Erano passati quattro anni. Sola, chiusa in una cella, lontana dalle persone che amavo. Perdere le persone che ami, la distanza, la solitudine, può distruggerti. Con me tutta quella malvagità aveva funzionato. Ero distrutta, non ero più la stessa, ero cambiata. Mi ero trasformata in una persona insensibile, cinica, stronza. Insomma, ero un'anima ribelle. Penso che la solitudine sia la cosa più brutta che esista. Perché ti divora e ti fa sentire inutile. Non servi più a nessuno. Ho fallito in tutto.Ho fallito con la scuola, ho fallito come figlia, ho fallito come fidanzata e amica, ho fallito con me stessa. Mi sono tradita, e alla fine ci sono ricaduta. Sono ritornata nell'agonia, quella che per anni mi ha lacerata e ha fatto sì che distruggessi la mia vita. Ho cercato in tutti i modi di proteggermi, cercando di non ricaderci, ma ho ceduto. A volte sento che ciò che mi fa stare male, lo desidero, lo pretendo, come se non ne potessi fare a meno. Mi odio. Mi odio perché non ci si comporta così con se stessi, mi odio perché mi faccio del male e mi punisco. Mi punisco perché sento di non aver nulla in questa vita così sofferente. Non vedo un futuro, non vedo progetti, non vedo speranze. Tutto ciò che riesco a sentire, è il MALE.Il mio passato è perduto, proprio come il mio futuro. Nessuno si ricorda di chi ero e nessuno saprà mai chi sarò. Sono stata dimenticata da tutti in questo mio presente, rimanendo sola, agli occhi di nessuno.Non sono viva, se nessuno si ricorda di me. In quattro anni di reclusione,non avevo ricevuto visite da nessuno. Emiliano e Alex non volevano più saperne di me. Manuelito e Carlotta si erano sposati, avevano una bambina di due anni, si chiamava Sofia , me lo aveva detto Carlotta in una delle sue lettere. Degli altri ragazzi non ne sapevo niente. In carcere, non andavo d'accordo con nessuna ragazza. Spesso finivo a fare a botte, una volta mi hanno pure accoltellata . Mi sono fatta un'amica però, si chiama Camilla, è siamo compagne di cella, è davvero molto simpatica. La prigione è una fabbrica che trasforma gli uomini in animali. Le probabilità che uno esca peggiore di quando ci è entrato sono altissime.
Ero seduta su una delle panchine del cortile, nella nostra pausa giornaliera all'aperto. Isolata dal resto del mondo, sola, nel mio momento di puro relax. Il giudice mi aveva condannato a 25 anni di carcere. Tutti erano convinti che io avessi ucciso Andrea, solo io e quel figlio di puttana di Sercho sapevamo la verità. Aveva rovinato la mia vita e non gliela avrei fatta passare liscia, avrei avuto la mia vendetta."Nasti, il direttore vuole parlare con te" una delle guardie interruppe i miei pensieri.
Guardai con disprezzo la guardia. Era una donna robusta, la più gentile tra tutte le guardie.
"Di al direttore di fottersi" la ignorai.
"Nasti, non rendere le cose complicate" disse.
"Cosa vuole?" Mi alzai dalla panchina.
"Se non vai nel suo studio , non lo scoprirai mai" mi incitò.
La guardai per pochi secondi, poi la sorpassai spingendo bruscamente la mia spalla contro la sua. Lei sbuffò, ma non disse nulla. Camminai ignorando chiunque intorno a me, fino all'ufficio del direttore. Di solito, mi convocava dopo qualche rissa in mensa, ma ora non avevo fatto niente. Quindi ero abbastanza curiosa di sapere cosa volesse dirmi. Dopo aver sorvolato alcuni corridoi, con la guardia dietro di me, arrivai all'ufficio. Il direttore era rintanato giorno e notte in quella stanza. Era un uomo anziano, con i capelli bianchi e corporatura esile. L'unica cosa per cui provava interesse erano i soldi e le scommesse. Mi appoggiai allo stipite della porta in legno, dietro di me avevo la guardia che teneva sotto controllo ogni mia mossa.
"Si sieda" disse senza distogliere l'attenzione dai suoi mille fascicoli.
Mi sedetti su una delle poltrone, con aria strafottente. Non volevo essere li, ma in cortile, da sola.
"Qualcuno fuori da queste quattro mura, la ama molto" incrociò le braccia, lasciando cadere la sua schiena sulla poltrona in pelle nera.
"Ne dubito" appoggiai i piedi sulla sua scrivania.
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•Dangerous 2•
FanfictionATTENZIONE: QUESTA STORIA RISALE AL 2015, ED È STATA LA PRIMA, QUINDI ERO ANCORA INESPERTA. È COLMA DI ERRORI E QUANT'ALTRO, SIETE STATE AVVISATE. Tra Emiliano e Ilary c'è ancora una speranza? Ce la faranno? Senza il minimo dubbio. L'avrebbe salvat...