Capitolo 10

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La giovane si apprestò a raggiungere il comando , accompagnata da Mariuccia e suo fratello Francesco, visibilmente contrario alla scelta della sorella. Francesco non amava il carattere testardo ed ostinato di Glenda, o meglio, apprezzava il suo coraggio, ma spesso a causa dell' atteggiamento poco maturo di lei si trovava a doverla togliere dai guai. L' aria fresca di fine settembre colpì la giovane che si strinse di più nel suo golfino celeste.
" Spero che questa non sia la tua ennesima pessima idea" Sbottò Francesco contro sua sorella.
Il ragazzo le voleva un bene dell' anima, infatti non le aveva consentito di prendere parte a quel " processo" senza la sua protezione. La stessa Mariuccia, vista l' importanza della situazione, aveva scelto di accompagnare Glenda.
" Sei sempre pessimista, France" Ribattè la giovane.
" Glenda sei tu che non sai stare ferma nemmeno un po'" La richiamò facendole il verso lui, provocando le risa di Mariuccia.
"A dire il vero su questo Francesco ha ragione : sei una combina guai incorreggibile!" Commento Mariuccia.
Glenda mise il broncio e fece una smorfia di disappunto, quando due occhi verdi e severi la gelarono sul posto.
La guardia del comando squadrò il trio con espressione austera.
" Siete voi i rappresentati della famiglia Ferraro?" Domando l' SS con marcato accento tedesco.
I tre annuirono, così il soldato gli fece strada all' interno dell' edificio.
Dentro quelle mura, mentre percorrevano il lungo corridoio gli animi dei tre si scaldarono per motivi differenti: Francesco, in quanto segreto oppositore al regime, provò sdegno verso quegli uomini in divisa, Glenda era imbarazzata al pensiero di dover rivedere il Kommandant e Mariuccia era spaventata da quel posto asettico.
"Questo è lo studio del Kommandant" Annunciò il soldato prima di congedarsi.
Si, il kommandant. Perché Stephan aveva deciso di cedere alla richiesta di Glenda di scagionare il dottor Mastroianni.  E così, aveva stabilito che quel giorno la ragazza avrebbe dovuto testimoniare dinnanzi ad un gruppo di nazisti in favore dell' innocenza del Professore.Se le sue dichiarazioni avessero convinto il " consiglio" , allora l' uomo sarebbe stato rilasciato. Ovviamente a capo del consiglio vi era lo stesso Stephan, per cui l' ultima parola spettava a lui, per non dire che la sua era l' unica opinione a contare effettivamente.
Un gesto nobile da parte di Stephan, ma molto significativo. Attraverso quella scelta il kommandant sperava di far breccia nel suo cuore, ma al contempo voleva dimostrarle il suo totale potere decisionale. Come a sottolineare che di base era lui a decidere. A comandare. E qualunque cosa lui avesse scelto, gli altri avrebbero acconsentito.
Appena la giovane fece capolino, la stanza calò in religioso silenzio . Gli sguardi dei soldati erano unicamente  rivolti a lei, mentre beffardi esaminavano la ragazza  che aveva convinto  il loro Kommandant a rivedere la sua sentenza. Conoscevano Stephan da tempi immemori: fin dagli anni di addestramento militare aveva mostrato uno spiccato cinismo ed un' indole violenta. Era un uomo crudele e questo lo aveva portato in vetta alla scala gerarchica nazista. Si era guadagnato il grado di Kommandant e la sua parola era legge. Non era il tipo di uomo che ritrattava sulle proprie decisioni, eppure stavolta aveva scelto di ascoltare la testimonianza di quella fanciulla italiana. Per i suoi colleghi era palese che sotto vi fosse dell' altro. Ad ogni modo, la giovane parve loro deliziosa, radiosa nella sua incredibile bellezza. La osservavano con un certo interesse, rivolgendo poi  qualche occhiata agli altri due ragazzi che l' accompagnavano. Di contro, da quando aveva messo piede in sala,Stephan aveva occhi solo per lei. Dopo attimi di silenzio il comandante prese a parlare.
" Benvenuti, signori. Io ed i miei colleghi siamo qui per udire la testimonianza della signorina Glenda Ferraro in merito al non coinvolgimento del Signor Mastroianni Enzo in materia di copertura di ebrei"
Il kommandant  fece poi loro segno di prendere posto e , mentre i tre si accomodavano sui divanetti, il nazista si alzò in piedi.
"Signorina, prego" La incitò Stephan, infilando le mani in tasca ed avanzando di un passo verso la direzione di Glenda.
Da quella posizione Stephan torreggiava su di lei, anzi su tutti i presenti. Era particolarmente rilassato, mentre con sguardo di sfida misto ad eccitazione guardava Glenda.
Voleva scoprire fin dove si sarebbe spinta, come avrebbe reagito alle sue provocazioni, voleva vedere tutto di lei. Ormai ne pareva completamente ossessionato.
Il " processo" terminò ed il kommandant decise: il dottor Mastroianni era innocente e poteva proseguire con il proprio lavoro. Ovviamente nessuno osò opporsi alla decisione di Stephan e tutti concordano con lui.
I partecipanti si alzarono, pronti ad abbandonare quella stanza, mentre una figura vi irrompeva all' interno.
Una donna adulta, di bel aspetto e dallo stile curato, s' incamminò all' interno della sala.
I soldati la salutarono con educazione e lei ricambiò.
" Che ci fai qui, Carola?" Domandò Stephan, irritato dalla presenza di lei. Sebbene il suo sguardo non tradisse alcuna emozione, la comparsa inaspettata della sua fidanzata lo infastidì. Lo infastidì perché li c' era lei .  Temeva che Glenda, scoprendo del suo fidanzamento, potesse iniziare a pensare che le attenzioni che lui le prestava non fossero sincere. E questa ipotesi non gli piacque per niente. Sapeva che prima o poi sarebbe venuta a saperlo, ma , se solo Glenda  gli avesse mostrato un po' di affetto, lui avrebbe lasciato Carola. Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di averla.
" Amore, ti stavo cercando, oggi hai tardato rispetto al solito" Si lamentò la donna avvicinandosi all' uomo e poggiandogli una mano sull' avambraccio. Glenda assistette a quella scena confusa ed al contempo sollevata. Immediatamente pensò che il comandante fosse già impegnato per via di quell' inequivocabile scena e che quindi il suo interesse verso di lei non potesse poi essere così forte. Ipotizzò che magari questi volesse solo svagarsi, che forse era  una sua abitudine fare il casca morto con le donne e che non si sarebbe dovuta preoccupare più di tanto. Le dispiaceva per quella donna, per il fatto che il suo fidanzato non le fosse fedele, ma pensò anche che qualora Alberto fosse tornato, avrebbero potuto vivere tranquillamente, senza la minaccia di quell' uomo.
Non poteva certo sapere che , ormai, il kommandant aveva sviluppato un' ossessione viscerale nei suoi confronti e che mai l' avrebbe lasciata libera di frequentare un altro uomo.
"Ho avuto del lavoro da sbrigare, ora và Carola, non ho ancora finito" Disse gelido, mentre la donna stizzita ed umiliata abbandonava quel posto.
Tutti i presenti fecero per congedarsi, quando Glenda si bloccò un secondo.
" Comandante, posso parlarle qualche istante?" Chiese timida. I soldati ed i suoi familiari, a quella richiesta , le inviarono uno sguardo sbigottito, ma Stephan no. Più che sbigottita la sua espressione si rivelò sorpresa. Quella ragazzina era incredibilmente coraggiosa.
" Certamente, signorina!Oscar, fai strada ai signori" Ordinò il kommandant, mentre non perdeva di vista la ragazza e con tono gentile dileguò tutte le persone presenti in quella stanza.
E così anche Francesco e Mariuccia si videro costretti ad abbandonare quel posto , sebbene contrari.






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