IMMORTALS

424 18 69
                                    

ATTENZIONE: QUESTA STORIA È LA STESSA DI "BAJIFUYU - SONO TUO", MA VISTA DAL PUNTO DI VISTA DI HAKKAI E MITSUYA. NON È OBBLIGATORIO LEGGERE QUELLA PRINCIPALE, MA ALCUNE PARTI POTREBBERO RISULTARE DIFFICILI DA CAPIRE SE NON LA SI CONOSCE.




























A volte, ho paura che tu non sia felice con me.

Ho paura di non essere abbastanza, di non poterti dare ciò di cui hai bisogno.

Ho paura che ti renderai conto che non valgo abbastanza, e che non ti merito.

Ho paura di perderti, che tu decida di non volermi più.

Nessuno potrà mai volerti.

E se dovesse succedere? Cosa potrei fare?

Non riuscirei a vivere senza di te: ho bisogno che tu sia al mio fianco.

Ti prego, non lasciarmi.

- Kai-.

Apro di scatto gli occhi.

- Stai bene? Stai piangendo-.

Mi volto e mi rilasso subito nel vedere il suo volto di fianco a me.

- Un incubo su Taiju- mormoro.

Non è una bugia: mio fratello arriva quasi sempre a farmi visita nei miei incubi.

Mi basta lasciarmi prendere un attimo dall'incertezza, cosa per niente difficile per me, e lui arriva per cercare di spezzarmi definitivamente.

Sento una mano accarezzarmi il petto, all'altezza del cuore.

- Sai che non si avvicinerá più: ti ho portato via da lui- sussurra.

Già... Tu mi hai salvato. Io invece cos'ho fatto per te?

- Posso abbracciarti?- mormoro.

- Stiamo insieme da quattro anni e ancora mi chiedi se puoi abbracciarmi?- sento un suo braccio passare sotto la mia schiena e mi volto verso di lui per completare l'abbraccio.

Lo stringo più forte possibile: non voglio lasciarlo andare, e non voglio che mi lasci.

- Stai tranquillo, ci sono con te- sussurra, accarezzandomi lievemente la nuca.

Sento il mio corpo rilassarsi e chiudo gli occhi, riuscendo ad addormentarmi.

Per fortuna, non faccio più incubi; mi risveglio qualche ora dopo, nel letto da solo.

Sento dei rumori proveniente dall'altra stanza e mi alzo, dirigendomi in cucina, dove trovo Takahi intento a cucinare... Senza maglietta.

- È già così tardi?- mormoro, raggiungendolo.

- È l'una- mi risponde, senza voltarsi.

- Potevi svegliarmi, dovevo cucinare io a pranzo- gli ricordo.

- Avevi bisogno di riposare; dopotutto, lavori al bar fino a tardi- risponde.

- Si ma anche tu lavori tanto e...-.

- Hakkai, mi serve una pausa ogni tanto; non succede niente se per una volta cucino io. Se proprio ti senti in colpa, apparecchia- ribatte.

Annuisco ed inizio a tirare fuori il necessario.

- Kai- mi richiama.

Mi avvicino a lui.

- Dimmi-.

Si volta, si mette in punta di piedi e mi dà un bacio sulla guancia.

HAKKAITSUYA-LA MIA CASADove le storie prendono vita. Scoprilo ora