Capitolo 4

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"Corri , è arrivata una lettera !" Urlò Mariuccia a sua cugina che si precipitò di tutta fretta verso la sua direzione. Glenda corse giù per le scale, trepidante di scoprire di cosa si trattasse. Le cugine si erano riunite presso casa di Mariuccia e stavano trascorrendo il pomeriggio in compagnia. Glenda in quel momento era salita al piano superiore del villino per indossare il suo cappottino e poi congedarsi, ma fu bloccata da sua cugina
"Una lettera? Per me?" Domando curiosa Glenda
"Si, Glendi, per te , l' ha inviata Alberto" Esclamò euforica mari iniziando a saltellare. Glenda si unì a sua cugina, esultando contenta. Il suo fidanzato Alberto era solito scriverle lettere che indirizzava a casa di Mariuccia , la quale poi le faceva recapitare immediatamente a Glenda. Spesso faceva così, al fine di evitare che i genitori della sua fidanzata rintracciassero le lettere.  I signori Ferraro, infatti, erano estremamente protettivi nei confronti di Glenda ed Alberto si sentiva in imbarazzo a scriverle parole d' amore consapevole che queste sarebbero state lette dai genitori della sua amata. Specie se poi pensava che fossero amici di famiglia.
"Dammi" Esclamò Glenda felice
"Si, tieni, però leggi a voce alta" Aggiunse Mari

Dolce amore mio,
Sono mesi che non ci vediamo e , da quando non ti ho al mio fianco, sento che mi manca l' ossigeno. La guerra purtroppo mi chiama, è anche mio compito contribuire alla gloria della nostra patria. Qui è terribile... Ogni giorno il solito strazio, ma pensarti mi da la forza di andare avanti. Nei momenti più bui, quando sento di non farcela, immagino il tuo viso, ai tuoi occhi ed ai tuoi capelli oro. Quanto mi manca accarezzarli... Ed il tuo volto mi dà la forza di resistere, di sperare. Perché so che , finito questo incubo, ritenterò da te, mio amore. Ti stringerò forte fra le mie braccia, ti bacerò, poi ci sposeremo, compreremo un appartamento su Piazza Venezia, come desideri tu, faremo dei bambini e saremo felici. Ogni giorno, non c'è un momento in cui tu non occupi i miei pensieri. Sei la cosa più importante che ho. Ti amo immensamente.
Tuo Alberto

Glenda smise di leggere con occhi lucidi dalla commozione. Le mani tremanti stringevano il pezzo di carta ,mentre osservava ancora la grafia del suo Alberto incisa sul pezzo di carta. Il loro era un amore puro, semplice. Uno di quegli amori innocenti, che sbocciano timidi e scaldano il cuore. Ben diverso da un amore sconvolgente , perdi fiato. Il loro non era certo il tipo di amore che ti consuma, che ti fa perdere la testa, ma infondeva molta sicurezza. Il loro rapporto era incredibilmente genuino. Erano molto legati ,  si, ed a lei mancava tanto il suo Alberto...
"Che dolce! sei davvero fortunata ad avere un ragazzo così speciale al tuo fianco" Commentò sua cugina, anche lei visibilmente commossa. Quei due erano davvero una bella coppia, si completavano, pensò Mariuccia.

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Glenda era di ritorno da casa di Mari quando fu bloccata da un' autorevole voce maschile.

"Miss wohin gehst du? sofort aufhören!" Si sentì urlare contro Glenda. La giovane ovviamente non comprese nemmeno una sillaba di quanto pronunciato dall' uomo, ma prese immediatamente a tremare quando fu bruscamente bloccata dal suo collega.
Glenda si ritrovò in mano a due soldati tedeschi che con sguardo estremamente divertito si scambiarono due occhiate complici, convinti di potersi trastullare un po' con la giovane. Quella ragazza era bellissima, pensarono, sarebbe stata una notte molto spassosa. Uno dei due osservò le sue dolci curve, soffermandosi sulla porzione di seno che  si intravedeva leggermente dallo scollo a barchetta del vestito. L' altro, invece, si avvicinò a lei con addosso un ghigno malizioso a deformargli il volto.
La ragazza , allora, totalmente in panico prese ad urlare a gran voce
" Lasciatemi" Urlò disperata
" Still stehen! Und halte die Klappe. Kommt der Deutsche darauf?" Continuò il soldato mentre lei si dimenava, per poi riaffermarle bruscamente il polso.
"Was ist denn hier los?" Proruppe tagliente una vece maschile a lei vagamente"familiare". Glenda si voltò e lo riconobbe subito. Stephan era a pochi passi da lei,con la sua solita compostezza e postura regale. Il suo sguardo oscillava fra il volto della giovane ed il suo polso , ancora vittima della stretta del soldato. Glenda tremò dinnanzi a quello sguardo glaciale. Si sentì piccola ed impotente. In quel momento le tornò in mente l' immagine della sera precedente. Pensò che quel bacio rifiutato le sarebbe costato caro, molto caro. Ora lui avrebbe potuto vendicarsi. Era davvero spacciata.

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