Sono le 2:43 di notte e ovviamente... Io sono sveglia.
Sto in camera mia, la stessa da quando sono nata, con ancora le pareti rosa, pupazzetti e Barbie. L'unico posto in cui mi sento al sicuro.
Ho lasciato le tende aperte, per poter vedere il paesaggio circostante di notte. È una normale notte primaverile, con qualche stella nell'oscuro cielo.
Ma ricordo che proprio vicino all'albero di fronte alla mia stanza, mio fratello stava per morire qualche ora prima.
La cosa mi rattrista, ma il fatto che lui stia bene mi ha risollevato il morale.
Oh, Mary Jane, Mary Jane...
Penserò a tutto questo domani.
Ora voglio solo... aspettare Oliver. So che verrà.
3:56..cazzo, mi sono addormentata..
Sento dei rumori provenire da fuori, qualche sasso lanciato alla mia finestra. Mi alzo dal letto e affacciandomi vedo lui, sotto la luce lunare, è comunque sempre bello.
Gli faccio cenno di salire, cosa che lui fa molto agilmente aggrappandosi al muro.
«Ciao» dico quando ci ritroviamo per la terza volta a due centimetri di distanza.
«Okay, sappi che per quanto io lo voglia non scoperemo stanotte» dice tutto d'un fiato. Non so se ci sono più rimasta male che sollevata.
Come al solito, rimango troppo a pensare e intanto mi ritrovo fra le sue braccia. Solo ora mi accorgo che ha un buon profumo, è un po' sudato per l'arrampicata.
Ci stacchiamo dopo non so quanto tempo e vedo che la sua maglia smanicata ha delle macchie, probabilmente di sudore, ma con la luce spenta non riesco a vedere nulla.
«Ehm, accomodati.. Come mai sei venuto qui?» gli dico. Lui non si siede, ma gira per la mia piccola camera cercando al buio di capire cosa ci fosse sugli scaffali, prendendo il pupazzo di topolino, mi dice:
«Volevo scusarmi per la millesima volta. Non mi hai parlato per tutto il giorno da quando me ne sono andato... E poi mi sei mancata.»
«Come facevi a sapere il mio cognome?» taglio secca.
«Una mia ex frequentava la scuola con te e quindi sono stato spesso da quelle parti. Mi sono informato sulle persone che la circondavano» mi risponde, senza esitare.
Lo farebbe qualunque fidanzato protettivo e geloso, credo. Quindi non mi preoccupo. Ogni mio dubbio è sparito.
Ci sediamo sul mio piccolo lettino e io inizio a dirgli di cosa è successo oggi a Brandon.
Parliamo a bassa voce per non svegliare mio padre.
«È stato bruttissimo» finisco.
«Ho perso alcuni miei amici di overdose, è davvero una cosa seria, avrebbe potuto morire da un momento all'altro. Sei stata molto forte oggi» mi consola. Continuiamo a parlare, è una cosa che ci viene naturale.
Mi racconta della sua vita. È cresciuto solo con sua madre, il padre ha abbandonato entrambi quando Oliver aveva pochi mesi di vita.
Non è cresciuto nelle condizioni migliori e quindi ha dovuto trovare un lavoro subito.
Ha anche lavorato per un pusher, ma dice di non aver mai provato droghe, ma essendo nel giro aveva fatto amicizie e alcuni suoi amici hanno perso la vita come mi ha detto prima.
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Just a game.
Misteri / ThrillerIl vero amore può nascere su internet e poi diventare malatamente ossessivo? Ecco la storia di due ragazzi che si conoscono su un social network, ma lui nasconde un segreto che farà rabbrividire Ellie, diciassettenne inglese giovane e inesperta.