AGOSTO
«Sei sicuro? Chiamo un taxi e torno in accademia senza problemi. E poi non credo che possa andare bene, dai, parliamone, stiamo insieme da poco e non credo sia il caso. Sei ai tuoi genitori che ho la febbre o qualcosa del genere, ok?!» Gli do un bacio a stampo e torno sui miei passi, dritta verso l'uscita dell'aeroporto. Il primo passo verso la mia salvezza se non fosse per il braccio che mi circonda i fianchi e non mi permette di fuggire da tutto questo.
«Non andrai da nessuna parte ragazzina» sussurra al mio orecchio «Adesso ti calmi, fai un respiro profondo e sali con me su quell'aereo.»
«Ma...»
«Nessun ma Aiden, non esistono parole che possano farmi cambiare idea sul portarti con me.»
Sbuffo sconfitta e con la voglia sotto i piedi passo tutto il viaggio dormendo, con la testa appoggiata al finestrino, la mano intrecciata a quella di Alan e la speranza che per una volta le cose vadano per il verso giusto.
Una marea di baci umidi e a stampo vengono lasciati sul mio viso facendomi svegliare nel modo migliore del mondo.
«Siamo quasi arrivati a casa dei miei.»
Guardo fuori dal finestrino e mi rendo conto che le nuvole e il cielo azzurro sono stati sostituiti da strade, negozi, panchine oscurate da alberi sulla quali sono sedute persone che si riposano e prendono un pò di aria fresca prima di tornare nei loro uffici ammuffiti.
«Com'è possibile?»
«Non volevo svegliarti e il tuo sonno pesante mi ha dato una grande mano.»
«Potevi farlo invece, ti avrei dato una mano a portare le valigie.»
«Non preoccuparti di questo. Una hostess molto carina mi ha dato una mano a trasportarle fino al taxi» inizia ad atteggiarsi come sempre prima di vantarsi «in fin dei conti il mio fascino vince su tutto.»
«L'importante è crederci, tenente» pronuncio con tono languido.
La sua mano si stringe intorno alla mia coscia prima che la sua bocca si abbassi sul mio collo e inizi a torturarmi come solo lui sa fare.
Mi esce un piccolo sospiro dalla bocca e appena la sua mano si spinge oltre la linea del confine la blocco con malavoglia dal mio corpo.
«Stiamo andando dai tuoi genitori Alan.»
«Ma non siamo ancora arrivati e sicuramente non si lamenteranno per qualche minuto di ritardo» dice come se il discorso si fosse concluso qui e riporta la sua mano sulla mia gamba.
«Sai meglio di me che non sarebbe solo qualche minuto, quindi stai buono e dimmi come comportarmi con la tua famiglia.»
Sbuffa sonoramente risedendosi sul suo sedile in modo composto ma lasciando il contatto che c'è tra la sua mano e la parte scoperta dal vestito celeste che indosso in questo momento.
«Basta che tu sia te stessa Aiden, non farti questo tipo di paranoie. Sono sicuro che piacerai a tutti.»
«Mhh... non ne sono tanto convinta.»
Le mani di Alan si spostano sul mio viso e sposta il mio viso con determinazione così che i nostri sguardi si possano intrecciare.
«Io sì invece, e non devi preoccuparti di niente, hai capito? Sei una ragazza buona, dolce e gentile e sono sicuro che anche loro penseranno che tu sia fantastica.»
Senza darmi neanche il tempo di rispondergli fa combaciare le nostre labbra in un bacio casto e pieno d'amore che si ferma in contemporanea con la macchina.
STAI LEGGENDO
𝐓𝐡𝐞 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐬𝐡𝐦𝐞𝐧𝐭
RomanceAiden Bree, dopo aver passato un paio di mesi in un carcere minorile, le viene offerta la possibilità di entrare a far parte di un'accademia militare. O così o rimanere in quel posto orribile senza via d'uscita e finire in un carcere vero e proprio...