cap. 11

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<Stai meglio?> mi chiede Alex con tono dolce, asciugandomi le poche lacrime rimaste sul mio volto. <Sì> gli rispondo tirando un sospiro. <Grazie> gli dico poi, di punto in bianco <di cosa?> mi domanda retorico regalandomi un sorriso con tanto di fossette. <per essere qui> gli rispondo semplicemente prima di lasciargli un bacio sulle labbra.
<Ti va di dirmi che cos'è successo?> mi chiede dopo avermi osservata per qualche minuto <non mi va, scusami>. Percepisco dal suo sguardo che un po' ci è rimasto male, ed è comprensibile, ma non riesco a parlarne facilmente, ancora peggio dopo un attacco di panico.
<Che ci fate ancora qui?> ecco Serena, a salvarmi come sempre dai momenti peggiori. Guardo Alex come per fargli capire di non dire nulla, e così fa, gli dice semplicemente che stavamo semplicemente facendo due chiacchiere, e fortunatamente la riccia se ne torna in camera con la sua bottiglietta d'acqua senza più di tante obiezioni.
<Perché?> lo guardai con aria interrogativa, non capendo a cosa si riferisse <perché non vuoi che lo sappia?> continua chiarendo i miei dubbi.
<Non mi va, non è il momento> rispondo secca <non è il momento per lei, non è il momento per me> irrompe alzando i toni <io non ti capisco> disse lasciandomi sola nella stanza. Lo guardai andare via, d'altra parte non potevo fare molto, aveva ragione, ma non glie ne avrei parlato, non in quel momento.

"Non ti capisco". Le sue parole rimbombavano nella mia mente anche la mattina dopo. So che era preso da un momento di nervosismo, ma quella frase mi aveva ferita molto più di quanto ci si potesse aspettare. È sempre stata una cosa di cui sono sempre stata accusata, non mi lascio capire pur di non farmi scoprire a fondo, pur di non fare pesare agli altri ciò che ho passato, forse anche la paura che si rendono conto che quelle persone avessero ragione. E se l'avessi rivelato ad Alex e iniziasse a pensarla così? E se anche lui iniziasse a considerarmi in quel modo? E se lui si stesse prendendo gioco di me?
Ad interrompere i miei pensieri è la voce di Maria che ci convoca sulle gradinate. Una volta lì mi siedo tra Serena e Luigi, i quali mi guardano preoccupati per il mio umore. Li congendo con un semplice "tutto ok", prima che un video inizi sullo schermo davanti a noi: il casting di una ragazza, Maria Vittoria.
<Cosa ne pensate?> ci chiede la conduttrice non appena termina il video <è bravissima> interviene Albe <mi ha fatta emozionare, ha una voce stupenda e arriva tantissimo> intervengo io, questa ragazza ha davvero tanto potenziale, spero possa entrare. <Lo vedo incantato> scherza Maria riferendosi a Luigi, che effettivamente sta guardando la televisione sorridendo nonostante il video sia finito da un paio di minuti. Gli scuoto una mano davanti al viso e finalmente si rianima <che c'è?> mi chiede guardandomi estraniato dal resto del mondo <ti piace?> gli domando cercando di non ridere alla sua espressione inebetita <è belliss- bravissima>. Non riesco a trattenere una risata, non ho mai visto Luigi in versione "sottone" e devo dire che se questa ragazza, molto brava, entrerà, ci sarà da ridere con Luigi.
<Rudy mi ha chiesto di chiedervi se per voi meriterebbe un banco, e dipendentemente dalle vostre risposte valuterà cosa fare> ci avvisa. Iniziamo una votazione e tutti siamo d'accordo sul fatto che lei meriterebbe davvero di stare in questa scuola.
Maria ci saluta, e tutti tornano a ciò che stavano facendo prima, tranne me, che decido di uscire un po' in giardino. Mi infilo il giubbotto e raggiungo Sissi sul divanetto esterno <posso?> le chiedo riferendomi alla sigaretta elettronica che tiene tra le mani. <Da quando in qua tu fumi?> mi domanda non capendo <l'ho fatto per un'estate, solo quando ero fuori con i miei amici, ora ne ho bisogno però> le rispondo semplicemente, scrollando le spalle, sperando che non faccia più di tante domande. Mi passa l'oggetto che aveva tra le mani e faccio un tiro sentendo subito il fumo regalarmi uno piccolo momento di tranquillità. <Ti va di parlarne?> mi chiede riferendomi al mio essere scorbutica e menefreghista. La guardo un po', cercando ci capire se poter avere via di scampo oppure no, e quando capisco che non rispondergli sarebbe solo una perdita di tempo, inizio a parlare. <Io e Alex abbiamo litigato, ieri sera> faccio un tiro alla sigaretta e riprendo <non volevo parlargli di una cosa e lui si è arrabbiato dicendomi che non mi capisce> sbotto guardando un punto nel cielo <vabbè tranquil-> la interrompo <e non ci parliamo> finisco guardandola. La sua faccia è confusa, ma poco dopo inizia a ridere. La guardo contrariata. Le sto parlando di una cosa seria e lei si mette a ridere? Ma perché?
<Ok scusa se rido, ma siete peggio che cane e gatto voi due. Nel senso, un giorno lo passate sul divano a coccolarvi e baciarvi , e quello dopo neanche vi parlate> mi spiega rivolgendo lo sguardo all'interno della casetta, probabilmente osservando l'origine dei miei problemi sentimentali da quando sono entrata qui dentro. <E cosa pensi che possa fare?> le chiedo alzandomi e iniziando a camminare nervosamente. <Allora, innanzitutto forse dovreste parlare... almeno chiarire se state insieme oppure no> parla tenendo il conto sulle mani come se si stesse ricordando di una lunga lista <poi magari affrontate le vostre paure, piano piano. E insieme> mi dice marcando l'ultima parola <e sai come la penso, non vi farebbe male una bella sco-> la interrompo prima che possa finire la frase <ma si può sapere perché secondo te tutto deve sempre finire così?> le domando ridacchiando <beh amo, le discussioni con Dario io le risolvo così> risponde con molta nonchalance prima di farmi l'occhiolino ed entrare dentro.
La seguo all'interno, però dirigendomi nella mia stanza che, sorprendentemente, è già occupata. <Che ci fai qui?> gli chiedo fingendomi indifferente. La verità è che mi era mancato. Sono una persona che quando si affeziona a qualcuno soffre a non stare con questa, e io stavo soffrendo tanto.
<Sono venuto a parlarti> mi dice facendomi segno di sedermi affianco a lui, sul mio letto. Faccio come mi dice, prendendo posto alla fine del letto. Mi guarda un po' contrariato, forse per non essermi seduta abbastanza vicina. Lo guardo, e forse capisco di dovermi scusare, è vero, lui ha sbagliato a prendersela così tanto, ma anche io ad essere così infastidita dalle sue domande dopo che mi aveva salvata da un attacco di panico.
<Mi dispiace> diciamo contemporaneamente, mettendoci a ridere per l'assurdità della cosa. Mi avvicino un po' e appoggio la testa sulla sua spalla. <Scusa se ti ho pressata, eri in un momento difficile, era normale che non ti andasse di parlarne> mi dice guardandomi con la coda dell'occhio, spostando la sua mano sul mio ginocchio <e io ho sbagliato ad essere così fredda quando mi avevi appena aiutata in un momento così difficile> sussurro voltandomi per guardarlo negli occhi. Leggo qualcosa, ma non saprei identificarlo, so solo che il suo sguardo passa dai miei occhi alle mie labbra e si sofferma su queste, prima di avvicinarsi e appoggiare la fronte sulla mia. Sta così per un bel po', e io, esasperata dalla situazione e presa dalla voglia di sentire le sue labbra sulle mie, mi avvicino baciandolo. Le sue mani si spostano sulla mia schiena, mentre le mie gli circondano il collo. Dopo poco mi chiede l'accesso con la lingua, che subito gli concedo iniziando un bacio passionale ma romantico. Ci stacchiamo solo per la mancanza di fiato, e lo abbraccio in segno di gratitudine.
<È il momento che tu lo sappia> gli dico nell'abbraccio. È il momento di raccontargli la verità, di fargli capire l'origine di tutte le mie paure. Deve saperlo, e questo è il momento per dirglielo.

Spazio autrice:

Ed eccomi qua, un nuovo capitolo e la storia si evolve, ma si complicherà, sappiatelo. Sembrerà tutto rosa e fiori però poi.. chissà.

Prometto di aggiornare presto, anche perché se no verrò bullizzata, quindi nada, a presto <3
~Marti

𝗙𝗮𝗹𝗹𝗶𝗻𝗴 | 𝗔𝗹𝗲𝘅 𝗪𝘆𝘀𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora