«Sei sicura di quello che fai?»
«Oddio Weed, non iniziare anche tu. Mi è bastato Kol.»
Siamo nella mia stanza se si può definire così mentre preparo le ultime cose da portare con me. Non che siano tante in realtà mentre lui è seduto a fare niente praticamente.
«Ci preoccupiamo per te. Tutto qua.»
«E vi ringrazio ma so cosa sto facendo James.»
Il silenzio occupa tutta la stanza fino all'arrivo delle guardie che mi avvisano dell'arrivo di mio zio Kol.
«Pronta?!»
«Sempre.»
«Ti accompagno.»
Camminiamo uno accanto all'altro fino ad arrivare all'uscita di questo tugurio.
Saluto James prima di andarmene per sempre da questa topaia, promettendogli di rivederci una volta uscito di qua.
Non siamo tipi da abbracci anzi, ce li diamo raramente quindi abbiamo inventato un nostro saluto: battiamo il cinque orizzontalmente fronte e retro, pugno, creiamo delle ali incrociando solo i pollici per poi finire con uno schiocco di dita e un educatissimo "Rimani il solito stronzo".
Le ultime due mosse rappresentano la libertà che entrambi avremo appena finirà tutto questo e che arriverà più veloce di uno schiocco di dita.
«Fai il bravo Weed e cura quelli più piccoli di te dalla pazza.»
«Sarà fatto Killer.»
Gli faccio un occhiolino prima di girarmi e uscire da questo inferno una volta per tutte.
Salgo sul Porsche Carrera grigio metallizzato di mio zio scortata dalle due guardie incaricate all'esterno della struttura e dopo essermi seduta di fianco a lui gli scocco un bacio sulla guancia per salutarlo.
Mette in moto il suo gioiellino e iniziamo a dirigerci verso l'accademia senza però superare i limiti di velocità e fermandoci ad ogni semaforo arancione che troviamo.
Da quando Kol segue le regole della strada?
Sbuffo appoggiando il gomito vicino al finestrino, osservando il paesaggio intorno a me e la macchina dell'accademia dietro di noi che non ci lasciano andare neanche per un minuto.
«Ci seguiranno fino all'accademia?»
«Come hai fatto...»
«A capirlo? - completo la frase girandomi verso di lui - Ti devo ricordare chi era mio padre e in che modo sono cresciuta?» Domando retoricamente e ricevendo in risposta un impercettibile movimento del capo. So che non gli è mai piaciuto Christopher e posso capirlo eccome, ma è meglio starmene zitta e non ricordare tutto quello che ho dovuto fare per portare a casa un pò di soldi per pagare l'affitto e le bollette dato che tutto ciò che faceva lui era giocare, indebitarsi e bere fino a non ricordarsi neanche il suo nome. «Quindi?»
«Ci accompagneranno finché non arriverai davanti al comandante.»
«Ci voleva tanto a dirmelo?»
«È nel regolamento Aiden che ti scortino fino al momento del tuo arrivo. Non volevo agitarti più del dovuto.»
«Mi hai mai vista agitata zio?»
«No.»
«Adesso che so che ci stanno scortando potresti non guidare come nonna Kat? - si mette a ridere spingendo un pò di più sull'acceleratore. Finalmente! - E dopo aver chiarito questo punto metto un pò di musica decente. Questo mortorio non lo sopporto più.»
STAI LEGGENDO
𝐓𝐡𝐞 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐬𝐡𝐦𝐞𝐧𝐭
RomanceAiden Bree, dopo aver passato un paio di mesi in un carcere minorile, le viene offerta la possibilità di entrare a far parte di un'accademia militare. O così o rimanere in quel posto orribile senza via d'uscita e finire in un carcere vero e proprio...