cap. 5

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La sveglia suona alle 6.20, e nonostante sia molto presto e io amo dormire, mi sveglio abbastanza di buon umore. Di certo non posso permettermi di avere il muso lungo il primo giorno di lezioni ne tantomeno arrivare in ritardo, così mi alzo velocemente dal letto e mi dirigo subito in bagno prima che le mie compagne di stanza mi precedano. Mi faccio una doccia veloce, giusto per svegliarmi del tutto, metto la crema su tutto il corpo e un siero idratante sul viso, sul quale in seguito aggiungo giusto un filo di correttore per coprire le (per fortuna) leggere occhiaie e un burrocacao sulle labbra.
Appena esco dal bagno preparo il borsone, metto tutto quello che potrebbe servire, a partire dalle punte fino ad arrivare a spazzola ed elastici vari.
Dopo essere sicura di avere abbastanza tempo per fare tutto indosso delle culotte nere ed un top sportivo dello stesso colore, per poi indossare sopra una tuta grigia con una felpa rosa.
L'orologio segna le 06.47 e devo ritenermi abbastanza soddisfatta di averci messo così poco tempo rendendomi conto di potermi godere la colazione con calma.
<Buongiorno bellissima> mi saluta Serena con un bacio sulla guancia appena arrivo in cucina.
<Ma gli altri?> chiedo io non vedendo nessuno se non Carola alle prese con la cerniera del suo giubbotto <i ballerini sono già andati che noi alle 7 abbiamo classico, mentre i cantanti staranno ancora dormendo> mi informa lei. Effettivamente si, la Celentano ha preferito farmi saltare la lezione di classico stamattina per trovarmi al top alla prima lezione.
<Ora andiamo anche noi> mi informa Serena infilandosi le scarpe.
<Oh sì buona giornata ragazze> le saluto allora io con un abbraccio.

Per colazione decido di farmi un caffelatte con dei Pan di stelle e nel frattempo cominciano a svegliarsi anche i cantanti e le prime a raggiungermi sono Rea, Nicol e Sissi. Con quest'ultima ho parlato molto ieri sera e devo dire che è una ragazza fantastica.
<Però non ci hai parlato molto di te> interviene il cantante napoletano di Rudy all'improvviso mentre versa il suo caffè nella tazza <ha ragione Luca> lo appoggia Nunzio <oh beh non penso ci sia molto di interessante da sapere sulla mia vita> dico io sperando devino il discorso <beh non si sa mai> mi risponde Alex seduto di fronte a me con un mezzo sorriso <beh sono nata e cresciuta nello stesso paesino disperso nel nulla nella bassa Pianura Padana, ho frequentato il liceo delle scienze umane e a scuola sono sempre stata una che studia perché una cosa le piace, altrimenti niente. Ho un fratello più piccolo di 6 anni ed è una vera peste ma nonostante ciò gli voglio bene e poi niente non so che altro dire> dico accennando una risata.
<Ok una domanda che mi sorge naturale> inizia così Albe <perché hai iniziato danza solo 5 anni fa?> mi domanda allora. In realtà penso che questo sia uno dei tasti più dolenti della mia vita, uno di quelli che speri non venga mai toccato, perché nonostante il tempo passa non lo superi mai totalmente. E ogni volta fa male, anche troppo.
<Oi va tutto bene?> mi domanda dolcemente Alex, probabilmente essendosi accorto il mio improvviso cambio d'umore.
<Ehm si tutto bene> gli rispondo girandomi verso di lui rivolgendogli un lieve sorriso.
<Hai gli occhi ludici> mi dice abbassandosi alla mia altezza per guardarmi meglio negli occhi.
<Davvero tutto ok però ora devo andare a lezione, non voglio fare tardi il primo giorno> e così riesco a scamparmela anche se probabilmente su questa cosa ci ritorneranno sopra. E infondo va bene così, sono io che non riesco a superare qualcosa che, a chi lo racconto, non è un problema grande.

Sono le 07.39 così vado in stanza a prendere il borsone, infilo scarpe e giubbotto e mi dirigo verso la mia prima lezione. La maestra ha deciso di parlarmi un po' per conoscermi prima di assegnarmi le prime coreografie, ma nonostante ciò appena arrivo in sala relax tolgo le scarpe ed inizio a riscaldarmi, nel caso mi chiedesse di farle vedere qualcosa. A 10 minuti alle 8 prendo le mie cose e vado in sala dove tra poco incontrerò la Celentano. Appena arrivo mi sorprendo di vederla già lì a guardare alcuni fogli.
<Buongiorno maestra> la saluto io con un sorriso.
<Buongiorno Martina, molto bene il fatto che tu sia in anticipo, fa capire quanto ci tieni> mi dice lei sorridendo <siediti pure per terra se vuoi> mi dice allora.
<Ho qui i fogli che hai portato alle audizioni, te li leggo e poi magari parliamo> mi dice lei sedendosi su una sedia al centro della sala dalla parte opposta del plexiglas. Annuisco facendole cenno di poter leggere.
<"Mi chiamo Martina Ferro, sono nata il 10/11/2002, vengo da un piccolo paese in provincia di Rovigo, nel Veneto. Vivo con mamma, papà e mio fratello, ora siamo una famiglia abbastanza unita, anche se in passato ho avuto un periodo in cui non ci andavo per nulla d'accordo. Non supportano per niente i miei piani da ballerina. Non hanno mai voluto farmi fare danza da piccola poiché pensavano che fosse una fissa passeggera, nonostante fosse chiaro a tutti che già dall'età di 3 anni quello era quello che volevo fare. Fino ai miei 13 anni hanno sempre utilizzato questa scusa, continuando a ripetermi che era uno spreco di soldi e che non lo volevo davvero, ma quando poi durante quell'estate si sono resi conto che ballare era l'unica cosa che facevo perché mi faceva stare davvero bene hanno cominciato ad incolparmi del mio fisico. Ebbene sì, a quell'età ero molto più grossa di ora, e secondo loro non avrei potuto fare nulla per cambiarlo e io per questa cosa ci stavo davvero tanto male. Fin dai primi giorni ho chiesto ai miei genitori di poter iscrivermi almeno in palestra e contattare una nutrizionista per fare qualcosa, ma loro lo hanno ritenuto inutile, dicevano che ci sarei durata 2 giorni e poi avrei ricominciato la mia vita di prima. Così, un po' per ripicca, ma soprattutto per darmi una svolta personale, ho cominciato la dieta, ho perso circa 20 kg in 2 anni, andavo tutti i giorni in palestra e facevo di tutto pur di avere un fisico perlomeno guardabile, ma soprattutto per ottenere quel fisico che tanto volevo per poter iscrivermi ad un corso di danza, o meglio quello che volevano avessi i miei genitori per poterlo fare. Raggiunto un peso norma mi sentivo più carina così iniziai a chiedere di nuovo ai miei genitori di iscrivermi a danza, ma loro si inventarono un'altra scusa, questa volta la più dolorosa, poiché sapevo che era vero, ormai avevo quasi 15 anni e loro dicevano che anche se mi avessero iscritto non sarebbe servito a nulla perché era troppo tardi. Nonostante ciò io non volevo rinunciare, non avrei avuto alternative, di certo facevo un liceo che amavo, avrei potuto fare la psicologa o la criminologa, ma infondo sapevo che me ne sarei pentita, sono la prima a farsi mille paranoie, come avrei potuto curare quelle degli altri o addirittura rischiare la mia vita ogni giorno avendo a che fare con possibili serial killer quando già a salire su un ponte mi fa ansia!? Tralasciando ciò chiesi ai miei di poter provare, magari di fare una settimana di prova e chiedere agli insegnanti quanto valessi e se, lavorando tanto, avrei potuto aspirare a diventare una ballerina. I miei genitori, più che altro per esasperazione, accettarono. Ricordo ancora che era un lunedì ed ero appena tornata da scuola, così nel pomeriggio ci recammo in quella che poi diventò la mia seconda casa. Quel giorno mi presero, mi fecero improvvisare su Us di James Bay e mi dissero che nonostante, ovviamente, la tecnica un po' carente, ero abbastanza preparata e soprattutto portata. Già da quel giorno iniziai le prove, li mi sentivo a casa, era il mio rifugio, dove potevo essere me stessa senza essere condizionata da niente e nessuno. Andavo ogni giorno lì a provare, quando finivo scuola, e ora anche la mattina, per provare da sola, e il pomeriggio, molte volte per fare lezioni con gli insegnanti. In questi anni ho studiato principalmente classico e modern, ma durante le estati passate ho fatto stage di hip hop e quest'estate mi sono dedicata molto al latino, stile che ho sempre amato. Non so se entrerò ad Amici, non so se qualcuno vedrà in me quello che 4 anni fa quell'insegnante aveva visto in me, ma se qualcuno dovesse farlo glie ne sarò infinitamente grata.> conclude così la maestra.
Dire che sono in lacrime è un po' scontato, e quando la maestra se ne accorge mi rivolge un sorriso dolce, di quelli che ti fanno stare subito meglio. Quando ho scritto quelle cose, ci ho messo un sacco, inizialmente non sapevo se raccontare proprio tutto, specialmente le cose negative, ma poi mi sono resa conto che fanno parte di me e che se non avessi vissuto quello che ho vissuto non sarei quella che sono.
<Avevo già letto in precedenza la tua storia e le sono rimasta molto colpita, immagino faccia male ricordare queste cose, ma penso che sia un ottimo modo per farmi capire quanto hai lavorato e quindi voglio vederti con l'altra coreografia che hai portato ai casting> mi dice la maestra.
<La ringrazio maestra> le dico alzandomi e mettendomi le punte.
<Quando sei pronta dimmelo che faccio partire la base> mi comunica lei.
Mi metto in posizione e le faccio un cenno con la testa, così che possa far partire la base.

(La coreografia è questa)

Appena partono le prime note della canzone, dando inizio al mio movimento, mi sento subito meglio, ogni volta che danzo mi sento come se fossi libera da ogni preoccupazione o pensiero negativo. Cerco di svolgere la coreografia al meglio, sono davanti alla più severa maestra di danza classica e non voglio assolutamente deluderla, o ancor peggio deludere me stessa.
Appena finisco la coreografia mi dirigo al mio borsone per prendere una bottiglietta d'acqua e in seguito ritorno al centro della sala, dove la maestra mi fa i complimenti, dicendomi che comunque ci sono alcune cose da lavorare meglio. La ringrazio sinceramente, penso che nonostante sia molto severa tutti coloro che lavorano con lei poi ottengono grandi risultati, quindi effettivamente il suo metodo, a lungo andare, risulta molto efficiente.

Dopo aver parlato ancora un po' la Celentano mi assegna la coreografia che dovrò preparare per la puntata, un contaminato, potremmo definirlo un modern con le punte. Dopo questo mi comunica che oggi pomeriggio alle 15 incontrerò Giulia Pauselli per iniziare a lavorarci su, ma che nel frattempo posso tornare in casetta, dato che sono le 9 e ora ha lezione con Carola.
Saluto la maestra e Carola con un abbraccio, per poi andare in sala relax.
<Ei tutto bene? Stamattina dopo la domanda di Albe non mi sembravi in perfetta forma e ora ti ritrovo qui con gli occhi rossi. Sicura sia tutto a posto?> mi domanda Alex che fino ad un momento fa era seduto a provare qualche canzone presumo.
<Si tranquillo è tutto ok mi sono solo venuti in mente ricordi che fanno un po' male, tutto qui> gli rispondo io guardando ovunque tranne che nella sua direzione. Alex è davvero un ragazzo dal cuore d'oro, da quando sono qua dentro si è sempre preoccupato per me, ma allo stesso tempo trascorrendo anche qualche momento un po' inusuale rispetto alle mie abitudini.
<Grazie Alex> le parole mi escono dalla bocca, non è stato possibile fermarle e nemmeno voglio farlo per una volta che mi viene naturale aprirmi
ad una persona.
<E di cosa?> mi domanda lui con un leggero sorriso.
<Di tutto, in questi giorni sei stato una delle persone con cui ho legato di più e sono contenta di questo> gli dico io leggermente in imbarazzo.
A quanto pare lo è anche lui, infatti mi guarda con un enorme sorriso che fa nascere le sue adorabili fossette, ma non ho abbastanza tempo per ammirarle poiché mi prende in un abbraccio che mi fa stare subito meglio.

Spazio autrice:
Ed eccoci qua alla fine del quinto capitolo.
Mi scuso davvero per avervi fatto attendere così tanto, ma in questi due giorni sono stata impegnata e non ho avuto abbastanza tempo per dedicarmi alla scrittura.
Questo è un capitolo davvero importante per me poiché come avrete letto c'è tutta la storia di Martina che corrisponde anche alla mia (se non per l'entrata ad Amici ahaha) e ci tengo davvero tanto.
Detto questo fatemi sapere cosa ne pensate e grazie a chi lascerà una stellina🙃
Baci baci<3
~Marti

𝗙𝗮𝗹𝗹𝗶𝗻𝗴 | 𝗔𝗹𝗲𝘅 𝗪𝘆𝘀𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora