Capitolo 12.

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° Ciao ragazze :) prima di lasciarvi al capitolo, vi invito a vedere il video trailer della storia che ho realizzato, quindi cliccate playfatemi sapere se vi piace :D Buona visione, e buona lettura, Un bacio. Debby °

EMIS VOICE:

La nostra vacanza era giunta al termine. Quando fummo di nuovo a Milano le cose stavano continuando ad andare bene, anzi alla grande. Non litigavamo più, passavamo le giornate a ridere e scherzare o a guardare film di ogni genere. Di giorno eravamo amici, ma di notte lei diventava mia, era mia in tutti i sensi. Il suo corpo era mio, le sue labbra erano mie, il suo cuore era mio, il suo lato perverso era mio. Non era diventata ribelle solo nella vita di tutti i giorni, notai che aveva subito un enorme cambiamento anche a letto. Diventava una donna indomabile che solo io ero capace di domare, era insaziabile, era un vera forza. Non che prima non fosse brava, ma era diversa, aveva qualcosa in più, era una donna e non era più un adolescente. Forse in realtà gli anni senza fare sesso passati in carcere l'avevano resa più esperta, ecco tutto. Restava la donna più strabiliante che avessi mai conosciuto, unica nel suo genere. Era molto impegnata con il suo lavoro e con la sua sfilata, voleva che tutto andasse per il meglio, era molto agitata e nervosa. Avevo visto i suoi abiti e notai che si era impegnata molto, conoscendola sarebbe andato tutto bene. Alla sfilata avrebbero partecipato molto persone di fama mondiale, avrebbe avuto le migliori modelle, centinaia di fotografi e giornalisti. Aveva invitato per l'occasione anche alcune cantanti che secondo lei rispecchiavano lo stile adatto alla sfilata, una di queste era Rihanna, si sarebbe esibita sulle note di uno dei suoi ultimi pezzi. Speravo solo che tutto quel lavoro, quella fatica, alla fine la rendessero soddisfatta di se stessa, ma soprattutto felice.

Il giorno della sfilata in casa c'era un vero e proprio caos, tutti andavano avanti e dietro, persone di cui non conoscevo l'esistenza entravano in casa scatenando il panico tra le ragazze. Ilary si era isolata da tutto questo, chiudendosi nel suo studio. C'era restata praticamente tutta la mattinata, era giunto il pomeriggio e nessuno sapeva se fosse viva o se fosse stata risucchiata viva dai mille fascicoli che la circondavano. Per saperne di più avevo organizzato un piccolo piano con Sofia, che per qualche assurdo motivo era sempre pronta a collaborare con me. Avevo preso un paio di rose dai mazzi di fiori che le avevano regalato i vari ammiratori per l'occasione. Ne presi una e vicino ci attaccai un bigliettino con su scritto 'vuoi giocare con me?'. Diedi la rosa a Sofia che riuscì in qualche modo ad intrufolarsi nel suo studio, io restai fermo fuori dalla porta, cercando di origliare il più possibile. Sofia dopo aver consegnato la sua rosa, scappò via ridendo. Poco dopo entrai io con in mano una chitarra. Mi sedetti sulla sua scrivania e cominciai a suonare una melodia inventata sul momento, canticchiai la frase scritta nel bigliettino e lei sorrise divertita per via del piccolo spettacolo che avevo messo su.

"Devo lavorare, ho milioni di carte da compilare, sto impazzendo" era esausta.

Posai la chitarra su una poltrona, presi tutti fogli che la stavano facendo impazzire e li gettai a terra, liberando la scrivania. Lei mi guardò come se fossi completamente pazzo, io sorrisi.

"E ora?" esclamai fingendomi dispiaciuto.

"Emis.." sospirando si portò la mano sulla fronte.

Mi avvicinai e la feci alzare. La attirai verso il mio corpo, riducendo la distanza a zero. Feci scendere le mie mani sul suo sedere, poi la sollevai facendola sedere sulla scrivania ormai vuota. Le mie dita scivolarono lungo le sue gambe fino ad arrivare al bordo della sua gonna che sollevai lentamente. Le sbottonai la sua camicia bianca di seta, dal primo all'ultimo bottone, fino a mostrare un elegante reggiseno ricamato. Lei continuava a guardarmi stranita, proprio per vedere fino a che punto volessi arrivare. Se fosse stato per me, non saremo mai più usciti da quella stanza. Da solo, mi sfilai la maglia, poi lei slacciò la cintura dei miei pantaloni.

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