Afýpnisi.

22 5 21
                                        


Mi svegliai dopo una lunga dormita cominciata la sera prima verso le 22:30. Stava suonando la sveglia dal cellulare e quindi mi girai verso l'altro lato del letto per fermarla. Sapevo di che canzone si trattava, era una che mi piaceva molto chiamata "House of Wolves", ma era come se la mattina diventasse più odiabile. Vidi quindi il cellulare appoggiato sulla superficie di marmo vicino alla finestra della mia stanza. Mi alzai e come sempre cercai di ricordare cosa avevo sognato quella notte.

Avevo immagine vaghe che mi giravano nella mente: Stavo volando in cielo e sotto di me una fitta foresta. L'immagine seguente fu quella di un palo della luce a cui mi avvicinavo sempre di più ad una velocità molto elevata. L'ultima immagine che ricordavo di aver sognato fu quella di me steso sdraiato su un suolo di concreto mentre mi guardavo le mani piene di sangue, guardai il suolo, sputai ancora sangue.

 
Mi sedetti sul bordo del mio morbido letto e mi passai le mani negli occhi per abituarli alla luce dopo il buio assoluto. Presi quindi il cellulare in mano e vidi la solita schermata che diceva "6:00 Am". Sotto c'era anche scritto ritarda sveglia. Decisi però di estinguere il suono della passionale chitarra per poi appoggiare il cellulare accanto a me sul letto.

I miei genitori dormivano e quindi pensai a che cosa sarebbe successo se avessi ritardato di altri cinque minuti la sveglia. ripensai alle tre immagini del mio sogno e mi chiesi ancora una volta perché se una persona torna a dormire, i sogni non continuano. Sarebbe stato veramente bello poter riprendere i songi dal punto in cui si erano interrotti, ma credo che andasse bene così. Dopo tutto era questo il bello dei sogni, non saper esattamente cosa sia successo all'interno si essi e provare ad immaginare un'ipotetica trama attraverso immagini rimaste impresse nella nostra mente.

Siccome condividevo la stanza con mio fratello, quando la attraversavo per accendere la luce vedevo sempre la sua testa appoggiata sul cuscino mentre il suo corpo era coperto dalle coperte. Pensai alla possibilità di svegliarlo se accendessi la luce ma pensai anche che sarebbe stato abbastanza divertente vedere la sua faccia arrabbiata e infuriata che mi prendeva a cuscinate. Mi venne quindi in mente l'immagine di mio fratello che mi rincorreva per tutta la casa per picchiarmi dato che lo avevo svegliato.

Accesi comunque la luce ma senza mutare il profondo sogno di mio fratello che comunque si doveva svegliare soltanto un'ora dopo di me. trovai appoggiato sopra la scrivania il mio zaino. Esso aveva una immagine di un uomo incappucciato nascosto tra le tenebre. Scriveva qualcosa al computer con una scritta che diceva "HACKER". Mi venne in mente l'immagine di me stesso che siedo sulla scrivania davanti allo schermo del computer e cercavo di scrivere qualcosa per programmare un file batch. Era un mondo che mi appassionava abbastanza e ogni volta che mi sedevo a scrivere quei famosi comandi Windows mi sentivo quasi "intelligente". Chiaramente non era un granché ma ogni volta che riuscivo a compiere qualcosa per filo e per segno era una grande soddisfazione. Naturalmente, la maggior parte delle volte non era così.

Presi quindi lo zaino e lo portai con me in salotto cupo, mentre passavo dalla mia stanza al salotto passai vicino alla cucina e vidi dalla finestra che era ancora abbastanza buio di fuori. Non avevo alzato le serrande della finestra della mia stanza o perché non ero ancora abbastanza sveglio e capace di usare la mia forza per compiere tale manovra, o perché avevo paura di farmi male alle mani già di prima mattina. La sensazione subito dopo che si compie quell'atto è sempre abbastanza dolorosa.

Entrato in salotto tirai con entrambe le braccia lo zaino facendolo cadere sul divano e poi tornai nella mia camera da letto. Avrei potuto prima fare le altre cose e poi preparare lo zaino per la mattinata, ma visto che avevo visto lo zaino pensai che lo potessi preparare da subito. Mi diressi verso il bagno e accesi la luce. Mi guardai allo specchio e vidi un soggetto assonnato, che non aveva idea di cosa avesse fatto dopo che fosse uscito da quel posto.

Mi guardai allo specchio per circa tre secondi e dopo abbassai lo sguardo e vidi il lavandino di marmo che vedevo ogni mattina. Aprii l'acqua verso la pallina di colore blu e misi le mani a forma di conchiglia per prendere l'acqua. Uscì subito fredda e pensai a quanto ci metteva invece ad arrivare l'acqua calda. Perché l'acqua fredda arrivava prima di quella calda? Intanto le mie mani si erano già riempite d'acqua ed io senza chiudere il rubinetto portai l'acqua alla mia faccia in modo precipitevole, per non farla cadere.

Una cascata gigantesca che faceva scorrere migliaia di litri d'acqua al secondo per poi morire in un grande lago che rifletteva l'azzurro cielo e l'accecante luce del sole.

Mi lavai la faccia e con un asciugamano di lana, asciugai morbidamente il mio viso. Un gregge di pecore che scappano e si spargono in un vasto altopiano mentre il pastore cerca di acchiapparne una aggrappando il suo bastone ad una delle sue zampe posteriori. Pensai a come fosse morbido quell'asciugamano bianco e mi rivenne subito in mente il mio cuscino che sembrava fatto di nuvole.

Mi guardai di nuovo allo specchio, questa volta più a lungo, e pensai a cosa sarebbe successo se qualcuno potesse attraversare uno specchio. Si finirebbe intrappolati nella dimensione che c'è dietro ad esso oppure si finirebbe intrappolati lì per sempre, dovendo entrare in scena solo quando qualcuno nella dimensione reale si debba riflettere? Mi passai la mano lungo la faccia un'ultima volta e poi uscii.

Un martello che rompe uno specchio riducendolo in piccoli frammenti di vetro e nel mentre l'immagine di una strega si rifletté nei pezzi che rimasero dello specchio al suolo.

Thoughts RoadWhere stories live. Discover now