Cap.8

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Un mese dopo.
avevo vinto le finali di calcio con la mia squadra e i mie amici. Papà e Lilia erano fieri di me,e spero anche Allegra sia fiera di suo fratello maggiore.E ancor di più spero che lo sia mia madre...
Stavo uscendo da scuola con Mirko,il giorno prima aveva fatto un bruttissimo temporale quindi tutta le strade erano bloccate e per di più scivolose.
siccome tutte le strade erano bloccate io e Mirko decidemmo di fare una stradina, era il vicolo che tagliava meta strada così da arrivare prima a casa.
Era un vicolo molto stretto e piccolo per di più si scivolava troppo direi.
Così caddi a terra e mi ruppi un braccio e una gamba, Mirko dovette chiamare mio padre e Lilia per portarmi in ospedale.
Il dolore che provavo in quel momento era indescrivibile...
Mi portarono in ospedale.
Entrai in ospedale con Lilia e mio padre, Ulisse ci venne incontro con una sedia a rotelle,mi fece sedere su di essa.
Mi disse "ancora qui eh"in tono scherzoso, mi portò nella mia vecchia stanza d'ospedale e indovinate un po'?!
Ero in stanza con la ragazza che avevo incontrato quando nacque mia sorella Allegra.
Mi portò nella stanza e con l'aiuto di Ulisse mi sedetti sul letto, dopo un mezz'oretta buona, entrò la Lisandri e mi chiese"Davide. di nuovo qui?" Io risposi" buongiorno dottoressa, si ancora qui" dissi io confermando la sua domanda
La Lisandri mi disse di nuovo "stavolta per cosa?"
"Mi sono rotto un braccio e una gamba" risposi io con tono un po' Trieste
La Lisandri annuì e poi senza aggiungere altro uscì dalla stanza.
Nel frattempo io stavo disteso sul lettino d'ospedale senza fare nulla guardando a vuoto il soffitto, e poi entrò una ragazza la stessa ragazza con cui ero capito in stanza,alzai la testa per vederla. si e no dovevo avere 19 anni.
Appena mi vide mi squardo da testa a piedi, e mi domando"tu devi essere il mio compagno di stanza mhh?"
Io subito gli risposi "si,sono io"
E Poi mi fece anche un altra domanda "e come ti chiami?"
Io di nuovo gli risposi "Davide"
E poi ancora e ancora molteplici domande sembrava un interrogatorio!
"Ok, Basta te la faccio io adesso un bella domanda a te " dissi io stanco di tutte le domande che mi stava ponendo
"Come ti chiami?, e perché sei in ospedale"
La ragazza rispose,"mi chiamo Nina e sono in ospedale perché ho il cancro,anzi mi  è estato diagnosticato avanti eri"
Io a quella risposta rimasi spiazzato...risposi con sincerità e con tutta onestà sussurrai un "mi dispiace"
Nina si sdraio sul lettino con il cellulare in mano.
Il giorno dopo mi rimisero in sesto,mi ingessarono il braccio e la gamba ma dovevo restare in ospedale per almeno 3 settimane.
Dopo le varie ingessature e fasce per fare
rimettere a posto la rottura del osso della gamba e del osso del polso. Mi vennero a trovare mio padre, Lilla e Allegra.
Stettero con  me un po' di ore e poi se ne andarono Lilia mi porto la valigia, anche se dovevo stare lì per solo 3 settimane.
A notte inoltrata, io stavo già dormendo ma era un sonno leggero.
Mi sentì chiamare,Nina mi chiamo a bassa voce per non svegliare tutto l'intero ospedale.
"Davide, Davide,PSS Davide!"mi chiamo Nina,io risposi nel sonno"Mhh" mugunia,Nina allora mi chiamo di nuovo "Davide!,Svegliati"mi mossi e pian piano apri gli occhi e le chiesi "Nina?, che vuoi ho sonno e poi sono ancora le 3:00 del Mattino" disse Davide un po' assonnato Nina rispose ,"Non riesco a Dormire, per domani"
Davide allora si svegliò definitivamente, perche aveva sentito la voce di Nina così Trieste.
Le domandò "Perché non riesci a dormire" Nina rispose sul orlo del pianto,a stento riuscì a trattenere le lacrime,
"Ecco io-io non riesco a dormire perché-"non riuscì a termine la frase che gli occhi le diventarono Lucidi e offuscati delle lacrime che uscivano compiose dai suoi occhi, Davide a quel punto l'abbraccio,se non voleva raccontare il motivo per cui stava così tanto male lui lo accettava,gli e ne avrebbe parlato quando si sarebbe sentita pronta a diglielo per il momento a lui andava bene così, adesso si voleva godere quel momento.
La teneva stretta a se.
Parlarono fino l'alba, e poi Nina si addormentó tra le sue braccia.




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