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"Papà?"

La voce di Shikadai riportò alla realtà Shikamaru, facendolo sussultare e disperdendo quei pensieri di ormai 15 anni prima nella sua mente.
Sbatté qualche volta le palpebre, mettendo a fuoco un Villaggio della Foglia intento nei preparativi di una delle tante feste estive.

"Oggi sei più pensieroso del solito" sbuffò il figlio, scuotendo la testa "Mendokusai"
Shikamaru sospirò a sua volta, divertito.

È la mia copia sputata.

Pensò ridacchiando mentre si passava una mano, coperta dal guanto scuro, sulla nuca.
"Hai ragione, ma è sempre la stessa storia" gli spiegò guardando prima i volti di pietra, dove da qualche tempo era stato scolpito anche il viso di Naruto Uzumaki, per poi spostare lo sguardo sul Villaggio della Foglia "Non riesco a non pensare a tua madre quando vengo qui" mormorò.

"Quanto tempo è che è in missione ormai?" chiese suo figlio in un sussurro, capiti i pensieri del padre.
"Quasi un anno" sospirò, infilandosi le mani in tasca.
Il silenzio che susseguì quella frase sapeva di malinconia e tristezza, facendo riaffiorare nella mente di Shikamaru altri ricordi legati a quel luogo.

Si voltò a guardare quel bosco dove per anni avevano visto cambiare le stagioni e i loro sentimenti e un sorriso malinconico si formò sul suo viso.

"Perché è così speciale per voi questo posto?" parlò nuovamente Shikadai, guardando il padre che lo guardò a sua volta.
Si soffermò a osservarlo, stupendosi di ritrovare molti dettagli di Hikari in suo figlio.
Gli sembrò di ritrovarsi davanti quegli occhi, che molti anni prima evitavano i suoi da stratega e che poi cominciarono a fondersi, senza più timore.
Shikamaru sorrise nuovamente e si sedette sull'erba,invitando suo figlio a imitarlo e tornando a riflettersi nelle iridi i tetti colorati del suo Villaggio.

"Vedi Shikadai, inizialmente questo luogo era importante più che altro per tua madre" iniziò a raccontare "Ogni volta che torna da una missione, dopo aver consegnato il rapporto all'Hokage, si rifugiava in questo posto" tacque per qualche secondo "Si rifugiava da quei pensieri che la tenevano ancora legata alla missione appena compiuta"
"Una sera però, quando ancora tuo zio Kakashi era ancora in carica di Hokage, la mamma non portò il rapporto appena tornata al Villaggio e si rifugiò qui"

Shikadai lo ascoltava in silenzio.

"Quella sera la aiutai con le sue paure, proprio in questo luogo e qualcosa cambiò tra noi" sorrise di nuovo, chiudendo gli occhi "In questo posto, il giorno dopo la sua missione le chiesi di starmi accanto, qualunque cosa fosse successa e qualche anno dopo, sempre qui, le chiesi di sposarmi"
Riaprì gli occhi, volgendoli a cielo azzurro libero da ogni nuvola, ricordando quel giorno.

C'era aria di primavera quel giorno.
I petali rosa dei ciliegi in fiore, coloravano i giardini e le vie di Konoha, trasportati dal vento.
Kakashi, ancora in carica di Hokage, stava passeggiando per quelle vie borbottando tra se e se mentre controllava una lista che teneva tra le mani.
"Hey Kakashi!" la voce di Gay gli fece alzare lo sguardo dalla cartella, salutandolo con un cenno della mano quando lo affiancò con la sua sedia a rotelle "Dove sei diretto?"
"Sto andando a controllare come procedono i lavori per un nuovo negozio" gli spiegò indicando all'amico un cantiere poco distante.
"Avrebbe potuto pensarci Shikamaru"
L'Hokage scosse la testa "L'ho mandato a recapitare alcune importanti pratiche a Gaara e poi gli ho permesso di raggiungere mia sorella che sta rientrando dalla missione" disse comprensivo "E Shizune si è offerta di darmi una mano nel frattempo" sospirò sollevato, passandosi una mano tra i capelli bianchi.
"Tra qualche tempo ti ritroverai dei nipotini a cui badare Kakashi" lo schernì Gay dandogli una vigorosa pacca sulla schiena.
L'Hatake ridacchiò e stava per rispondergli a tono, ma una risata che conosceva fin troppo bene lo fermò.
Guardò prima il corvino, confuso quanto lui e poi entrambi i voltarono nella direzione della risata, verso le porte del Villaggio.

Tra luce e ombreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora