I loro sguardi si incatenarono riflessi nello specchio, mentre con ostentata sicurezza Stephan raggiungeva la figura della ragazza.
Glenda rabbrividì, totalmente disorientata dalla presenza del kommandant.
Cosa ci faceva quell' uomo nella sua stanza della vestizione? Perché continuava a seguirla? E ancora, perché si trovava sempre nei suoi stessi luoghi?
La fanciulla si domandò se fosse il caso di urlare, di avvisare la sicurezza del teatro, ma con il suo sguardo esigente lui la sottometteva e le parole le morirono in gola.
Impeccabile e fiero nella sua alta uniforme, il giovane tedesco raggiunse Glenda, posizionandosi alle spalle di lei.
" Forse è meglio tirarla su" Esordì lui, con voce atona , senza mai perdere il controllo.
Con due dita egli prese ad accarezzarle la pelle candida della spalla, fino a raggiungere la manica a sbuffo dell' abito , che sollevò con estrema lentezza. Quel contatto fu scottante per entrambi e la lentezza di Stephan nel compiere il gesto intensificò il pathos del momento, già di per sé molto elevato.
Lei rabbrividì, avvertendo la pelle bruciare sotto il tocco delicato, ma deciso dell' uomo, mentre lui dovette lottare contro l' irrefrenabile voglia di strapparle quell' abito di dosso e farla sua.
Sotto le mani la pelle di lei gli parve velluto. Era candida e bianca come il latte, così pura ed invitante da minacciare la sua capacità di autocontrollo.
Stephan sospirò profondamente, sentendosi impazzire.
Tentò di placarsi, mentre la voglia di lei diveniva sempre più animale, viscerale.
" Volevo porgervi i miei più sinceri complimenti, Glenda, stanotte avete incantato l' intera platea. Sei la stella di questo teatro" La elogiò lui, passando per la prima volta al "tu" più confidenziale e senza mai perdere il contatto visivo con lei. La ragazza chiuse un attimo gli occhi, cercando di gestire quel turbinio di emozioni che stava provando. La figura di Stephan la intimoriva terribilmente. Era alto, forte e con la sua stazza la dominava.
Glenda percepiva lo sguardo di Stephan, quel suo sguardo di uomo le bruciava addosso mentre lui la studiava insistente e sfrontato. Tale fu l' intensità che la ragazza non resse il confronto e le sue guance si imporporarono naturalmente.
Questo dettaglio ovviamente non sfuggì agli occhi attenti del kommandant che ancora una volta rimase stregato dal dolce candore di quella fanciulla. Stephan sorrise impercettibilmente, mentre la tensione si faceva così alta da potersi tagliare.
Glenda, invece, tentò di riprendersi e di mettere a tacere quelle fastidiose emozioni, ma la figura di lui riusciva ad inchiodarla con la sua sola presenza.
" La ringrazio, ma devo andare, la prego, tutto ciò è sconveniente" Sussurò lei, a metà tra l' imbarazzata e lo spaurita.
Ma Stephan non volle saperne. Era stato completamente ammaliato da lei.
Il comandante così cinse in vita la giovane, attirandola leggermente verso il proprio torace.
La ragazza, stretta fra le braccia del kommandant prese a tremare, mentre lui con delicatezza la indusse a voltare il viso verso la propria direzione. Con una mano poggiata sulla gota di lei, i loro sguardi si incrociarono sempre più vicini.
Stephan le accarezzò il viso di bambina, mentre con l' altro braccio continuava a stringerla al proprio petto.
Quel contatto gli provocò una sensazione nuova ed immediatamente sentì il bisogno di averne di più.
Rafforzò un po' la presa, desideroso di toccarla e tenerla sempre più vicina, mentre le rivolse uno sguardo intriso di tutti i suoi sentimenti." Non chiedermi di fermarmi perché non lo farò" Disse schietto prima di azzerare la distanza tra i loro volti e baciarla.
Le gambe di lei si fecero gelatina tant' è che se non fosse stato per la stretta di Stephan, non si sarebbe retta in piedi.
Il sapore di lei lo mandò in estasi, spingendolo ad approfondire quel contatto. Rapido la voltò verso la propria direzione, mentre una sua mano si strinse sul fianco della ragazza, e con l' altra la portò ad inclinare il capo all' indietro per fornirgli un maggiore accesso.
Stephan la baciava dolce e passionale,mentre lei rimase inerte a subire quell' intrusione, totalmente incapace di compiere qualsivoglia gesto." Glenda" La voce di Arabella rimbombò tra le mura di quella stanza, riportando immediatamente la ragazza alla realtà . La giovane si destò subito, tentando di allontanarsi dalle braccia dell' uomo che continuava a stringerla.
" La prego, mi lasci..." Farfugliò Glenda tra un bacio e l' altro. Il kommandant controvoglia si ricompose, staccandosi da lei con una lentezza snervante.
"Ci rivedremo presto" Annunciò secco lui, prima di scoccarle un ultimo bacio a fior di labbra e prendere la via di uscita. Lei lo vide scomparire dietro porta,osservando impotente la sua figura austera ed impostata , completamente padrone di se . Esausta si accosciò su un divanetto, prendendosi la testa fra le manie sprofondando nello sconforto.
Si era proprio cacciata nei guai, pensò.
Arabella la raggiunse presto nel suo camerino mentre interdetta osservò la ragazza.
" Glenda, che ci faceva quell' uomo nella tua stanza della vestizione?" Domandò rigida l' insegnante.
La ragazza sospirò, tentando di darsi un contegno e di dissimulare quanto appena accaduto.
" Oh, si è recato qui per complimentarsi personalmente della mia esibizione" Disse forzando un sorriso.
Mai parole furono più gradite dalla donna, tant'è che Arabella abbandonando la propria maschera di maestra intransigente prese ad esultare.
" Capisci Glenda? Parliamo di Stephan Hoffman, il comandante delle SS. È un incredibile motivo di vanto per noi sapere che la tua interpretazione di Giselle sia stata apprezzata a tal punto da spingere un uomo tanto di spicco a congratularsi di persona con te" Arabella era letteralmente euforica. La giovane non proferì parola, limitandosi a sorridere poco convinta.
" Forza, su! Cambiati svelta! ti aspetta il momento del ringraziamento finale" Le ricordò bacchettona .Buonasera ragazze,
Come state? Ho scritto questo capitolo breve e di passaggio, tra un po' il tutto diventerà interessante, intanto che ve ne pare? Aspetto i vostri commenti con molto interesse.
Baci💖
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Sei la mia ossessione
Historical FictionRoma ,1943 Stephan Hoffman è un valoroso soldato tedesco, fiero comandante delle SS, che nel settembre del 1943 guida l'occupazione tedesca di Roma. Bello e cinico, all' età di venticinque anni si è già macchiato di terribili atrocità. Durante l' oc...