Capitolo 18: L'arrivo

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Sentii una voce. Mi sembrava familiare, ma non riuscivo seriamente a capire chi fosse.
Sentivo il corpo pesante e vedevo nero, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
Sentii forti fitte sulla parte sinistra del petto, ci misi un po' per ricordare che la ai trovava il cuore.
Continuavo a sentire la voce che non si fermava un momento, il suono delle parole sembrava sempre lo stesso, ripetuto più e più volte.
Iniziai ad andare in panico; cos' era successo, in che posizione mi trovavo, dov'ero e se ero morta? Cazzo dopo una vita di merda anche il così detto "paradiso" faceva schifo?
Mi calmai per qualche secondo, mi sforzai provando a pensare cosa potesse essere successo prima. Niente. Il vuoto più totale.
La voce. Di nuovo quella dannata voce, così familiare eppure così irriconoscibile.
Mi sforzai e mi risforzai di capire cosa stesse dicendo.
"Scee-tte..." no, non aveva senso, non è una parola o frase compiuta..
Ci riprovai: "se.. ce-glia.. cha-sve"
Ma chi era questo analfabeta..
"Charlotte-sdemmia"
Sdemmia? Cosa vuol dire sdemmia?
Dovevo riuscirci.. la prima parola l'avevo capita.
"Charlotte, svennia, svennia....sveglia!!"
"Charlotte sveglia!"
Inizia a risentire tutto il mio corpo, finché una sensazione a dir poco "agghiacciante" mi fece risvegliare di colpo.
Spalancai gli occhi e mi misi a sedere sul letto.
Vidi Matt, con un secchio gigante con dentro acqua e ghiaccio che cercava di risvegliarmi lanciandomela in faccia.
"Matt,  cazzo basta, fermati sono sveglia. Cos'è successo?"
Lanciò il secchio all'indietro facendolo cadere a terra e mi abbraccio così forte che mi fece di nuovo sdraiare sul letto, facendomi ritornare quelle fastidiose fitte al cuore.
"Matt, non respiro.. ti prego lasciami"
"Vaffanculo Charlotte, mi hai fatto prendere un cazzo di infarto, pensavo stessi morendo."
"Mandamela quando hai tempo!! Cos'è successo?"
"In aereo ti sei talmente spaventata che sei svenuta, per fortuna hai deciso di svenire un quarto d'ora prima dell'atterraggio, così ti sono riuscito subito a portare nell'hotel che ho prenotato per noi."
"Un hotel? Non dovevamo.. ce almeno.. io.. non dovevo allogiare in una famiglia apposita per il viaggio-studio?"
Aveva uno sguardo triste, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo.
"Ti spiegherò più tardi Char.. è un discorso molto complicato e difficile da capire."
"Cosa vuoi dire? Io voglio saperlo adesso!"
"Mangia, rimettiti in sesto che sta sera andiamo a fare una passeggiata per visitare Cambridge e ti spiegherò la situazione."
"Ma Matt!!"
"Niente ma, tra poco arriverà la cena in camera, io devo andare a prendere delle cose fuori, non ti muovere dalla camera. Mangia preparati. Alle 20,30 ti vengo a prendere."
"Va bene.. ma abbiamo le camere separate?"
"Assolutamente no!" Mi fece l'occhiolino e uno sguardo molto malizioso. "Cosa pensi? Sono così scemo da prenderti una camera col letto matrimoniale e farti dormire pure da sola tutta la notte?!"
Sentii una pressione al basso ventre.
Andai barcollente a dargli un casto bacio sulle sue fantastiche labbra che tanto amavo.
Appena chiuse la porta andai a fare una doccia in quella lussuosissima camera d'albergo; era bellissima, sembrava un appartamento vero e proprio. Era tutto fatto di fantastico marmo con colori diversi. Non pensavo che Matt fosse così tanto ricco da permettersi cose del genere.
Un velo di malinconia si impossessó di me per qualche secondo; nessuno sa quanto avrei pagato per condividere tutto questo con Becca.. chissà dov'era finita..
Dopo un fantastico bagno rilassante, con diecimila prodotti più che costosi, entrai in un momento di crisi, un momento che solo le ragazze possono capire veramente bene. Come mi dovevo vestire?
Mi venne in mente che avevo portato un bellissimo vestito color crema, che mi regalò mia zia prima di partire in Alabama.
Mi calzava a pennello, scendeva giusto sui miei fianchi  e restava morbido.
Era la prima volta che lo mettevo, anche se mi piaceva tanto non mi sentivo a mio agio con i vestiti, soprattutto quelli eleganti. Mi ricordo ancora quello che mi disse mia zia: "mi raccomando, questo vestito mettilo per occasioni importanti quando avrai almeno 15 anni. Eh beata te.. a quindici anni potrai già metterti questi fantastici vestiti perché ne dimostri già diciotto, io che sembravo più piccola alla tua età ho dovuto aspettare i vent'anni per metterli. "
Decisi di accompagnare insieme al vestito le scarpe nero col tacco insieme a una collana con un punto luce che mi regalo becca per natale.
Mi guardai allo specchio con ancora l'asciugamano bianco in testa. Ero soddisfatta pur essendo la prima volta che mi vestissi in maniera così.. "particolare".
Sentii bussare alla porta.
Cosa? Matt? Oh no io non sono ancora pronta, e adesso?
"Servizio in camera!"
"Oh, Dio che infarto, meno male."
Appena aprii la porta, un signore altissimo con una giacca rossa e nera comparve con in mano una busta.
"Good evening, you are miss Charlotte?"
Oh cavolo, mica mi ricordavo che ero a Cambridge, io non sapevo mica parlare bene l'inglese; come avevo potuto dimenticare un dettaglio così importante.
"Emh oh.. fuck io non so parlare l'inglese..merda.. emh i'm sorry, non volevo dire fuck, oh di nuovo, sorry, i.."
Pensai a quello che mi aveva detto.
Good.. bene... good vuol dire o bene o buono.
Evening.. evening voleva dire pomeriggio o sera? Non mi sono mai ricordata, beh ovvio sera, adesso è sera quindi sera.
Fino a qua ci siamo, buona sera.
You are muss Charlotte, suppongo sia tu sei la signorina Charlotte. Stavo andando in crisi, già mi ero sparata una figura di merda.
Il signore mi guardó in maniere indescrivibile, ci misi un po' per rispondere.
"..i'm sorry, yes i am Charlotte."
"This is your's."
Mi lasciò una lettera e scappò via per paura di sentir uscire dalla mia bocca altre cazzate secondo me.
Rientrai subito nella stanza e aprii la busta che conteneva una lettera.
"Ehi Char, scusami, sapevo che non te la cavavi benissimo in inglese e so anche che ti aspettavi che da quella porta entrasse la cena, ci penserai dopo ad alzarmi le mani; ma ho cambiato idea. Mettiti qualcosa di carino se hai voglia, mangiamo fuori in un ristorante che conosco da un po' di tempo molto buono. Là avremo più tempo di parlare tranquillamente. Appena sarai pronta e scenderai dall'albergo un Audi bianca ti aspetterà davanti l'entrata. Salici senza fare troppe domande, anche se sarà difficile visto che l'autista è inglese ahahah. Ti porterà direttamente al ristorante.
Un bacio Matt.
Cosa voleva dire che conosceva da parecchio tempo? Era già stato a Cambridge?
Mi asciugai frettolosamente i capelli e decisi di mettere solo il mascara e un lucidalabbra.
Davanti all'albergo la mia macchina preferita mi stava aspettando. Un fantastico Q7 bianco mi stava letteralmente abbagliando gli occhi. Salii immediatamente sprofondando nei morbidissimi sedili in pelle.
La macchina iniziò a sfrecciare nel traffico delle grande strade di Cambridge. Le farfalle incominciavano a farsi sentire nello stomaco.
Appena arivammo l'autista mi aprii la porta e vidi un fantastico ristorante, era seriamente troppo per me.
Delle mani mi copirono gli occhi.
"Sorpresa."
Riconobbi la voce Matt.
Appena mi voltai lo vidi, bellissimo, come sempre. Quei jeans neri stretti gli stavano benissimo, erano perfetti con quella camicia bianca che portava stupendamente.
"Matt, è tutto così wow, però per me è troppo."
"Char stai brava e non rovinare i momenti, lasciati dire che sei bellissima."
"Anche tu Matt."
Mi diede un bacio a stampo e mi fece accomodare al nostro tavolo.
"È davvero bello questo posto Matt, come l'albergo è un po' tutto troppo lussuoso e stranissimo per me."
"Lo prendo come un complimento Char, però adesso c'è una cosa importantissima che ti devo dire."
"Ah si dimmi, sono veramente in ansia."
"Beh Charlotte, non è una cosa bellissima."
"Dai Matt, cosa vuoi che sia."
"Mi dispiace dirtelo così però.. Char tu.. sei stata adottata."


Ciao a tutti, ecco finalmente il mio ritorno. Giuro che non mi sono dimenticata di voi e della storia,  sono davvero contenta che vi piaccia, ma ormai sapete qual'è il problema che non mi permette di pubblicare frequentemente i capitoli.
La scuola è il male. Seriamente.
Detto ciò anche se ci metto un po' a pubblicarli non vuol dire che mi sono dimenticata.
Continuate a dirmi cosa ne pensate, un bacio. Miscy. X.

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