Capitolo 12

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La piccola Marisol sin da neonata è sempre stata una curiosona, voleva vedere il mondo ed ogni piccola cosa la affascinava.

Questo può essere una cosa positiva, essere curiosi di vedere cose nuove, ma può subito diventare negativa specialmente per la sua tenera età.

In questo momento si trova in giardino a giocare da sola, tutti erano impegnati a fare qualcosa dentro casa per darle attenzioni persino Draco, lui stava guardando i cartoni sui supereroi che a Sol non interessavano minimamente anzi lo ha pregato più volte di uscire a giocare fuori insieme a lei ma niente, così se né uscii arrabbiata in giardino.

Per la noia girava in tondo facendo svolazzare il suo vestitino estivo finché non vide qualcosa muoversi tra i cespugli, si avvicino per vedere che cos'era e spunto un gattino nero con dei particolari occhi grigi.

Un'altra cosa che Sol adorava sono i gatti, infatti si avvicinò pian piano senza farlo spaventare.

Marisol:<<Ciao, gattino... io sono Marisol... non avere paura sono una brava bimba io>> disse avvicinando la manina e il gattino pian piano acquistò fiducia in lei e si lasciò accarezzare.

Sol rise e continuò ad accarezzarlo.

<<Scommetto che anche tu ti annoi vero?... Tutti qui non mi pensano e hanno qualcosa da fare... Uffaa>>

Il gattino in risposta gli leccò la manina e si accoccolò di più a lei.

<<Hahaha, Vieni... Andiamo a metterci all'ombra qui fa tanto caldo>> così i due si incamminarono all'ombra seduti a piedi di un albero, il gattino aveva preso fiducia della piccola bambina e si lasciava coccolare, era molto contento di riceverle e questo rendeva felice Sol.

Desiderava tanto un animale da accudire come la principessa Rapunzel aveva il suo camaleonte Pascal e persino il suo papino aveva Nagini anche se questo doveva rimanere un segreto, non riusciva proprio a capire perché nel mondo magico come aveva detto su padre il serpente non era ben vista, da allora ci furono altri incontri e non aveva ancora tanta paura come prima anche se c'era il suo papà con lei riusciva anche a parlarci in quella lingua buffa.

La sua mamma diceva che era troppo piccola per avere già un animale domestico ma lei voleva tenere tanto il gattino, aveva provato anche a fare amicizia con i pavoni che con cura allevava Narcissa ma non potevi neanche avvicinarti troppo che o scappavano o peggio ti inseguivano cercando di beccarti con il loro becco, questo gli fece ricordare che la sua mamma si teneva sempre a debita distanza da queste creature e le venne da ridere.

<<Devo trovarti un nome sai...>> disse una volta che finì di ridere <<Sei una femminuccia vero? ...>> e la gattina in risposta gli leccò la manina <<Lo prenderò come un sì... beh... m... che nome potrei darti?>> pensò osservandola un po' <<Ci devo pensare, una gattina così bella come te ha bisogno di un bel nome>>.

Passarono tutto il pomeriggio a giocare in giardino, fino a quando la sua mamma la chiamò per rientrare dicendole che la cena era quasi pronta.

Entrò in casa di nascosto con la gattina in braccio cercando di dirigersi nelle cucine per prendere del latte alla cucciola senza farsi vedere e c'era quasi riuscita finché...

Elfa Domestica:<<Signorina! Oh signorina, che ci fate qui!? E con quel gattino in braccio>>

Marisol:<<Oh... Ciao pimpy... hai visto che bel gattino!! È una femmina, l'ho trovata in giardino tutta solaa, le stavo prendendo del latte>>

Pimpy:<<Signorina...>> disse con un tono di rimprovero.

A differenza di tutti in casa Marisol faceva tante amicizie tra gli elfi domestici, non voleva che la chiamassero signorina e anche se più di una volta ha ribadito questa cosa tutti loro rispondevano sempre con la stessa frase "i signori non vogliono che c'è questo rapporto tra elfi domestici e voi signorina, non si può" così chiese il perché alla sua mamma e lei rispose che non si doveva prendere confidenza con i domestici o potrebbero approfittarsene ma Sol non era d'accordo così alzava gli occhi al cielo e se ne andava sbuffando.

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