18 Mi sa di cazzata

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Non credevo questo capitolo uscisse così lungo e onestamente non mi dispiace come capitolo.

Spero piaccia anche a voi e che come me rimarrete sorprese dal fiore preferito della nostra protagonista🌹

Ricordatevi di farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo e se vi va vi invito a seguirmi su Instagram e su TikTok

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Come ogni mattina, siamo seduti attorno al tavolo facendo colazione e aspettando il discorso che il capitano vuole farci prima che inizi il torneo di domani.

Mi guardo intorno osservando le facce curiose dei miei compagni e di qualsiasi ragazzo all'interno di quest'accademia.

Quanto possono essere ridicoli? Nonostante voglia sapere cosa ci riservi il capitano non sto scalpitando. Non è che se ci agitiamo verremo a sapere le cose prima e già il fatto che ve lo stia dicendo una persona la cui pazienza è inesistente vorrà pur dire qualcosa.

Continuo a punzecchiare il cibo che ho nel piatto non avendo la solita fame. Ho lo stomaco chiuso e non riesco ad ingurgitare niente e sicuramente lo sguardo del tenente non mi aiuta affatto.

«Non mangi?»

«Non ho fame.»

«E come pensi di reggerti in piedi agli allenamenti?»

«Con le gambe?» Rispondo in modo ironico al tenente.

Sta per aprire bocca ma il capitano Jhonson che si erge in mezzo alla stanza mi salva da qualsiasi rimprovero volesse farmi.

«Ho un'annuncio da fare: domani andremo in trasferta per il torneo e staremo fuori 3 giorni. Vi avviso che gli allenamenti di oggi salteranno e così anche le lezioni. Avrete il tempo di preparare i bagagli e di riposarvi.» Subito dopo ci da il permesso di congedarci tutti quanti e sembra che l'universo sia dalla mia parte questa volta.

Grazie Universo!

Le urla di felicità che si innalzano nella mensa non mi fanno ne caldo ne freddo, stessa cosa per le domande dei miei amici sulle mille cose che potremo vedere o fare nel lasso di tempo in cui saremo lontani dall'accademia.

Sembra che oggi i miei sentimenti siano spenti e sono in uno stato di apatia assoluta.

Tutto ciò non auspica niente di buono. Vuol dire che ciò che proverò tra poche ore o domani o addirittura tra una settimana sarà come una bomba che farà rimanere male chiunque o addirittura che succederà qualcosa di veramente grave.

Sono seduta in fondo all'autobus con la testa appoggiata al vetro e le cuffiette nelle orecchie così da isolarmi da qualsiasi canto stiano gridando all'interno di questo posto.

Odio il caos.

Credo sia un effetto collaterale, se così si può definire, di tutto quello che ho vissuto da piccola: di una casa piena di grida, di un carcere pieno di persone che non riuscivano a non lamentarsi per qualsiasi cosa, di una vita nel caos.

Sto quasi per assopirmi quando una palla mi colpisce in pieno facendomi alzare lo sguardo verso un ragazzo biondo che sta ridendo e che torna serio quando si accorge del mio sguardo tagliente che gli sto riservando.

È possibile che non riesco ad avere un attimo di pace.

Gli lancio la palla con molta più forza colpendolo nelle parti basse e facendolo piegare in due dal dolore.

Spero che chiunque, in questo spazio ristretto, abbia capito di dovermi lasciare in pace fino alla fine del viaggio o, ancora meglio, fino alla fine di tutto questo teatrino.

𝐓𝐡𝐞 𝐩𝐮𝐧𝐢𝐬𝐡𝐦𝐞𝐧𝐭Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora