rispose scherzoso Giulio.
Glenda scosse la testa divertita ed uscita dal grande salone, si diresse verso l' atrio che l' avrebbe condotta al parco. Finalmente un po' d' aria fresca. La ragazza si sedette su un bagolato , intorno ad una fontana. Poi alzò occhi al cielo: quella notte si accendeva di tantissime stelle. Era raro ...da quando i tedeschi avevano occupato Roma le stelle non brillavano più. La giovane inspirò a pieno, mentre la mente vagava. Glenda era così, amava ritagliarsi del tempo per riflettere in solitudine.
" Cosa fa sola di notte una fanciulla così bella?" La ragazza sentì pronunciare quelle parole in un italiano perfetto, da cui però traspariva un marcato accento tedesco. La voce era forte, sicura, imperiosa. Glenda si voltò e si rividero. Era lui,di nuovo , per l'ennesima volta. La giovane stentò a crederci. Il kommandant si posizionò dinnanzi a lei, in tutta la sua imponenza. Era bello, questo era innegabile, ma al contempo spaventoso. La sua figura sembra imporsi dinnanzi a quella minuta di lei. La divisa perfetta, l' aspetto impeccabile. Tutte quelle mostrine che portava con fierezza sul colletto testimoniavano la sua spietatezza, la posizione di comando. Stephan era intoccabile. L' ufficiale si avvicinò alla figura di Glenda e , quando ella si voltò verso di lui, l' uomo sentì un precipizio nello stomaco. Il viso della giovane era illuminato dalla pallida luce lunare, ma era lei a splendere. Si trovò ancora una volta a guardarla incredulo per quanto fosse bella.
Glenda , di contro, si sentì a disagio , una parte di lei voleva scappare via, ma poi tentò di tranquillizzarsi , non voleva sembrare una sciocca. Si sentì inchiodata e dovette forzatamente affrontarlo.
" Faceva troppo caldo lì dentro" Fu la sua risposta.Stephan le si avvicinò ancora un po', completamente rivolto a lei.
" Non dovreste girare da sola di notte , è pericoloso" Aggiunse il kommandant. La situazione era alquanto insolita: lui , l'uomo crudele per eccellenza , il lupo cattivo, stava ricordando ad una ragazza quanto fosse pericoloso girare sola di notte.
" Avete ragione , signore, ma cosa non è pericoloso oggi, con la guerra in corso e la mia città occupata?" Domandò Glenda con incredibile coraggio. La giovane ,infatti, in quella retorica domanda non riuscì a velare una nota di disappunto e dispezzo verso gli invasori.
Stephan le sorrise, per niente turbato, meravigliandosi egli stesso della spontaneità di lei. La trovò semplicemente irresistibile.
" Per favore chiamatemi pure Stephan, Glenda. E lasciatemi aggiungere che noi tedeschi non siamo qui per usare la forza contro di voi, siamo soldati si,ma non per questo animali." Il kommandant sembrava convincente, con quell' aria da finto cavaliere , eppure Glenda aveva sentito di quanto fosse violento. Stephan si sforzava di apparire gentile con lei. Non sapeva perché, ma desiderava che lei lo apprezzasse, che non lo vedesse come un nemico. Non gli era mai importato di questo, si era sempre mostrato nella sua vera natura. Specialmente con le donne.Era una bestia , sì, ma con quella ragazza sarebbe stato cortese.
Glenda si trovò spiazzata , non sapeva cosa rispondergli, se credergli o meno.
Lui le si avvicinò sempre di più, i loro volti erano a pochissima distanza . La vide arrossire sotto la luce della luna e ne restò meravigliato. Le donne che frequentava abitualmente non avevano nulla di genuino, mentre lei... lei era così innocente. Il ragazzo fissò gli occhi nei suoi e poi prese a guardarle le labbra.
Portò una mano sulla gota della giovane e le sfiorò con delicatezza la guancia. La pelle di lei sembrava velluto sotto le sue mani. Glenda si sentì a disagio, le mancava L' aria. Era fidanzata e quell' uomo si stava comportando in modo sconveniente. Il kommandant continuò ad osservarle le labbra piene, dalla forma sinuosa ed elegante. Erano così invitanti. Stephan sentì un immane impulso di baciarla, lì, in quel parco.Stava impazzendo, in quel momento desiderava quel bacio più di qualsiasi altra cosa al mondo. Dal primo istante in cui L' aveva vista non aveva fatto altro che immaginare di assaporare quelle labbra. Avvicinò il suo volto ancora un altro po' a quello della ragazza , mentre continuava ad accarezzarla con una dolcezza disarmante, che non pensava nemmeno di appartenergli. Le sue mani avevano ucciso migliaia di persone, non credeva che fossero capaci di un tocco così delicato. Proprio mentre lui stava per azzerare del tutto le distanza tra i loro volti, la ragazza lo fermò
" No ... vi prego, i-io non posso" Sussurrò tremolante Glenda , prima di scappare via.
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Sei la mia ossessione
Historical FictionRoma ,1943 Stephan Hoffman è un valoroso soldato tedesco, fiero comandante delle SS, che nel settembre del 1943 guida l'occupazione tedesca di Roma. Bello e cinico, all' età di venticinque anni si è già macchiato di terribili atrocità. Durante l' oc...