CAPITOLO NOVE
Natale era ormai alle porte e Londra sembrava essere avvolta da un velo magico che rendeva tutto più incantevole. Le strade ricoperte da un sottile strato di candida neve pullulavano di gente sorridente che usciva a fare compere, sopra le loro teste file di lucine illuminavano i lunghi viali londinesi. Nelle vetrine dei negozi grandi alberi e altre decorazioni natalizie contribuivano a far percepire maggiormente l'atmosfera di festa e di pace. Le risate dei bambini riecheggiavano nell'aria rendendo un po' più allegre le persone le udivano. Da ogni angolo sembrava fuoriuscire felicità, gioia, armonia.
Mi ero ripromesso di aiutare mio nonno a lavoro e di dedicarmi ai miei studi durante quei giorni, oltre che trovare una sistemazione più adeguata. Il 19 Dicembre, quindi, mi allenai con il pianoforte finché le mie dita non mi implorarono di dar loro tregua, mentre il 20, come ero solito fare ogni anno, mi travestii da Babbo Natale ed accolsi i giovani lettori in libreria. Fu divertente, lo ammetto, ma la parte più bella della giornata fu quando sopraggiunse Victoria e, eccitata di vedermi in quelle vesti, mi invitò a passare la notte nell'albergo in cui avevamo dormito il 17.
Quella notte fu più lunga di tutte le precedenti trascorse assieme; fu passionale, dolce, romantica, travolgente... Non avevo mai visto Victoria così ardente ed esaltata, focosa per meglio dire; ci volle molto tempo e molto amore prima che si saziasse. Quella notte fu un sogno, uno di quelli splendidi da cui non ci si vorrebbe mai svegliare. Non so cosa avrei dato perché durasse in eternità... forse l'anima. Tuttavia, quel sogno finì eccome... nel peggiore dei modi.
Giacevamo nudi nel letto, addormentati, nudi, avvolti nelle lenzuola, l'uno accanto all'altra e con due espressioni beate sui visi. Nella stanza c'era un silenzio assoluto. Niente avrebbe potuto prepararci a ciò che a breve sarebbe successo: una catastrofe. Victoria aveva il capo adagiato sul mio petto ed io la tenevo stretta a me con il braccio destro, che le percorreva gran parte della schiena. Sul mio comodino, in bella vista, qualche confezione argentata vuota di preservativi brillava per via dei pallidissimi raggi di sole che dalla finestra penetravano all'interno della stanza, riflettendo appunto su di esse. Sparsi un po' ovunque, su sedie, pavimento e mobili vari, c'erano i nostri indumenti, biancheria intima e costume da Babbo Natale compresi.
Alle otto e venti, quando di svegliarci proprio non ci andava, un rumore sordo di nocche sbattute contro il legno della porta ruppe il silenzio, facendoci trasalire. Non facemmo in tempo a destarci, che la porta si aprì e due uomini entrarono, uno con fare prepotente, l'altro, invece, impaurito ed evidentemente dispiaciuto. Victoria ed io sbiancammo immediatamente nel vedere suo marito lì, giustamente indignato. All'uomo non servì osservare la stanza per capire cosa fosse successo: sapeva già tutto e, probabilmente, era giunto all'albergo certo già di cosa vi avrebbe trovato. A Victoria si riempirono gli occhi di lacrime mentre io mi sentii profondamente a disagio ed in imbarazzo.
L'uomo, o forse, giunti a questo punto della narrazione, sarebbe opportuno chiamarlo George, raccolse gli abiti della moglie senza proferire parola, poi glieli lanciò contro con forza e cattiveria; lei, che si stava coprendo con le sole lenzuola, li prese e, trattenendo i singhiozzi, se li infilò velocemente approfittando del fatto che il secondo uomo, quello della reception, fosse uscito. Qualche istante dopo i due furono via ed io, rimasto solo nella camera, indossai le mutande ed i pantaloni per poi accostarmi alla finestra e vedere Victoria entrare nella lussuosa macchina blu del marito. Fu allora, quando la vidi scomparire dentro all'automobile, che compresi la gravità di cosa era successo. Era andata via, via per sempre. Conoscendola, impaurita e fragile come in realtà era, avrebbe rinnegato tutto e non si sarebbe mai più fatta viva.
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Amami, ti prego {Harry Styles & Larry Stylinson AU}
Fanfic"Non c'è cosa peggiore, pensai, di amare qualcuno che non ricambia il tuo amore. Louis amava me, io amavo Victoria; per Victoria io non ero nessuno. Tutto andava a rotoli, tutto era sbagliato o complicato. Non mi rimaneva che sperare in un miracolo...